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Il Mattino Rassegna Stampa
05.03.2004 Una rubrica di corrispondenza con i lettori
in realtà colonne di propaganda

Testata: Il Mattino
Data: 05 marzo 2004
Pagina: 9
Autore: Pietro Gargano
Titolo: «Per la pace meglio un ponte che un muro»
Riportiamo due lettere di protesta indirizzate alla rubrica dei colloqui con i lettori del quotidiano napoletano. Seguono la risposta del redattore Pietro Gargano del Mattino ed il nostro commento.
In riferimento alla risposta data al lettore Nazzareno Pierandrei vorrei confermare: è vero, papa Wojtyla se ne intende, infatti dopo l'attentato subito siè ben protetto; ma perchè gli europei tanto sensibili al "muro israeliano" non si ribellano di fronte ai dispositivi elettronici negli aeroporti o in altri contesti pronti a rilevare la presenza di ordigni o quant'altro?
Il "muro israeliano" è costituito da una rete metallica, identica a tante altre presenti in Europa a tutela di quanto è a rischio di attentato o aggressione. Il muro di difesa in Israele non è altro che un sistema tecnologico pronto a evidenziare segnali sospetti. L'autodifesa è scancita dal diritto internazionale e Israele, nella sua piena e democratica entità statuale, unica in tutto il Medioriente e riconosciuta dal 1948, ne ha diritto quanto gli altri Stati democratici occidentali. Purtroppo i terroristi non hanno ben chiaro il concetto di ius.

Francesca Bianco - francesca.rb@tiscali.it

Non per fare del facile sarcasmo, ma sembra proprio una maledizione quella, immancabilmente sottolineata da codesto quotidiano, che perseguita ogni movimento dei militari israeliani, rendendoli sempre e comunque ciechi e inesorabili assassini di bambini palestinesi. Viceversa, non si riesce a comprendere come facciano a evitare di spezzare giovani vite quei kamikaze che si fanno esplodere su autobus di studenti o in locali affollati da famiglie ebraiche.
E' uno dei tanti esempi di realtà manipolate al servizio di interessi e di ideologie che, nel caso specifico, rivelano un riaffiorante antisemitismo. Considero vergognosa ogni speculazione sulla vita dei minori, che va protetta e difesa a ogni livello e in ogni parte del mondo ed è in nome di questo principio che dev'essere condannato ogni addestramento di bambini all'uso delle armi, al lancio di pietre, alla partecipazione a manifestazioni e sommosse. Sappiamo bene chi fa uso di queste tattiche.

Alberto Sannino - LATINA
Ecco la risposta del redattore Pietro Gargano:
Il muro israeliano non è una rete metallica, come sostiene la lettrice Bianco. E' una barriera di recinzioni metalliche controllate elettronicamente - in alcuni punti alte otto metri - e di vero cemento armato per una ventina di chilometri. Alla fine sarà lungo almeno 600 chilometri e costerà oltre un miliardo di dollari. Non risulta che in Europa esistano esempi solo vagamente simili, ora che è in polvere il muro di Berlino. Il problema non è la sicurezza: l'autodifesa è diritto inviolabile del popolo d'Israele, ci mancherebbe. Il fatto è che l'opera sta attraversando città e villaggi, distruggendo e confiscando campi e distese di ulivi, separando i contadini dalle loro terre, gli studenti dalle scuole, i pazienti dagli ospedali e trasformando la vita dell'inetra popolazione in un inferno. Con questo muro Israele sta annettendo gli insediamenti e imprigionando i palestinesi in delle enclave, con l'obiettivo di prevenier qualsiasi possibilità futura di creare uno stato palestinese. Le parole tra virgolette sono firmate dalla coalizione dei pacifisti israeliani.
Il muro è ora al giudizio della Corte dell'Aja, cui Israele nega legittimità. L'America, la Russia e l'Europa stanno su inerti confini di neutralità mentre il processo di pace - la "road map" - è fermo. Giova però ricordare che già la Commissione dei diritti dell'uomo, la stessa assemblea generale dell'Onu e il suo segretario Kofi Annan si sono espressi contro la legalità della barriera.
Gli israeliani e parte dell'opinione pubblica sono convinti che quel muro sia l'unico sistema per prevenire gli attacchi suicidi. Altri temono che l'effetto sarà solo quello di moltiplicare l'odio. Chi propende per la seconda ipotesi non può essere tacciato di antisemitismo, l'orrore della Shoah nessuno può dimenticarlo. Ma la disperazione alimenta il terrorismo e ogni orrendo attentato di kamikaze finisce per indebolire la stessa dirigenza palestinese: sono nemici comuni, quei disperati assassini. Sarà semplicistico, però la soluzione in quelle terre senza pace resta un accordo congiunto, da ricercare con ostinazione e reciproche concessioni. <>: non dimentichiamola, questa frase di papa Wotyla.
Chi segue Informazione Corretta conosce bene la situazione. La risposta di Gargano è quanto di più propagandistico si possa pensare. A lui la sicurezza di Israele in realtà non interessa affatto. Solo luoghi comuni per dare torto a Israele. Che è la linea del Mattino.
Invitiamo i nostri lettori a dare il proprio giudizio su quanto scritto dal quotidiano napoletano. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.



posta@ilmattino.it

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