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Il Mattino Rassegna Stampa
22.12.2004 La notizia più importante sono gli elogi a Yasser Arafat
sul quale è ancora impensabile dire la verità

Testata: Il Mattino
Data: 22 dicembre 2004
Pagina: 9
Autore: Michel Giorgio
Titolo: «Fini, omaggio ad Arafat»
A pagina 9 IL MATTINO di mercoledì 22-12-04 publica un articolo di Michele Giorgio intitolato «Fini, omaggio ad Arafat "padre della patria"», Nel titolo i redattori colgono l'occasione di un ennesimo elogio del terrorista Arafat e trascurano il fatto che Fini ha incontrato anche la diplomazia israeliana. Osserviamo poi che continua il lancio di colpi di mortaio e razzi contro gli israeliani (martedì 22-12-04 la sinagoga di un insediamento è stata colpita e gravemente danneggiata da un razzo), ma IL MATTINO non si degna di scrivere nemmeno mezza riga.
Con ogni probabilità la redazione si sveglierà quando l'esercito israeliano agirà per mettere fine agli attacchi.

Ecco l'articolo:

Qualcuno si è affrettato a definirla «diplomazia natalizia», quindi meno concreta. Eppure l’arrivo in Israele e nei Territori palestinesi del ministro degli Esteri italiano Gianfranco Fini e del premier britannico Tony Blair ha confermato l’intenzione dell’Europa di recitare un ruolo di primo piano nella ripresa del dialogo israelo-palestinese dopo la morte di Yasser Arafat. Fini ieri ha visto il primo ministro israeliano Ariel Sharon e il ministro degli Esteri Silvan Shalom a Gerusalemme, e successivamente a Ramallah (Cisgiordania) ha incontrato il premier palestinese Abu Ala e il capo della diplomazia Nabil Shaath. Oggi vedrà, sempre a Ramallah, il leader provvisorio dell'Olp, Abu Mazen (ritenuto il candidato favorito alle presidenziali del 9 gennaio prossimo), e il presidente ad interim dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) Rawhi Fattuh. Oggi i dirigenti della transizione palestinese vedranno anche Blair, che ha definito la soluzione della crisi israelo-palestinese una sua «priorità personale». Fini ha annunciato anche che oggi renderà omaggio alla memoria di Yasser Arafat, sul lugo dove il leader scomparso è sepolto, sulla spianata della Muqata, a Ramallah. «Sono stato invitato a visitare i Territori dall'Autorità palestinese - ha detto il ministro degli Esteri - Sarebbe davvero di pessimo gusto non riconoscere che per i palestinesi, al di là del giudizio che se ne può dare, Arafat è il padre della patria. Quindi ritengo più che normale esprimere il senso di comprensione del governo italiano per il ruolo che Arafat ha avuto e ha nell'immaginario collettivo palestinese». «Sono profondamente convinto che oggi occorre guardare avanti - ha proseguito Fini - È molto più giusto riunire le energie per raggiungere l'obiettivo dell'autodeterminazione, e quindi dello Stato palestinese, della sicurezza per Israele e quindi per la pace». Il ministro ha anche fatto sapere che il mese prossimo effettuerà una missione in Egitto, Siria, Giordania e, forse, Libano «per mediare fra Israele e i Paesi arabi moderati e per contrastare il terrorismo». Fini ha detto che l’Italia intende usare i rapporti di amicizia con il mondo arabo e l’amicizia con Israele per promuovere il rilancio del processo di pace. Allo stesso tempo, ha aggiunto, i leader palestinesi dovranno confermare la loro volontà di sradicare il terrorismo. Il responsabile della diplomazia italiana oggi dovrebbe vedere Tony Blair prima di incontrare il leader dell’Olp Abu Mazen. Articolata anche la missione del premier britannico Blair, che intende preparare una conferenza internazionale a Londra - alla fine di gennaio o ai primi di febbraio - quale primo passo verso il rilancio delle trattative di pace tra israeliani e palestinesi. Il summit, a livello di ministri degli Esteri, verrà dedicato alle riforme palestinesi, in particolare in campo economico, democratico e della sicurezza. Solo in una fase successiva dovrebbero aprirsi trattative dirette fra israeliani e palestinesi. L’israeliano Sharon ha dato il suo assenso, ma ha fatto sapere che il suo governo non intende partecipare ai colloqui. A Ramallah ieri è giunto a sorpresa anche il capo dei servizi di sicurezza egiziani, generale Omar Suleiman, emissario personale del presidente Hosni Mubarak, che in passato ha già svolto la funzione di mediatore tra israeliani e palestinesi.
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