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Libero Rassegna Stampa
06.11.2024 Licenziato il ministro. Caos in Israele
Cronaca di Amedeo Ardenza

Testata: Libero
Data: 06 novembre 2024
Pagina: 19
Autore: Amedeo Ardenza
Titolo: «Netanyahu licenzia Gallant. La polizia nell'ufficio di Bibi»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 06/11/2024, a pag. 19, con il titolo "Netanyahu licenzia Gallant. La polizia nell'ufficio di Bibi", la cronaca di Amedeo Ardenza.

Netanyahu licenzia il ministro della Difesa Yoav Gallant. I due non andavano d'accordo praticamente su nulla e un finale del genere era solo questione di tempo.

Un arresto, un licenziamento e un’indagine giudiziaria. Tutto avvenuto nel giro di poche ore e tutto originato nello stesso ambiente: l’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin (Bibi) Netanyahu. Ieri stato prorogato almeno fino a domenica il regime di custodia cautelare per Eli Feldstein, uno dei portavoce di Bibi: Feldstein è il principale sospettato per lo scandalo della fuga di notizie sulla guerra finalizzata in apparenza a silurare un accordo per una tregua con Hamas. Lo ha scritto il Times of Israel aggiungendo che martedì si sarebbero temute le udienze preliminari anche per altri due indiziati, fra i quali compare un ufficiale delle Israel Defense Forces (Idf). Eldstein era stato assunto dal team dei portavoce del premier dopo l'inizio della guerra e che in precedenza era stato portavoce delle Idf e prima ancora del ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir, esponente della destra nazionalista religiosa. Feldstein, si legge ancora, non avrebbe però superato un controllo di sicurezza da parte dell’intelligence interna, lo Shin Bet, ragion per cui era consulente e non dipendente dell'ufficio del premier.
Bibi e lo stesso ufficio, da parte loro, si sono detti del tutto estrenei alle azioni contestate ad Eldstein ma l’irruzione senza precedenti della polizia nell’ufficio del premier sabato scorso ha provocato molte polemiche nel paese Il licenziamento riguarda invece il ministro della Difesa Yoav Gallant, silurato da Bibi ieri sera. Secondo la stampa israeliana, a Gallant, esponente dello stesso partito del premier (il Likud), il benservito sarebbe stato comunicato solo dieci minuti prima di renderlo pubblico.
Se non fosse che si tratta dell’allontanamento del titolare della Difesa nel bel mezzo di una guerra, la notizia non ha troppo sorpreso: Netanyahu e Gallant non si sono mai sopportati e la cacciata del ministro era nell’aria almeno dallo scorso 29 settembre: da quando cioè l’ex-likudnik Gideon Sa’ar, già avversario interno di Bibi perla leadership della formazione, si è unito al governo assieme ad altri tre deputati del suo partito Nuova Speranza rendendo il premier meno dipendente dall’alleanza con i due partiti sul lato destro della coalizione.
Sa’ar diventa ministro degli Esteri al posto di Israel Katz che passa alla Difesa.
Da Gallant il premier era diviso su questioni strategiche. La prima: gli aiuti umanitari che Joe Biden chiede a Israele di fornire ai palestinesi per Sa’ar non dovevano essere responsabilità dei militari che, nel consegnarli, si espongono a nuovi rischi. La seconda: Israele deve trovare un accordo con Gaza (ossia una tregua in cambio di ostaggi) e chiudere la partita a sud per concentrarsi a nord contro Hezbollah. La terza: gli haredim (i religiosi ortodossi) non possono essere più esentati dal servizio militare ma devono andare al fronte assieme agli altri cittadini. Da cui il plauso dei partiti religiosi a Bibi per aver allontanato Gallant dal governo mentre il premier starebbe valutando di licenziare anche i vertici delle Idf e dello Shin Bet.
L’indagine, infine, è quella penale che l’Unità 433 Lahav della polizia israeliana sta conducendo da diversi mesi all’interno dell’ufficio del primo ministro per «fatti gravi risalenti all’inizio della guerra», scrive Ynet. Nell’ambito della vicenda, è previsto che un alto funzionario dell’ufficio del premier sarà interrogato. In precedenza, una fonte aveva rivelato al giornale il timore che ci fosse stato un tentativo da parte di funzionari dell’ufficio di Bibi di modificare alcuni dei protocolli o delle trascrizioni delle discussioni del gabinetto.

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