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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Il Mattino Rassegna Stampa
15.07.2004 I coloni controllano Israele?
la strampalata ipotesi del quotidiano napoletano

Testata: Il Mattino
Data: 15 luglio 2004
Pagina: 6
Autore: Francesco Cerri
Titolo: «Israele si prepara al nuovo governo di unità nazionale»
Il Mattino passa ancora sotto silenzio la notizia dell'inatteso scontro Arafat- Larsen ( dichiarato ieri "persona non grata" nell'Autonomia). Non manca invece un articolo di Francesco Cerri sulle trattative per un governo di unità nazionale, dove si fa riferimento a una "lobby dei coloni" che per la verità sembra influenzare assai poco la politica israeliana.
Ecco il pezzo:

Gerusalemme. Ariel Sharon si impegna a tutto campo per garantire la governabilità del Paese e, soprattutto, per portare a compimento il suo piano di smantellamento di tutte le colonie ebraiche dalla Striscia di Gaza entro il 2005.
Il premier israeliano ha annunciato ieri di avere fissato per domenica prossima l'avvio dei negoziati ufficiali con i due partiti con i quali intende costituire un governo di unità nazionale: i laburisti di Shimon Peres e il piccolo partito religioso ultraortodosso del Fronte Unito della Torah. L'allargamento della coalizione per il premier non può essere più rinviato: l'attuale governo di centrodestra, guidato da Sharon, è infatti minoritario in parlamento dal mese scorso, da quando cioè ha adottato il piano per Gaza, provocando l'uscita della componente di estrema destra: solo 59 seggi su 120, insufficienti a garantire l'attuazione del ritiro da Gaza, osteggiato dalla destra e dalla lobby dei 200.000 coloni.
Il partito di Peres ha approvato l’altro ieri l'apertura delle trattative con Sharon. Il leader laburista ha precisato alla radio israeliana che per lui un futuro governo di unità nazionale dovrà essere basato «su due pilastri: il piano di disimpegno da Gaza e la giustizia sociale». Le trattative potrebbero essere piuttosto brevi, anche di sole due settimane. Ma i problemi potrebbero venire dal Likud, il partito del premier, la cui ala destra si oppone all'ipotesi dell'accordo con Peres. Non è escluso, secondo la stampa israeliana, che in caso di voto segreto la maggioranza del partito possa votare a sfavore. Sharon ha già detto che in questo caso «si dovrà andare a elezioni anticipate».
Sharon ha deciso di avviare trattative anche con il partito ultraortodosso Utj, e non è escluso che inviti al tavolo negoziale anche l'altro piccolo partito religioso, lo Sha. Ma il partito centrista Shinui, alleato di Sharon, ha fatto sapere che non prenderebbe parte a un governo di unità nazionale, se dovessero entrarvi gli ultra-ortodossi: lo Shinui, guidato dal ministro della giustizia Yusef Lapid, segue una linea di intransigente opposizione laica al coinvolgimento dei religiosi nella politica. I partiti religiosi, a loro volta, rifiutano un'alleanza con lo Shinui. «Ogni giorno fanno nuove leggi che trasformano questo paese in una Sodoma», ha accusato un portavoce dell'Utj.
Il piano di disimpegno da Gaza del premier israeliano prevede lo smantellamento delle 21 colonie ebraiche a Gaza, e di 4 insediamenti in Cisgiordania, nonchè il ritiro delle truppe israeliane dalla Striscia entro l'autunno 2005.
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