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Il Mattino Rassegna Stampa
11.11.2003 La collocazione impropria delle parole e delle immagini
risultato: faziosità e disinformazione

Testata: Il Mattino
Data: 11 novembre 2003
Pagina: 4
Autore: Dell'Uva - Santini
Titolo: «Casini: l'antisemitismo sempre in agguato»
Sul Mattino di oggi, a pag. 4 ci sono diversi artcoli. Il principale ("Casini: l'antisemitismo sempre in agguato" di Vittorio dell'Uva) descrive la visita del Presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, in Israele. Gli articoli sono accompagnati da alcune foto tra le quali una, posta al centro della pagina, che ritrae due bimbi palestinesi tra due blocchi bassi (alti quanto i bimbi) di cemento con dinanzi del filo spinato. La didascalia riferita alla foto è la seguente: "Due bambini palestinesi si affacciano dal Muro issato da Israele nei Territori".
Per un lettore più attento è facilmente intuibile che quella nella foto non può essere la barriera difensiva in via di costruzione, dal momento che è evidente trattasi di blocchi di cemento separati (i bambini sono nel mezzo, tra i due blocchi), peraltro alti quanto i bambini. Evidentemente, però, Il Mattino non si preoccupa della fondatezza di quanto viene pubblicato, bensì l'unico obiettivo è rendere "chiaro", agli occhi del lettore, il concetto che i palestinesi sono in gabbia.
Altro elemento che desta una certa attenzione è la presenza, sotto la foto appena descritta e al fianco della didascalia, di una frase di Casini ripresa dall'articolo principale. La frase è la seguente: "Tenere alta la guardia contro i pregiudizi e coltivare la memoria". Viene il sospetto che la scelta della foto, così come la collocazione della frase non siano casuali bensì volute, allo scopo di perseguire un improbabile parallelismo tra le vicende della Shoah e la condizione odierna nei Territori. Il sospetto è rafforzato dalla completa mancanza di alcun riferimento diretto, negli articoli della pagina, alla costruzione, da parte del governo israeliano, della barriera difensiva.

In un altro articolo, dal titolo: "I Territori alla fame" posto alla destra della medesima foto, si parla delle sofferenze e della povertà dei palestinesi, in particolar modo della distruzione di case (peraltro senza essere precisi sul perchè di tali abbattimenti) da parte dell'esercito israeliano, ma non si fa alcun accenno alla barriera. Allora perchè quella foto? Non era più corretto pubblicare un'immagine inerente al contenuto dell'articolo?

Per quel che riguarda il contenuto di quest'ultimo articolo va evidenziata la diversità con cui vengono riportate alcune notizie e la scelta dei verbi utilizzati. Gran parte dell'articolo riporta i risultati di un rapporto dell'UNWRA circa le condizioni di vita dei palestinesi nei Territori e della distruzione di case da parte dell'IDF. Da notare come per i verbi venga utilizzato perlopiù l'indicativo. Nell'ultima parte dell'articolo, invece, si fa uso del condizionale. Perchè?, verrebbe da chiedersi. La risposta è: perchè si parla di Arafat e delle decine di migliaia di euro che mensilmente passa alla moglie che vive comodamente e lussuosamente a Parigi. Il tutto è accomagnato dall'uso, in ogni periodo riportato, dell'espressione "secondo la Tv..." (ci si riferisce alla Cbs, tv americana, che ha dato notizia dello sperpero di denaro da parte del rais palestiense. Anche e soprattutto per la corruzione imperante nella leadership palestinese, Arafat in primis, oltre al terrorismo che rende inevitabili le risposte dell'IDF, il popolo palestinese è allo stremo).
L'articolo, infine, si conclude con un'autentica perla, ossia così: "Va comunque detto che le notizie riferite dalla Cbs sono di fonte israeliana", quasi a sottendere che, viste le fonti, c'è da dubitare sulla fondatezza della notizia. Come mai questa scrupolisità non viene mai appllicata alle fonti palestinesi, che, invece, meritano incondizionata fiducia? Addirittura, talvolta si pubblicano notizie delle quali non viene riferita la fonte perchè palestinese, quindi assolutamente attendibile.
Ecco l'articolo nella sua versione integrale:

Ginevra. Le condizioni dei palestinesi nei Territori occupati «peggiorano ogni giorno», secondo il rapporto pubblicato ieri dall'Agenzia delle Nazioni Unite per l'Assistenza e il Lavoro ai Rifugiati Palestinesi (Unrwa). Il direttore Peter Hansen ha sottolineato che gli aiuti alimentari e di emergenza sono stati ridotti a causa della scarsità di donazioni internazionali malgrado sei palestinesi su dieci vivano al di sotto della soglia di povertà di due dollari al giorno mentre in alcune aree un bambino su quattro soffre di malnutrizione. Dei 3 milioni di palestinesi che vivono nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, quasi una persona su tre dipende per vivere dagli aiuti alimentari dell'Unrwa.
Hansen ha inoltre aggiunto che fino ad oggi più di 92mila abitazioni sono state distrutte o danneggiate dall'esercito israeliano e «circa 2mila palestinesi hanno perso le loro case a Rafah durante l'operazione militare condotta da Israele nel sud della Striscia di Gaza ad ottobre, quando ben 200 abitazioni sono state demolite o danneggiate senza poter essere riparate». Secondo l'Agenzia Onu, da quando è iniziata la seconda Intifada tre anni fa l'esercito di Israele ha distrutto in Cisgiordania e Gaza circa 2100 abitazioni, danneggiandone 17 mila.
Ma ieri intanto il presidente dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) Yasser Arafat è stato preso di mira da un servizio della rete televisiva americana Cbs. Secondo la tv il presidente dell’Anp (che da quasi due anni vive sotto assedio israeliano a Ramallah) avrebbe trasferito un miliardo di dollari circa di fondi dell'Anp in conti bancari privati. Il leader palestinese, secondo la tv americana, attingerebbe da questi conti per sostentare la moglie Suha che abita a Parigi. Ogni mese, secondo la Cbs, Arafat invierebbe a Suha centomila dollari. Va comunque detto che le notizie riferite dalla Cbs sono di fonte israeliana.
Infine un'ultimissima nota circa il terzo articolo pubblicato e riguardante la visita di delegati cristiani dell'Olp al Papa (questo il titolo: "I palestinesi dal Papa", firmato da Alceste Santini). Parlando dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP), il giornalista usa testuali parole: "... organismo nato nel 1964 con l'obiettivo per la formazione di uno Stato palestinese , laico e democratico (...)". Chi possiede una minima conoscenza storica sa benissimo che l'Olp, fondata da Ahmad al-Shuqayri nel 1964, aveva come obiettivo la "liberazione" della Palestina (lo dice la sigla stessa dell'organizzazione) ante 1967 (anno della guerra dei 6 giorni).
Ciò significa che l'Olp aveva come scopo principale la cacciata degli ebrei dalla terra d'Israele (la Palestina da liberare).
Purtoppo il lettore che ha una conoscenza degli accadimenti pari a zero si berrà quanto riportato nell'articolo.

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