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Libero Rassegna Stampa
27.11.2024 La pace in Libano e la forza di Israele
Editoriale di Mario Sechi

Testata: Libero
Data: 27 novembre 2024
Pagina: 1
Autore: Mario Sechi
Titolo: «La pace in Libano e la forza di Israele»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 27/11/2024, a pag. 1 con il titolo "La pace in Libano e la forza di Israele" l'editoriale di Mario Sechi.


Mario Sechi

Benjamin Netanyahu ha avuto il coraggio di accettare una tregua in Libano. E' una possibilità, data ai libanesi di buona volontà, di non lanciare più missili. In questo, come in altri casi, Netanyahu dimostra una forza morale che nessun tribunale internazionale (filo terrorista) gli riconoscerà mai.

Non l’ignobile Tribunale penale internazionale, ma i libri di storia renderanno giustizia a Benjamin Netanyahu, un primo ministro che, nel momento più grave per Israele dal dopoguerra, ha sfoderato coraggio e leadership, qualità che servono quando guidi il tuo Paese in una sfida esistenziale. La tregua con Hezbollah fa parte di un conflitto su tre fronti: a Gaza, in Libano e in Iran. Giunge dopo oltre un anno di campagna militare contro Hamas, un’operazione che ha distrutto l’organizzazione terroristica di Gaza, eliminato i suoi capi e il suo arsenale. Hezbollah è l’altro braccio del mostro pilotato da Teheran, più potente di Hamas, il più ramificato, il più ricco. Con una spettacolare manovra Netanyahu ha stretto d’assedio il braccio armato dell’Ayatollah Ali Khamenei, lo ha decapitato, lo ha fatto piombare nel terrore, ha eliminato i suoi capi. Con un blitz spettacolare l’intelligence israeliana ha platealmente esposto Hezbollah come un bersaglio facile quando ha fatto esplodere i cercapersone dei suoi militanti in Libano e in Siria, un colpo di teatro che ha superato l’ingegno di maestri della spy story come Fleming e Le Carrè. Netanyahu la guerra, quella per difendere il diritto di Israele a esistere e permettere al suo popolo di non vivere sotto la minaccia dei missili, l’ha già vinta. Ma l’obiettivo che il premier israeliano deve conquistare è ben più grande, è la pace.
La tregua annunciata ieri è una speranza, un atto di fede, la possibilità data ai libanesi di buona volontà di non lanciare più missili e orchestrare attentati, chiudere una stagione di sangue, voltare pagina, dedicarsi a costruire benessere e accettare l’inesorabile fatto che Israele non sarà mai cancellato dalla carta geografica. Netanyahu ha un accordo chiaro con gli Stati Uniti: se Hezbollah rompe la tregua, l’esercito israeliano tornerà a combattere. Israele ha informato anche il prossimo presidente, Donald Trump, il quale ha un piano per chiudere in fretta i conflitti in Ucraina e in Medio Oriente. Per Israele prevede una sola strategia: una vittoria rapida. Non è solo l’ultima occasione per Hezbollah, è l’ultima chiamata anche per Teheran.

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