Unifil in Libano, via al più presto: 10 domande Commento di Maurizio Stefanini
Testata: Libero Data: 12 ottobre 2024 Pagina: 1/5 Autore: Maurizio Stefanini Titolo: «Unifil in Libano: che fallimento! Andiamocene al più presto»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 12/10/2024, a pag. 1/5, con il titolo "Unifil in Libano: che fallimento! Andiamocene al più presto" l'analisi di Maurizio Stefanini.
Maurizio Stefanini
L’Onu ha una missione di pace in Libano dagli anni ’80 dopo che francesi, americani e italiani se ne andarono dal Paese, i primi e i secondi dopo aver subito attentati sanguinosi. Unifil come è operativa oggi risale al 2006: ha avuto successo? No: e la dimostrazione è che l’area che il contingente internazionale dovrebbe controllare è proprio quello in cui è concentrata la potenza di fuoco di Hezbollah. Ma proviamo a rispondere a 10 domande per chiarire la questione in cui si trovano coinvolti anche i nostri militari.
1. Il Libano è uno Stato sovrano?
In teoria sì. In pratica a Hezbollah, partito politico rappresentato al Parlamento e al governo, è consentito di mantenere una propria milizia che conduce dal territorio libanese una guerra contro Israele.
Uno Stato, per esercitare la propria sovranità, deve avere il monopolio della forza, a prescindere da chi per legge o di fatto si avvalga di tale potere. Dunque, uno Stato dove esiste un partito del genere ha abdicato alla propria sovranità.
2. Cosa dicono le risoluzioni 1701 Onu e precedenti?
«Secondo il suo mandato, stabilito dalle risoluzioni 425 e 426 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nel 1978, l'Unifil ha i seguenti obiettivi: “confermare il ritiro delle forze israeliane dal Libano meridionale”; “ripristinare la pace e la sicurezza internazionale”; “assistere il governo del Libano nell'assicurare il ritorno della sua effettiva autorità nell'area”. Con la risoluzione Sc 1701 dell’11 agosto 2006, il mandato dell'Unifil è stato ampliato: “monitorare la cessazione delle ostilità”; “accompagnare e supportare le forze armate libanesi mentre si dispiegano in tutto il sud, anche lungo la Linea Blu, mentre Israele ritira le sue forze armate dal Libano”; “coordinare le sue attività di cui al paragrafo precedente (sopra) con il governo del Libano e il governo di Israele”; “aiutare le forze armate libanesi (LAF) a prendere misure per la creazione tra la Linea Blu e il fiume Litani di un'area libera da personale armato, beni e armi diversi da quelli del governo del Libano e dell'UNIFIL schierati in quest'area”; “aiutare il governo del Libano, su sua richiesta, a proteggere i suoi confini e altri punti di ingresso per impedire l'ingresso in Libano senza il suo consenso di armi o materiale correlato”. Inoltre, l'Unifil è autorizzata a “intraprendere tutte le azioni necessarie nelle aree di dispiegamento delle sue forze e come ritiene nelle sue capacità, per garantire che la sua area di operazioni non venga utilizzata per attività ostili di alcun tipo”.
3. Unifil doveva disarmare Hezbollah?
Sì. Ma ha 10.058 militari, e la forza di Hezbollah è stata stimata un anno fa tra i 60 e i 65.000 effettivi, con un arsenale di 150.000 missili. Dunque, non può fare niente senza la cooperazione delle Forze Armate Libanesi, che con 80.000 uomini sono di poco superiori a Hezbollah come effettivi, e inferiori come potenza di fuoco.
4. Unifil ha addestrato i regolari libanesi perché si opponessero con successo a Hezbollah?
Era nel suo mandato, ma Hezbollah coi suoi alleati ha 15 deputati sui 128 del parlamento libanese, e assieme a un’altra alleanza sciita arriva a 30. Al governo Hezbollah ha i ministri del Lavoro e dei Lavori Pubblici, e l’altro partito sciita Amal i ministri di Finanze, Agricoltura e Cultura, oltre alla Presidenza del Parlamento. Insomma, le Forze Armate libanesi non avrebbero mai cooperato.
5. Quali sono i rapporti di forza in Libano?
L’unico censimento fu fatto nel 1932, e in base a quello dopo l’indipendenza fu stabilito un Parlamento con 54 cristiani (30 maroniti, 11 greco ortodossi, 6 greco cattolici, 4 armeni ortodossi, un armeno cattolico, un protestante e un rappresentate delle altre minoranze cristiane) e 45 musulmani (20 sunniti, 19 sciiti e 6 drusi), con l’accordo che il presidente sarebbe stato maronita, il primo ministro sunnita e il presidente del Parlamento sciita. Non si sono più fatti censimenti per non creare problemi, ma la crescita demografica dei musulmani specie sunniti, l’immigrazione di siriani e la presenza dei palestinesi crearono la tensione che portò alla lunga guerra civile del 1975-90. Con gli Accordi di Taif, sempre senza fare censimenti, ci fu una nuova ripartizione con 64 deputati cristiani (34 maroniti, 14 greco ortodossi, 8 greco cattolici, 5 armeni ortodossi, un armeno cattolico, un protestante e un rappresentate delle altre minoranze cristiane) e 64 musulmani (27 sunniti, 27 sciiti, 8 drusi e 2 alawiti).
Una stima della Cia del 2022 computava un 31,9% di sunniti, un 31,2 di sciiti, un 32,4% di cristiani e un 5,6 di drusi.
Un’altra stima del 2010 dava 27% di sunniti, 27% di sciiti, 21% di maroniti, 8% di greco-ortodossi, 5,6% di drusi, 5% di greco-cattolici.
6. Da che parte stanno i cristiani?
Divisi fra diloro. c’è un deputato greco cattolico eletto con gli sciiti di Amal e unmaronita con i drusi del Partito Socialista Progressista. Almeno 15 deputati cristiani e tutti e 12 i membri cristiani del governo sono dunque alleati con gli sciiti.
7. Gli sciiti di Hezbollah sono alleati dei sunniti di Hamas?
Entrambi sono alleati dell’Iran e ricevono missili e armi contro Israele. L’attacco di Hezbollah è iniziato dopo il 7 ottobre.
no in Libano? Un censimento del 2017 ne ha contati 174.422, ma l’Unrwa ne indica 489.292. L’Olp non colpisce Israele dal Libano dal 1982, ma Hamas è presente, integrata con Hezbollah.
8. Qanti palestinesi vivono in Libano?
Un censimento del 2017 ne ha contati 174.422, ma l’Unrwa ne indica 489.292. L’Olp non colpisce Israele dal Libano dal 1982, ma Hamas è presente, integrata con Hezbollah.
9. Qual è il ruolo dell’Arabia Saudita?
Mediò gli Accordi di Taif ed è la grande protettrice dei sunniti, con relative tensioni con l’Iran. Dunque, guarda con antipatia Hezbollah e Hamas. L’incontro di martedì tra i ministri degli Esteri di Riad e Teheran è stato visto come un tentativo di accordo.
10. I Caschi Blu sono sempre rimasti sul campo in caso di guerra?
No. Caschi Blu combatterono in Corea 1950-53, contribuendo a fermare l’attacco del Nord e poi in Somalia tra ’92 e ’95, e lì fu invece un disastro. Nel ’67 la decisione di Nasser di espellerli da Gaza e Sinai portò alla Guerra dei Sei Giorni. Nel 1995 non impedirono la strage di 8000 bosniaci a Srebrenica e neppure il genocidio in Ruanda del 1994.
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