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Libero Rassegna Stampa
10.09.2024 Germania: il piano anti-clandestini
Cronaca di Amedeo Ardenza

Testata: Libero
Data: 10 settembre 2024
Pagina: 8
Autore: Amedeo Ardenza
Titolo: «Il piano anti-clandestini della Germania socialista»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 10/09/2024, a pag. 8, con il titolo "Il piano anti-clandestini della Germania socialista", la cronaca di Amedeo Ardenza

Nancy Faeser, ministro dell'Interno tedesca, promette un giro di vite contro gli immigrati clandestini. Benché sia un governo di sinistra, pro-immigrazione, dopo tre attentati di fila, deve guardare in faccia la realtà e chiamare il terrorismo islamico con il suo nome.

Lo scorso fine settimana ha fatto bel tempo nel nord della Germania. Così, nonostante le scuole siano appena ri-iniziate a Berlino, in Brandeburgo e nel Meclemburgo, decine di migliaia di tedeschi si sono riversati sulle coste del Mar Baltico per godere degli ultimi raggi di sole della stagione. La domenica sera al rientro in Germania c’è un po’ di fila sulle autostrade dove, alla frontiera, la polizia tedesca chiede alle auto di rallentare un po’. Ma controlli veri e propri non ci sono.
E chi vuole evitare il rallentamento autostradale può liberamente imboccare strade complanari dove la Polonia sfuma nella Germania senza cartelli né polizia.
Dal 16 settembre, invece, si cambia. Lunedì una fonte del governo di Olaf Scholz ha annunciato che la Germania intende ripristinare i controlli alle frontiere per dare un giro di vite all’immigrazione irregolare. Con un linguaggio sorprendentemente diretto per un esecutivo a guida socialdemocratica, il portavoce ha spiegato che lo scopo della misura è «proteggere la sicurezza interna dalle attuali minacce poste dal terrorismo islamico e dalla criminalità transfrontaliera». Spd, Verdi e gli alleati Liberali chiamano insomma il problema con nome e cognome: terrorismo islamico. Una presa di coscienza da parte del governo molto attesa dagli elettori tedeschi dopo la serie di attacchi terroristici (o tentati attacchi) di matrice islamica che ha scosso la Germania in poche settimane.
Dopo il portavoce ha parlato la ministra federale degli Interni, Nancy Faeser: «Stiamo rafforzando la nostra sicurezza attraverso un'azione concreta», ha spiegato, confermando «il pugno duro contro le migrazione illegali». Faeser ha poi reso noto di aver comunicato la decisione del governo alla Commissione Ue ai sensi del Trattato di Schengen che da un lato dispone la libera circolazione di mezzi e persone ma dall’altro regola il ripristino dei controlli alle frontiere a determinate condizioni. Come era successo, per esempio, ai tempi della pandemia del coronavirus.
Fedele al credo europeista, la ministra ha assicurato che Berlino intende muoversi «in stretto coordinamento» con le altri capitali europee. Ma tutte le misure, ha concluso, sono giustificate dall'«onere complessivo elevato per la Germania» derivante dal terrorismo islamico. La Repubblica federale chiude così il cerchio delle frontiere. I primi controlli erano stati introdotti al confine con l’Austria, porta principale della rotta balcanica che unisce idealmente le coste turche con le città del nord Europa.
Controlli, benché non sistematici, sono poi stati introdotti alla frontiera con la Polonia, da dove sono entrati circa un milione di profughi ucraini negli ultimi due anni, e alla Repubblica Ceca. Adesso si guarda anche più a ovest: Francia, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo e Danimarca.
Basterà per recuperare la fiducia dei cittadini? Probabilmente no. Tant'è che il governo ha anche annunciato un «modello per respingimenti efficaci e conformi al diritto europeo». Berlino, insomma, si dispone ad accogliere meno migranti e richiedenti asilo di quanto fatto fin qua. Nella speranza, da un lato, di subire meno attacchi e dall’altro di togliere argomenti e consensi ai sovranisti di AfD, andati molto forte alle recenti regionali in Sassonia e Turingia ma forti anche nei sondaggi per le regionali in Sassonia il 22 settembre.
Da sottolineare che il governo ha comunicato il piano all’opposizione moderata Cdu - Csu di Friedrich Merz che da settimane invoca misura in questa direzione. Governo e Cdu Csu, scrive la Welt, potrebbero discuterne insieme già oggi. Fino a quando la Germania andrà per la propria via? Fino a quando, ha spiegato il governo, il nuovo sistema europeo comune di asilo non raggiungerà una «forte protezione delle frontiere esterne dell'Ue».

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