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Corriere della Sera Rassegna Stampa
29.10.2011 Vietare il Burqa in Italia ? Una proposta di legge pasticciata
Il commento di Marco Ventura

Testata: Corriere della Sera
Data: 29 ottobre 2011
Pagina: 58
Autore: Marco Ventura
Titolo: «Divieto del Burqa all'italiana, una proposta che non convince»

Difficile non essere d'accordo con quanto scrive Marco Ventura oggi, 29/10/2011, sul CORRIERE della SERA, a pag.58, con il titolo " Divieto del Burqa all'italiana, una proposta che non convince ".
Anche noi siamo d'accordo sul fatto che una legge alla francese, che proibisce esplicitamente burqa e niqab, sarebbe stata quella giusta. Ma Ventura dimentica che siamo in Italia, una legge espressa in quei termini avrebbe incontrato, prima ancora della oppossizione dei partiti di opposizione, quella del Vaticano, che, come sappiamo tutti, vede i propri 'suggerimenti' ai politici italiani subito accolti, quasi 'senza eccezione alcuna'.
Questa legge, se mai verrà approvata, creerà solo confusione. Ma è il massimo che nel nostro paese si possa ottenere.
Verremo riportati alla realtà quando il peso della presenta islamica nel nostro paese, con le conseguenze che ne deriveranno, obbligherà anche i mezzi di informazione a 'informare' . Ma forse sarà troppo tradi per trovare un rimedio.
Ecco l'articolo:

È finalmente iniziata alla Camera dei Deputati la discussione sulla proposta di legge anti-burqa. Se approvato, il testo unificato presentato dalla maggioranza includerebbe tra i mezzi atti «a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona», e pertanto vietati dalla legge sull'ordine pubblico, gli «indumenti o accessori di qualsiasi tipo, compresi quelli di origine etnica e culturale, quali il burqa ed il niqab».
Così formulata, la norma è applicabile solo a prezzo di arbìtri e forzature di dubbia costituzionalità. La legge riconoscerebbe infatti alle forze dell'ordine la più ampia discrezionalità nel valutare il caso concreto. Si tratterà un passamontagna con la stessa severità riservata a un burqa? E le sciarpe tirate sul naso renderanno «difficoltoso il riconoscimento della persona» quanto il niqab? Soprattutto, la nuova legge continuerebbe a consentire di portare il burqa a chi avesse un giustificato motivo per farlo, ad esempio la convinzione di seguire un precetto religioso.
Tanto strepito per nulla, insomma. La maggioranza annuncia un'improbabile linea dura, concentra l'ansia da Islam su un problema minore, e intanto priva polizia, giudici e cittadini di norme certe in sintonia con la costituzione e capaci di evitare abusi e ambiguità.
L'imperizia tecnica che la maggioranza ha portato in aula è figlia della demagogia. Un intervento legislativo dal solido profilo tecnico-giuridico è possibile. Ci vorrebbe però che libertà personale, culture e religioni fossero prese sul serio. Che gli apprendisti stregoni si facessero da parte. E che norme sensate ed efficaci sul burqa si inquadrassero in un progetto articolato per l'Italia multi-culturale e per l'islam. In nome di una politica religiosa forgiata sul principio di laicità, la Francia ha vietato il burqa per davvero. Il divieto transalpino ha retto al vaglio della Corte europea e i problemi applicativi sembrano per ora contenuti. Viceversa il tragicomico divieto del burqa all'italiana rischia di essere il trastullo di una maggioranza che non si vergogna di usare la religione per coprire la propria inanità.

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lettere@corriere.it

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