domenica 03 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Libero Rassegna Stampa
14.09.2024 Gli Usa frenano le richieste di Zelensky
Cronaca di Mirko Molteni

Testata: Libero
Data: 14 settembre 2024
Pagina: 15
Autore: Mirko Molteni
Titolo: «Zelensky invita Putin ai colloqui di pace»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 14/09/2024, a pag. 15 con il titolo "Zelensky invita Putin ai colloqui di pace" la cronaca di Mirko Molteni. 

Mirko Molteni
Mirko Molteni

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky annuncia una prossima conferenza di pace a cui sarà invitata anche la Russia e presenterà all'amministrazione Biden un piano di pace, che è anche "un piano per la vittoria". Ma gli Usa frenano sugli aiuti. Sia Biden che il britannico Starmer non autorizzeranno l'uso di missili forniti all'Ucraina contro il territorio russo. 

Apre alla diplomazia, ma senza demordere sotto l'aspetto militare, il presidente ucraino Volodymir Zelensky, che ieri ha preannunciato una nuova conferenza per la pace, da tenersi «in novembre», non a caso nel periodo delle elezioni presidenziali americane, a cui «verrà invitata anche la Russia». Una svolta rispetto alla conferenza ospitata dalla Svizzera in giugno, che escludendo la Russia era, di fatto, autoreferenziale. Poiché il leader di Kiev intende sedersi al tavolo assicurando al suo Paese una capacità contrattuale, la proposta è affiancata dalla prosecuzione dell'intrusione ucraina nella regione russa di Kursk.

IL PIANO DI KIEV

Anzi, Zelensky, nonostante ammetta «difficoltà» sul campo di battaglia, ha parlato di un «piano della vittoria», su cui ha evitato dettagli, dicendo: «Incontrerò il presidente americano Joe Biden in settembre e gli presenterò un piano per la vittoria: soluzioni interconnesse grazie alle quali l’Ucraina riceverà abbastanza forza per mettere la guerra sulla rotta verso la pace. Sia per espellere l’avversario, sia per una soluzione diplomatica, l’Ucraina ha bisogno di posizioni forti».
Spiragli, che hanno portato ieri a uno scambio di prigionieri che ha consentito agli ucraini di recuperare 49 soldati catturati dal nemico, fra cui ben 23 donne.
Zelensky pressa Washington e la Nato per avere il permesso di bombardare l’entroterra della Russia con missili occidentali, specie per ostacolare l’afflusso di rinforzi nemici dalle retrovie. Ma la strada è in salita. Ieri s'è tenuto alla Casa Bianca un incontro fra Biden e il premier britannico Keir Starmer da cui ci si aspettavano aperture in tema di missili, anche perché il New York Times aveva anticipato che gli USA erano pronti a dare l'assenso all'uso di armi alleate oltrefrontiera, escluse però quelle americane, come i razzi ATACMS da 300 km di gittata. Verso sera il portavoce del Consiglio della Sicurezza nazionale USA, John Kirby ha però precisato che «la nostra politica non cambia». La stampa inglese ha anticipato un possibile via libera di Starmer sui missili Storm Shadow da crociera, lanciati da aerei e con gittata di 560 km, chiamati SCALP dai francesi e forniti agli ucraini non solo da Gran Bretagna e Francia, ma anche dall'Italia, tanto che il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha chiarito che Roma non autorizzerà lanci oltreconfine di proprie armi. Da Berlino, un portavoce del cancelliere Olaf Scholz ha invece confermato il rifiuto di fornire missili tedeschi Taurus.
Dopo le minacce del presidente russo Vladimir Putin sulla “linea rossa” di tali armamenti, che Mosca interpreterebbe come «ingresso in guerra dell'Occidente», il portavoce del responsabile Esteri dell'Unione Europea Josep Borrell, Peter Stano, ha ripetuto parole simili a quelle di Kirby: «La politica UE sui missili non cambia». E dopo che Zelensky ha accusato gli alleati di «aver paura a parlare di abbattere congiuntamente i missili russi», a dispetto invece della collaborazione con Israele per distruggere i missili iraniani, il segretario della NATO uscente, Jens Stoltenberg, ha tagliato corto: «Non possiamo abbattere missili russi sull'Ucraina, non vogliamo esser parte del conflitto».
La NATO vuole aiutare Kiev in modi che non portino a una catastrofe globale. Come l'apertura di un centro d'addestramento per piloti ucraini di caccia F-16 in Romania, nella base aerea di Fetesti, 150 km da Bucarest, annunciata dal portavoce della Difesa rumena Constantin Spinu. Il ministro della Difesa di Kiev, Rustem Umerov, ha promesso che «ci saranno più F-16 nei cieli ucraini», rispetto agli attuali sette ex-danesi.

AVANZATA NEL DONBASS

Zelensky rivendica che l'invasione ucraina nel Kursk «ha causato una diminuzione dell'uso dell'artiglieria russa nel Donbass», sostenendo che il rateo di fuoco in granate dei russi «è calato da 12 volte il nostro a solo 2,5 volte».
Mala controffensiva russa nel Kursk ha ripreso ulteriori 10 centri abitati nelle scorse 36 ore e anche nel Donbass i russi avanzano ancora, tanto che in settori come Pokrovsk «la situazione è tornata critica», come hanno detto fonti dell’esercito di Kiev a RBC-Ukraine.

Per inviare a Libero la propria opinione, telefonare: 02/99966200, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@liberoquotidiano.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT