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Il Mattino Rassegna Stampa
31.01.2003 Arafat: Il Mattino gli crede ancora
L'ennesimo trasformismo del rais: malgrado l'esperienza di Barak c'è chi gli crede ancora

Testata: Il Mattino
Data: 31 gennaio 2003
Pagina: 0
Autore: un giornalista
Titolo: «Arafat: riprendiamo i negoziati»
Evidentemente c’è ancora chi crede alle false promesse del leader palestinese, come se finora fossero sempre state mantenute. Dal titolo si può già immaginare il contenuto dell’articolo, ed infatti:

Il presidente palestinese Yasser Arafat è disposto «anche stanotte» a incontrare il premier israeliano Ariel Sharon, reduce da una netta vittoria elettorale.


Perché non l’ha mai incontrato prima? Perchè proprio adesso? Le elezioni ci sono state, ma il premier è rimasto sempre lo stesso. E con esso la politica.

In una intervista rilasciata alla televisione commerciale israeliana, Canale 10, Arafat ha ricordato ieri di aver già ricevuto a Ramallah (Cisgiordania) anche il figlio di Sharon, Omri.
«Rispettiamo la scelta democratica del popolo israeliano. In passato abbiamo già cooperato con svariate forze politiche in Israele» ha osservato Arafat.

Lo sa il giornalista con chi e come ha cooperato? Non certo con Barak, al quale rifiutò uno stato palestinese con tanto di Gerusalemme Est, non certo con Rabin, non certo con Netayanhu.

«Da parte nostra c'è sempre piena disponibilità a tornare al tavolo dei negoziati» ha assicurato.


E il terrorismo finanziato da egli stesso ne è una prova? Come si può essere disponibili ,allo stesso tempo, al terrorismo e alla pace? Non è già una condizione necessaria affinché si comprenda che si tratta di una delle sue tante bugie?

«Il nostro obiettivo è di raggiungere la pace, nella Terra della Pace».


Lo dice da quando è a capo dell’ANP, ma non lo si è mai visto agire in quel senso. Proprio lui che finanzia ed incoraggia gli attacchi terroristici contro Israele! Ed è addirittura il Premio Nobel per la Pace!



Intanto, un appello a favore del popolo palestinese è stato lanciato ieri al Cairo dall’arcivescovo copto per Gerusalemme e il Medio Oriente, padre Abraham, dopo un incontro con il ministro degli Esteri, Ahmed Maher. «La sofferenza dei palestinesi nei territori occupati supera ogni limite immaginabile» ha detto padre Abrahm riferendosi alle difficilissime condizioni di vita sociali, economiche, politiche e culturali.

Non certo per colpa di Israele, ma chi glielo può convincere? Finchè si guarda al terrorismo coll’occhio benevolo, la pace non verrà mai raggiunta.

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posta@ilmattino.it

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