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Corriere della Sera Rassegna Stampa
04.05.2013 Sergio Romano, per la serie Dr. Jeckill e Mr. Hide
Questa volta la risposta è corretta

Testata: Corriere della Sera
Data: 04 maggio 2013
Pagina: 57
Autore: Sergio Romano
Titolo: «Hitler e il mondo arabo, propaganda nazista in Palestina»

Sergio Romano, ovvero Dr.Jeckill e Mr.Hide, rileviamo con piacere la risposta data oggi, 04/05/2013, con il titolo " Hitler e il mondo arabo, propaganda nazista in Palestina" a un lettore sul CORRIERE della SERA, a pag. 57.
Cita addirittura un libro che IC ha inserito nella rubrica dei "Libri Raccomandati",  >
Jeffrey Herf, Propaganda nazista nel mondo arabo<, pubblicato dall'editore Altana.
Romano miracolato ? Nell'attesa di saperlo con precisione (ma dubitiamo fortemente) segnaliamo la risposta di Romano ai dirigenti dell'Anpi, che, per essere una associazione di partigiani antifascisti ospita nei suoi cortei del 25 aprile i sostenitori dei nazisti che i partigiani li ammazzavano, mentre esclude, lasciando persino che ne brucino le bandiere, coloro che ricordano le eroiche gesta della Brigata Ebraica, che partigiani anti-nazifasciti lo erano davvero. Anpi, una sigla che tradisce la storia che vorrebbe rappresentare.
Ecco lettera e risposta di Sergio Romano:

 

Da leggere, lo consiglia persino Sergio Romano..

Tra i molteplici fiancheggiatori del regime nazista e antisemita spicca la figura di Hadj Amin El Husseini, nominato nel 1921 Gran Muftì di Gerusalemme e, secondo alcuni il più influente leader islamico, del Medio Oriente. Possiamo considerare El Husseini, oltre che padre del moderno fondamentalismo islamico, un corresponsabile dell'Olocausto?

Andrea Sillioni a.sillioni@yahoo.it

Caro Sillioni,
El Husseini fu la più importante personalità islamica della Palestina durante il mandato britannico, ma il Mufti, nelle società musulmane, è un giureconsulto, vale a dire un personaggio a mezza strada fra politica e religione. Non credo che possa essere considerato un padre del fondamentalismo islamico perché fu soprattutto un nazionalista palestinese, impegnato a contrastare con ogni mezzo la dichiarazione di Balfour (con cui la Gran Bretagna aveva promesso un «focolare» all'ebraismo europeo) e gli insediamenti sionisti nella Terra promessa. Per meglio comprendere il suo ruolo nella Seconda guerra mondiale, vale la pena di ricordare che la Germania aveva da tempo un nutrito gruppo di arabisti e specialisti del Mondo Arabo (storici, archeologi, linguisti) a cui era stato affidato il compito di studiare un piano per la creazione nella Palestina mandataria di una quinta colonna filo-tedesca e anti-britannica. Ma come poteva essere persuasivo un regime che ostentava la superiorità razziale della propria gente e trattava quasi tutte le popolazioni extra-europee come una umanità inferiore? Il ruolo di Amin El Husseini divenne, a questo punto, decisivo. Per il Gran Mufti di Gerusalemme chiunque fosse nemico degli inglesi era il più prezioso degli alleati. Ai tedeschi disse che il fascismo, il nazismo, le ideologie antidemocratiche e naturalmente l'antisemitismo corrispondevano alle tradizioni e alle esigenze politico-sociali del mondo arabo; agli arabi che i loro interessi e il loro futuro dipendevano dalla vittoria della Germania. Quando i tedeschi lanciarono una campagna di propaganda per dimostrare che fra nazismo e islamismo esistevano straordinarie affinità elettive, El Husseini si servì della sua autorità teologica per favorire la formazione di una divisione di SS bosniache e creò un «Istituto per l'Iman», destinato ad addestrare cappellani militari. Secondo uno storico americano, Jeffrey Herf, autore di un libro sulla Propaganda nazista per il mondo arabo (Edizione dell'Altana 2009), il comandante tedesco della divisione riferì a Berlino che militari e civili, in Bosnia, avevano cominciato «a vedere nel nostro Führer la missione di un secondo profeta». Fu persino necessario decidere se fosse opportuno individuare in Hitler il Mahdi, giunto in terra «per aiutare i fedeli a fare trionfare la giustizia». Ma venne ritenuto più opportuno promuoverlo al rango di Gesù (in arabo Isa) di cui il Corano predice il ritorno come di un cavaliere «che apparirà alla fine del mondo per sconfiggere i giganti e il re dei giudei».

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