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Il Mattino Rassegna Stampa
09.01.2004 Sempre permessivi nei confronti di una sola parte
è la posizione del quotidiano di Napoli

Testata: Il Mattino
Data: 09 gennaio 2004
Pagina: 10
Autore: un giornalista
Titolo: «Hamas offre la «pace temporanea»»
A leggere le prime righe dell'articolo pubblicato oggi, venerdì 9 gennaio '04, a pag. 10 de Il Mattino, lo sceicco-terrorista Yassin fa davvero pena: gli vengono attribuite queste parole: "anziano", "carismatico", "costretto su una sedie a rotelle" e per giunta "più volte rinchiuso nelle carceri israeliane". Insomma, una povera brava persona.
Quando si tratta di palestinesi, anche se di terroristi incalliti come Yassin & Co., i titoli de Il Mattino sono sempre accondiscendenti: quello di oggi è titolato "Hamas offre la «pace temporanea»"; che suona come una beffa. Ecco l'articolo.

Gerusalemme. Da Hamas segnali di una possibile svolta. Lo sceicco Ahmned Yassin, leader religioso e «guida spirituale» del movimento islamico palestinese, si dice disposto ad accettare una «pace temporanea» con Israele. Ma è ancora presto per dire se questo potrebbe lasciare intendere una sorta di «riconoscimento» dello Stato ebraico, finora ritenuto da Hamas usurpatore delle terre palestinesi. Yassin ha posto comunque una serie di condizioni.
L’anziano e carismatico sceicco - 68 anni, costretto su una sedia a rotelle, più volte rinchiuso nelle carceri israeliane - ha detto che Hamas, in cambio della costituzione di uno Stato palestinese «provvisorio» in Cisgiordania e nella striscia di Gaza, con capitale a Gerusalemme, è disposto ad accettare una «pace temporanea» con Israele. Il futuro del resto di quella che egli chiama la Palestina occupata, cioè il territorio su cui sorge lo Stato di Israele, «sarà deciso dalla storia». Un'affermazione volutamente vaga che lascia lo spazio a interpretazioni diverse. La più ottimistica è che, senza dirlo espressamente, Yassin in questo modo abbia lasciato intendere che Hamas si è rassegnato all'esistenza di Israele. Quella pessimistica, e forse più vicina alla verità anche perchè coerente con sue passate dichiarazioni, è che nel parlare di pace provvisoria Yassin abbia voluto lasciare aperta l'opzione della Jihad, cioè della «guerra santa», da riesumare nel momento più favorevole.
Yassin, in ogni caso, ha chiarito che anche dopo la creazione di uno Stato palestinese nei Territori, Hamas non sarà disposto a riconoscere «l'altro Stato che si trova in Palestina». Lo sceicco Yassin ha detto che Hamas ha respinto una proposta americana di tregua di un anno nella lotta armata dentro Israele, in cambio della cessazione delle «uccisioni mirate» di capi del movimento per mano di agenti dello tato ebraico. Le condizioni di Hamas per una tregua, ha precisato, sono la fine dell' occupazione israeliana nei Territori, lo sgombero degli insediamenti e il ritorno dei profughi palestinesi del 1948 alle loro case e terre in Israele.
Intanto qualcosa si muove anche su fronte siriano. Il presidente siriano Assad ha scelto la Turchia come Paese da cui chiedere ufficialmente a Israele di riprendere il negoziato di pace tra i due Paesi, che dalla Guerra dei 6 giorni del giugno 1967 sono ancora formalmente in guerra. E Israele ha chiesto che sia la Turchia ad agire da mediatore per favorire la formazione delle condizioni preliminari. Ankara ha accettato un ruolo impegnativo di mediazione da cui in passato si era tenuta lontana dichiarandosi disposta solo ad un mero ruolo «facilitatore». Sono queste le novità emerse dal viaggio diplomatico del presidente siriano in Turchia che hanno anche inaugurato l'apertura di una «nuova fase» nelle relazioni bilaterali tra i due Paesi che cinque anni fa furono sull'orlo della guerra. La novità della richiesta di Assad a Israele era nell'aria. Ma la conferma è giunta solo ieri da fonti israeliane ad Ankara e dallo stesso premier turco Erdogan.
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