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Il Mattino Rassegna Stampa
09.03.2004 Quando i buoni sono terroristi...
la prospettiva del quotidiano napoletano

Testata: Il Mattino
Data: 09 marzo 2004
Pagina: 5
Autore: Michele Giorgio
Titolo: «Raid d'Israele, massacro nei campi profughi»
Il Mattino, a pagina 5, pubblica una foto che trasmette ai suoi lettori l'essenza del conflitto israelo-palestinese: ragazzi armati di pietre contro carri armati.

Sopra alla foto l'articolo di Michele Giorgio che riportiamo e commentiamo:

Gerusalemme. Mattanza nei campi profughi palestinesi di Gaza. Quindici i palestinesi caduti sotto il fuoco dei soldati israeliani. Tra i morti, anche un bambino di dieci anni e due ragazzini di dodici e quindici anni. Il tragico bilancio di sangue è la conseguenza di un raid dell'esercito israeliano in due campi profughi nel centro della striscia di Gaza. L’irruzione dei militari ha scatenato una vera e propria battaglia: nelle strade sono scesi i ragazzi dell’Intifada a lanciare pietre e anche gruppi armati locali, che hanno ingaggiato sparatorie con i soldati. Un’ottantina i feriti.
L'operazione, che fonti militari hanno giustificato con la necessità di reagire a una forte recrudescenza di attacchi palestinesi contro obiettivi civili e militari israeliani,
Scritto così, sembra una giustificazione da niente. Invece si tratta di una lotta contro il terrorismo, che qui è sostenuto dai "ragazzi dell'Intifada" armati di pietre.
è cominciata intorno alle quattro del mattino (le tre in Italia) con l'arrivo di decine di mezzi blindati e di trasporto truppe nei campi profughi di El Burei e di Nusseirat mentre in cielo elicotteri Apache fornivano una copertura aerea. Una volta entrati nei campi, i soldati hanno cominciato un'operazione di rastrellamento di palestinesi mentre cecchini si appostavano sui tetti delle case pronti a colpire chiunque avesse cercato di sparare contro i militari.
Operazione di rastrellamento di palestinesi: due parole sbagliate in una sola riga. Non è un rastrellamento, e non sono palestinesi qualsiasi: non si vuole proprio ammettere che quella dei soldati israeliani è una lotta al terrorismo e che i palestinesi sotto il loro obiettivo ne sono parte.
Secondo quanto hanno riferito fonti locali e lo stesso portavoce militare israeliano, i soldati si sono però imbattuti nella resistenza sempre più decisa di gruppi armati che sono andati aumentando di numero. La situazione è rapidamente degenerata in battaglia vera e propria. Molte case sono state danneggiate mentre donne e bambini gridavano e pallottole sibilavano tutto attorno. Gruppi di palestinesi hanno fatto uso di armi automatiche, bombe a mano, razzi anticarro.
e i soldati israeliani non dovrebbero essere armati per difendersi da questi terroristi che hanno di tutto nelle loro tasche?

Gli scontri si sono fatti ancora più intensi quando dopo diverse ore le truppe israeliane hanno cominciato a ritirarsi sotto un fuoco intenso.
Quindici i morti a conclusione dell'operazione. Dieci delle vittime sono state identificate come miliziani di Hamas;
in altre parole: dieci terroristi
le altre cinque, tra le quali un bambino di dieci anni e due ragazzi di 12 e 15 anni, erano civili.
L'Autorità nazionale palestinese (Anp) ha condannato i «massacri» israeliani e ha detto che Israele sta deliberatamente provocando un aumento della violenza nei Territori prima del suo ritiro unilaterale. Ma così facendo, secondo l'Anp, sta «giocando con il fuoco». L'Anp, ha detto Abu Rudeina, consigliere del presidente palestinese Arafat, cercherà di ottenere la convocazione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu al quale chiederà di imporre sanzioni a Israele. Anche il ministro palestinese Saeb Erekat ha duramente condannato il raid, chiedendo l'immediato ritorno ai negoziati sulla base della road map: «Nel momento in cui parlano di un ritiro da Gaza, gli israeliani iniziano a distruggerla», ha detto.
Ma Israele fa sapere che non intende modificare le sue strategie e che le incursioni nei Territori continueranno: il capo di Stato Maggiore, generale Moshe Yaalon, ha detto che Israele è deciso a continuare questo tipo di operazioni sia a Gaza sia in Cisgiordania «fino a quando i terroristi continueranno a cercare di colpirci». Il generale ha detto di ritenere che nelle ultime settimane ci sia stata una «recrudescenza» della lotta armata palestinese e che questa sarebbe legata al piano del premier Ariel Sharon di sgombero degli insediamenti ebraici a Gaza e di parziale ritiro militare in Cisgiordania. Stando a questa interpretazione, accentuando la lotta armata i diversi gruppi palestinesi, in special modo Hamas, vorrebbero far apparire il ripiegamento israeliano come una conseguenza delle loro attività e quindi come una vittoria palestinese.

Le dichiarazioni che partono dall'Anp vengono prese per oro colato da Michele Giorgio, mentre quelle di provenienza israeliana sono tutte virgolettate. Come mai?
E dopo il massacro di ieri non si è fatta attendere - come c’era da aspettarsi - nemmeno la risposta di Hamas e della Jihad islamica: le due organizzazioni estremiste hanno già annunciato che vendicheranno i morti palestinesi.
Dunque per Michele Giorgio gli attentati terroristici sono giustificati. Certo, perchè no: è tutta colpa di Israele e bisogna punirli.
Invitiamo i nostri lettori a dare il proprio giudizio su quanto scritto dal quotidiano napoletano. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.

posta@ilmattino.it

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