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Il Mattino Rassegna Stampa
04.11.2004 Un titolo truculento
invece di dire come sono andati i fatti.

Testata: Il Mattino
Data: 04 novembre 2004
Pagina: 9
Autore: la redazione
Titolo: «Cadaveri palestinesi come trofei»
Anche il MATTINO pubblica una cronaca truculenta sulle immagini pubblicate da Yediot Ahronot. Non una parola sull'importanza che la denuncia è partita dall'interno dell'esercito, nemmeno sul fatto che solo in una democrazia possono esservi denunce di questo genere.
Anche il titolo "Cadaveri palestinesi come trofei" spinge il lettore ad emettere un sentenza piuttosto che capire quanto è avvenuto. Si vedano anche le critiche pubblicate nella stessa data a STAMPA e REPUBBLICA.
Ecco l'articolo.

Gerusalemme.
In una delle foto-ricordo c’è una testa mozzata da un’esplosione. È quella di un kamikaze. Tra le labbra, i soldati gli hanno infilato una sigaretta. In un’altra fotografia il cadavere di un palestinese appena ucciso a Gaza viene ripreso mentre è legato sul cofano di una jeep. I soldati hanno spiegato al giornale Yediot Ahronot di aver definito per scherzo quel morto: «Hapy». È un vezzeggiativo - spiegano - di «Haf mi-pesha», che in ebraico significa «innocente». Al momento dell'uccisione, «Hapy» era disarmato e non rappresentava un pericolo. Una terza immagine mostra il cadavere seminudo di un palestinese appena ucciso. Fra le gambe si notano quattro bombe a mano, che non ha fatto a tempo ad usare. Un soldato israeliano è in posa tenendo una gamba sul petto del cadavere. Le foto della vergogna sono state pubblicate ieri dal quotidiano Yediot Ahronot. Il capo di Stato Maggiore dell’esercito israeliano Moshe Yaalon, ha annunciato l’apertura di un’inchiesta, su quella che alcuni hanno già battezzato la «Abu Ghraib israeliana», con riferimento allo scandalo delle torture commesse dagli americani in Iraq. Il generale Yaalon ha detto di ritenere che si tratta di casi isolati che non rispecchiano il comportamento generale dei suoi soldati. «Si tratta - ha detto - di atti terribili, abbiamo già avviato un'indagine della polizia militare, i responsabili saranno puniti». Ma la stampa ritiene che la situazione sia più allarmante e su un sito Internet gestito da soldati congedati è giunta ieri un'altra testimonianza (anonima) relativa ad abusi che sarebbero stati compiuti sui cadaveri di due militanti palestinesi a Hebron. Nonostante le assicurazioni ufficiali, Yediot Ahronot ritiene che l'esercito abbia cercato di insabbiare la vicenda delle macabre fotografie. Il giornale si chiede come mai i diretti comandanti dei soldati in questione non abbiano denunciato il fenomeno. «Altro che "erbacce"! In questi episodi sono coinvolti il meglio dei nostri giovani», polemizza Ziv Maavari, un ufficiale della riserva. Alcuni mesi fa Maavari, assieme con un gruppo di ex commilitoni, aveva organizzato una mostra fotografica con le immagini da loro riprese durante il servizio militare a Hebron, Cisgiordania. Le loro angherie quotidiane, le loro prevaricazioni piccole o grandi, sono venute così alla luce assieme con il loro senso postumo di rimorso. «Rompiamo il silenzio», questo il nome del gruppo di Maavari che ha attivato anche un sito Internet.
Invitiamo i lettori di Informazione Corretta a dare il proprio giudizio su quanto scritto dal quotidiano napoletano. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail pronta per essere compilata e spedita.

posta@ilmattino.it

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