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Libero Rassegna Stampa
22.01.2025 Sinistra in crisi di nervi per un abbaglio
Commento di Tommaso Montesano

Testata: Libero
Data: 22 gennaio 2025
Pagina: 2
Autore: Tommaso Montesano
Titolo: «I progressisti impazziscono peril saluto di Musk «Via la Statua della Libertà». E Saviano evoca la violenza»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 22/01/2025, a pag. 2, con il titolo "I progressisti impazziscono peril saluto di Musk «Via la Statua della Libertà». E Saviano evoca la violenza", la cronaca di Tommaso Montesano.


Tommaso Montesano

Musk "lancia il cuore" ai suoi sostenitori e la sinistra lo scambia per un saluto romano. Persino i fact checkers di sinistra smentiscono che si tratti di un gesto fascista, ma la sinistra politica e intellettuale, nel frattempo, impazzisce. Una rassegna delle dichiarazioni più assurde.

Perfino il fact checking dell’Espresso ha dovuto ammetterlo: «Quello non è un saluto romano». «Si vede chiaramente Musk battere la mano sul cuore, come per afferrarlo.
Poi, più che tendere il braccio, mima una sorta di lancio del cuore tra il pubblico». Tanto più che “mister Tesla”, di fronte alla platea della Capitol One Arena di Washington gremita di sostenitori di Donald Trump fresco di giuramento, aggiunge anche: «Il mio cuore va a voi». Niente da fare: per parlamentari e maître à penser di sinistra abbiamo appena assistito, ottant’anni dopo, «al ritorno della Bestia» (Paolo Berizzi di Repubblica, su X). La “Bestia” del «nazifascismo».
E dire che “The Donald” si è appena insediato. C’è da chiedersi in che condizioni saranno i suoi detrattori (e i loro fegati) non tra quattro anni, ma tra qualche mese se queste sono le avvisaglie. È bastata la cerimonia per la vittoria officiata, tra gli altri, da Musk a mandare fuori di testa i soliti noti in preda alla rabbia dalla notte elettorale Usa. Quel gesto del tycoon, uomo chiave della nuova amministrazione di Trump, è stato subito letto come un inno al fascismo. Anzi, al nazismo. E a nulla sono servite sia le spiegazioni dello stesso Musk - «hanno bisogno di sporchi trucchi migliori: che noia, l’attacco “sono tutti Hitler”» - sia quelle del suo braccio destro in Italia, Andrea Stroppa, che pure in un tweet, poi rimosso, ha evocato sì il saluto romano, ma esclusivamente in riferimento «all’antica Roma».
Stroppa che però poi ha anticipato ciò che anche i canali social vicini a Trump come Breitbart hanno evidenziato: «È semplicemente Elon, che ha l’autismo, mentre esprime i suoi sentimenti dicendo: “Voglio darvi il mio cuore”. Ed è esattamente quel che ha comunicato». A sinistra era già partita la più classica delle mistificazioni in nome dell’antifascismo. Detto di Berizzi, ecco lo scrittore Roberto Saviano delineare uno scenario apocalittico: «La fine di tutto questo sarà violenta (...). Prima di cadere però quanto orrore ancora?
Quanto durerà l’agonia della democrazia? Che tu sia maledetto Musk». Ecco l’editorialista di Repubblica Annalisa Cuzzocrea: «Saluti romani, persecuzioni e deportazioni annunciate, ambiente sventrato, annessioni di territori. Cosa potrà mai andare storto?». I toni sono enfatici, da pericolo incombente. Carlo Verdelli, editorialista del Corriere della sera, chiede addirittura la rimozione della Statua della Libertà: «Simbolo di un’altra era che Trump ha appena finito di sbriciolare, andrebbe rimossa dalle acque di New York e riposta in un museo. Per un minimo di coerenza. A perenne ricordo. C’era una volta in America». Nientemeno. «Disprezzo per la storia», concorda Ezio Mauro, ex direttore di Repubblica, postando la foto incriminata.
E se Beppe Severgnini alza il sopracciglio - «se sa quello che fa, è pericoloso. Se non sa quello che fa, è pericoloso»-, l’europarlamentare di Avs Ilaria Salis vede in Musk il nuovo teorico della “soluzione finale”: «Non è solo una posa provocatoria ma è l’espressione di una precisa agenda politica. È stato annunciato un programma di deportazione di milioni e milioni di persone».
Gli esponenti politici non si fanno pregare. Il sigillo di Elly Schlein arriva in serata, quando la segretaria del Pd, alla domanda su Musk, risponde: «Antifascisti sempre». Slogan che compare anche sul profilo Instagram del partito. Fin dalla mattina i dem cavalcano il video del tycoon. Il responsabile esteri, Beppe Provenzano, chiede alla premier Giorgia Meloni di scegliere: «Dove sarà? Lasciamo lei con Elon Musk e i saluti romani, noi stiamo da tutt’altra parte». Anche Angelo Bonelli, uno dei leader di Avs, chiama in ballo il capo del governo: «Ormai Giorgia Meloni fa parte dell’internazionale nera della destra sovranista che vuole cambiare il mondo facendo favori ai grandi potenti».
Marco Furfaro, fedelissimo della leader (fa parte della segreteria come responsabile “iniziative politiche”), deputato, non ammette discussioni: «Un colpo sul petto. Poi il saluto nazista. Inequivocabile: braccio destro teso. Un gesto, quello di stasera, che evoca morte, guerra, stermini. Un gesto che ha accompagnato eserciti che hanno invaso, occupato, sterminato anche in casa nostra. E siamo al primo giorno. Solo il primo giorno. Questa è la destra. Questi sono Musk e Trump. Questi sono i riferimenti internazionali del governo Meloni».
Da Strasburgo Sandro Ruotolo, europarlamentare Pd, invoca la mannaia della censura nei confronti di Musk: «È un pericolo per la democrazia e l’Europa non può balbettare. Va applicato il Digital Services Act». Lo stesso invocato in estate dall’ex commissario Ue Thierry Breton, sempre contro il patron di X, in nome della lotta al «controllo della disinformazione».

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