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Corriere della Sera Rassegna Stampa
20.10.2011 Su Gilad Shalit Sergio Romano peggio del Manifesto
una risposta che potrebbe essere firmata da Michele Giorgio

Testata: Corriere della Sera
Data: 20 ottobre 2011
Pagina: 51
Autore: Sergio Romano
Titolo: «Il soldato Shalit»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 20/10/2011, a pag. 51, la risposta di Sergio Romano ad un lettore dal titolo " Il soldato Shalit ".


Gilad Shalit torna a casa

Il lettore del Corriere,Martino Lo Re, conosce poco la vicenda di Gilad Shalit, forse perchè legge Sergio Romano per informarsi.
I detenuti palestinesi non erano in carcere per 'motivi politici', ma perchè ritenuti colpevoli, dopo aver subito un regolare processo, di aver commesso dei crimini. Aldo Baquis, il 17/10/2011, ha descritto alcuni dei loro attentati sulla Stampa (
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=999920&sez=120&id=41856).
Alla domanda che Lo Re pone a Romano, se lo scambio fra Shalit e i 1027 terroristi palestinesi disincentiverà '
ulteriori rapimenti e incarcerazioni', rispondiamo con un link ad un articolo del Jerusalem Post contenente le dichiarazioni di Samir Kuntar, membro del Fronte di Liberazione Palestinese e responsabile dell'assassinio di 4 israeliani, il quale sostiene che la via dei rapimenti di israeliani sia l'unica praticabile per far scarcerare i palestinesi (http://www.jpost.com/MiddleEast/Article.aspx?id=242412&R=R3). Per quanto riguarda le incarcerazioni, non sono dettate da motivi politici, ma dalla legge. In una democrazia chi commette un crimine viene processato e sconta una pena in carcere se viene riconosciuto colpevole.
Invitiamo i lettori di IC a scrivere a Martino Lo Re per informarlo sulla vicenda di Gilad Shalit, dato che Sergio Romano diffonde solo disinformazione al riguardo:
martinolore@gmail.com

Nella sua risposta, Romano sostiene che i detenuti palestinesi nelle carceri israeliane siano 6000, mille in più di quelli stimati dal quotidiano comunista.
Registriamo anche che, proprio come Marco D'Eramo sul Manifesto di ieri, anche Romano ama le equazioni sterili in termini umani "
Le segnalo con l'occasione una vignetta del New York Times in cui un detenuto liberato dice a un altro : "Ho fatto i conti e sono arrivato alla conclusione che valgo quanto 70 grammi del soldato israeliano "". Tanto vale scrivere che Israele ha ceduto senza problemi i 1027 terroristi perchè li valuta 'poco'. Il discorso andrebbe interpretato al contrario. Non sono i 1027 ad avere poco prezzo, ma Gilad Shalit ad avere importanza per Israele, disposto a pagare un conto salatissimo pur di farlo tornare a casa.
Ecco lettera e risposta:

Caro Romano, il governo di Israele conta di liberare oltre un migliaio di palestinesi (presumo prigionieri per motivi politici) in cambio della liberazione di un suo militare, prigioniero da anni (per motivi politici) di altri palestinesi. Il rapporto numerico è sgradevole, ma tutto è bene quel che finisce bene. A me, tuttavia, restano dei dubbi: quanti prigionieri ci sono ancora nelle carceri israeliane? Servirà questo scambio a disincentivare ulteriori rapimenti e incarcerazioni?

Martino Lo Re
martinolore@gmail.com

Dovrebbero essere circa 6000. Le segnalo con l'occasione una vignetta del New York Times in cui un detenuto liberato dice a un altro : "Ho fatto i conti e sono arrivato alla conclusione che valgo quanto 70 grammi del soldato israeliano ".

Per inviare la propria opinione al Corriere della Sera, cliccare sull'e-mail sottostante


lettere@corriere.it

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