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Libero Rassegna Stampa
27.10.2024 Israele ha colpito l’Iran in tre ondate
Analisi di Mirko Molteni

Testata: Libero
Data: 27 ottobre 2024
Pagina: 4
Autore: Mirko Molteni
Titolo: «Israele ha colpito l’Iran con 100 aerei in tre ondate. Centrata la base Pasdaran di droni, missili e atomica»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 27/10/2024, a pag. 4 con il titolo "Israele ha colpito l’Iran con 100 aerei in tre ondate. Centrata la base Pasdaran di droni, missili e atomica" l'analisi di Mirko Molteni. 

Mirko Molteni
Mirko Molteni

Colpiti numerosi obiettivi in Iran, dimostrando che l'aviazione israeliana può volare in lungo e in largo nel suo spazio aereo senza essere intercettata. L'obiettivo più importante è la base dei Pasdaran di Parchin dove vengono progettati i missili più potenti, potenzialmente nucleari.

All'alba di sabato l'Iran è stato attaccato dal cielo in maniera massiccia per la prima volta dalla guerra contro l'Iraq combattuta dal 1980 al 1988. Così Israele ha attuato la sua rappresaglia per l'attacco missilistico iraniano dello scorso 1° ottobre. Ha colpito basi militari della Guardia Rivoluzionaria dei pasdaran evitando strutture petrolifere e nucleari, come promesso dal premier Benjamin Netanyahu al presidente USA Joe Biden.
Già il 19 aprile l'aviazione israeliana aveva compiuto una piccola incursione dimostrativa sull'Iran, distruggendo una batteria antiaerea disposta a difesa del centro nucleare di arricchimento dell'uranio di Natanz.

GIORNI DEL PENTIMENTO

Era un “assaggio”. Ora s'è avuta un'estesa offensiva aerea, in codice Operazione Giorni del Pentimento, festività ebraica autunnale.
Dato lo spiegamento di forze, il raid avrebbe causato danni proporzionalmente limitati, e solo 4 morti, ma lo scopo, convincere l'Iran che raid israeliani su vasta scala non si possono arginare, pare raggiunto, se Teheran non intende reagire.
Erano 100 gli aerei da caccia dello Stato ebraico che hanno investito l'ex-Persia in tre ondate successive, fra le 2.30 e le 5.00 del mattino, decollati da almeno tre basi aeree, pare Hatzerim, Ovda e Nevatim. All'inizio sono state colpite postazioni radar e antiaeree, anche grazie agli hacker, per aprire la strada alle successive ondate che hanno colpito basi dei pasdaran e centri di produzione di missili e droni.

AZIONI IN SIRIA

Alcuni dei primi attacchi hanno riguardato posizioni antiaeree in Siria, che avrebbero potuto insidiare gli aerei nel primo tratto della rotta. La sequenza dei primi allarmi aerei scattati in territorio siriano e iracheno, ad Ankawa, presso Erbil, indica che le squadriglie israeliane sono entrate in Iran da Nordovest, sorvolando l'Iraq settentrionale. Sono stati impegnati caccia d’origine americana come F-15 ed F-16, anche in versioni migliorate in Israele come l'F-16I Sufa (“Uragano”), dotato di serbatoi supplementari integrati con la fusoliera che gli assicurano un'autonomia di 1800 km.
Una trentina erano i moderni F-35 dell'americana Lockheed Martin. Anche questo aereo USA è stato modificato da Israele per le proprie esigenze e battezzato F-35I Adir (“Il Potente”), montando sistemi elettronici nazionali che consentono all'aviazione israeliana di usare il velivolo in totale indipendenza dagli Stati Uniti, mentre gli altri F-35 venduti agli alleati, come l'Italia, dipendono da hardware e software di cui gli americani mantengono il privilegio. Assicuratisi corridoi sicuri fino allo spazio aereo iraniano, i caccia hanno compiuto le loro missioni, per un tragitto di 2000 km, usufruendo anche del rifornimento di carburante in volo dalle aerocisterne Boeing 707 e KC-130H dell'aeronautica israeliana.
Il raid è stato assistito da aerei da ricognizione elettronica G.550 che assicuravano sorveglianza radar e intelligence. Per l'evenienza che qualche aereo fosse abbattuto e fosse necessario salvare piloti paracadutati in territorio ostile, era in preallarme la forza speciale dell'Unità 669, con elicotteri e commandos pronti al decollo, ma non ce n'è stato bisogno poiché tutti i caccia sono tornati alla base.

GLI OBIETTIVI

Ogni aereo portava una coppia di missili Blue Sparrow o Rocks, dell'azienda ebraica Rafael, lunghi 6 metri, agganciati sotto le ali. Armi lanciabili in modalità “stand off”, cioè “alla larga”, con l'aereo assalitore che si tiene a 300 km dall'obbiettivo. Tali missili piombano sui bersagli a velocità supersonica e con margine d'errore massimo di 3 metri grazie a una combinazione di sistemi di guida multipli, cioè inerziale, ossia con giroscopi, e satellitare Gps per la maggior parte della rotta, infine ottico, con telecamere, e “antiradiazioni”, cioè attirato dalle frequenze radar e radio del nemico, nella fase terminale. Così, sono state colpite varie basi militari delle Guardie Rivoluzionarie pasdaran e dell'antiaerea, come la base aerea di Ghaleh Hassankhan a ovest di Teheran, due basi a Bidkand, il forte di Hakimiyeh a est di Teheran e le basi Shahr-e Ray, Imam Ali e Abolfath di Teheran, dove sono state distrutte batterie missilistiche antiaeree S-300 di produzione russa.
L'obiettivo di maggior peso strategico è stato il grande complesso militare di Parchin, dove i pasdaran sviluppano i missili balistici, specie i nuovi ipersonici Kheibar Shekan e Fattah che hanno causato danni in Israele nei lanci di aprile e ottobre. Sempre a Parchin, forse, si sta già disegnando una testata balistica in grado di contenere un ordigno nucleare di peso e ingombro accettabili.

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