giovedi` 02 maggio 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






Il Mattino Rassegna Stampa
21.04.2005 L'ayatollah che consiglia i terroristi e rifiuta Israele diventa un "moderato"
nell'intervista di Michele Giorgio

Testata: Il Mattino
Data: 21 aprile 2005
Pagina: 11
Autore: Michele Giorgio
Titolo: ««In Medio Oriente seguirà le orme di Wojtyla»»
IL MATTINO di giovedì 21 aprile 2005 pubblica un intervista di Michele Giorgio all'ayatollah sciita Fadlallah, legato a Hezbollah e ostile a qualsiasi riconoscimento di Israele. Per Giorgio è invece un moderato campione del dialogo. Leggere per credere.
L'ayatollah Mohammed Fadlallah è, assieme agli iraniani Ali Sistani (iracheno di adozione) e Ali Khamenei, una delle massime autorità dei musulmani sciiti. Libanese con forti legami nella città santa sciita di Najaf, Fadlallah dopo aver avuto portato avanti, negli anni Settanta ed Ottanta, una linea radicale, ha moderato le sue posizioni e oggi svolge un ruolo di guida spirituale per la sua comunità. Sostenitore del dialogo con il Cristianesimo, nelle scorse settimane ha ricordato lo spirito ecumenico con cui Giovanni Paolo II ha tenuto i rapporti con l'Islam. Si dice convinto che la strada del pontefice scomparso verrà' percorsa anche da Benedetto XVI. Ayatollah Fadlallah, la Chiesa Cattolica ha un nuovo papa. Dopo il lungo ed importante pontificato di Karol Wojtyla, cosa si aspetta da Benedetto XVI riguardo i rapporti tra cristiani e musulmani. «Benedetto XVI è a capo di una grande e importante comunità di fedeli di Dio e sono certo che continuerà a promuovere il dialogo tra musulmani e cristiani. Aggiungo che sono favorevole allo sviluppo di queste relazioni che non fanno altro che avvicinare gli essere umani all'Altissimo. Il percorso tracciato dal Papa precedente è troppo importante per essere abbandonato. Giovanni Paolo II aveva unito alla sua profonda fede la conoscenza del mondo e dei suoi problemi che sono, in prevalenza, di natura politica. La sua azione aveva perciò dato una risposta anche al bisogno di giustizia dei popoli. Sapeva che è necessario far sentire la propria voce contro l'arroganza e l'oppressione e non aveva esitato a farlo in occasione dell'invasione americana dell'Iraq. Il nuovo pontefice è, a mio avviso, chiamato ad insistere su questi punti che riguardano i destini dell'umanità». Il quadro mondiale tuttavia è molto complesso, le aree di tensione si moltiplicano, specie in Medio Oriente, e non pochi parlano di conflitto di civiltà a proposito di Islam e Cristianesimo. «L'idea di un conflitto culturale e religioso tra musulmani e cristiani o tra Islam e Occidente, è terribilmente sbagliata poichè pone le basi per l'incomprensione tra i popoli e le fedi. Papa Giovanni Paolo II lo aveva capito e nei suoi discorsi cercava di rappresentare non il pensiero dell'Occidente bensi' quello di Gesu' Cristo. Per questo motivo ebbe successo nel dialogo con noi musulmani. Bisogna pertanto dare spazio agli uomini saggi se davvero si vuole rafforzare il dialogo e la comprensione reciproca. Islam e Cristianesimo contengono principi di giustizia universali che possono essere accettati da tutti». Il Medio Oriente, culla di religioni e culture, resta una polveriera. A suo avviso che cosa si può fare per mettere fine alle guerre che travagliano questa regione? «Quando si parla di Medio Oriente molti pensano ad un luogo dove accadono cose pazzesche, prive di logica e, soprattutto, irrisolvibili. Il conflitto mediorientale invece è ampiamente risolvibile. Basterebbe applicare la giustizia per ottenere subito risultati importanti per il raggiungimento della pace. Gli Stati Uniti devono uscire subito dall'Iraq e lasciare a quel popolo, che ha sofferto molto, la possibilità di costruire in piena autodeterminazione il suo futuro. Gli israeliani da parte loro non devono negare il diritto del popolo palestinese di essere libero e indipendente nella sua terra. Benedetto XVI, prevedo, avrà grande attenzione al bisogno di giustizia e legalità che viene dal Medio Oriente, proprio come ha fatto Giovanni Paolo II»
Invitiamo i lettori di Informazione Corretta a dare il proprio giudizio su quanto scritto dal quotidiano napoletano. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail pronta per essere compilata e spedita.

posta@ilmattino.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT