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Libero Rassegna Stampa
23.05.2024 Spagna, Irlanda, Norvegia: un premio ai tagliagole
Analisi di Maurizio Stefanini

Testata: Libero
Data: 23 maggio 2024
Pagina: 13
Autore: Maurizio Stefanini
Titolo: «La Spagna, l'Irlanda e la Norvegia riconoscono lo Stato Palestinese»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 23/05/2024, a pag. 13, con il titolo "La Spagna, l'Irlanda e la Norvegia riconoscono lo Stato Palestinese" l'analisi di Maurizio Stefanini.

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Maurizio Stefanini

La Spagna è capofila nel riconoscimento della Palestina da parte di altri tre Paesi europei. L'unico messaggio che passa è: il terrorismo paga. E se l'obiettivo era quello di indebolire politicamente Netanyahu, questo riconoscimento, al contrario, lo ha rafforzato.

Dopo le richieste della Corte Penale Internazionale di arrestare Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa israeliano, oltre a tre dirigenti di Hamas, adesso arriva la notizia che Norvegia, Spagna e Irlanda riconosceranno lo Stato palestinese, il 28 maggio. Il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez ha dato l’annuncio durante l’audizione al Congresso nella quale è chiamato a dare informazioni sulla situazione a Gaza, oltre a spiegazioni sulla moglie Begoña Gómez, accusata di corruzione.

DECISIONE

«Questo riconoscimento non è contro Israele e il popolo di Israele, né a favore di Hamas», ha provato a precisare.
«L’iniziativa è stata concordata col primo ministro irlandese Simon Harris, che ha parlato di «un giorno storico e importante» per il proprio Paese e per la Palestina, e con il primo ministro norvegese Jonas Gahr Støre. Il ministro degli Esteri norvegese ha aggiunto che se Netanyahu entrasse nel Paese «saremmo obbligati ad arrestarlo».
Il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz Israele ha risposto richiamando subito gli ambasciatori, sia pure per ora solo per consultazioni. Ha inoltre parlato di «stupidità» che darebbe il messaggio «il terrorismo paga», formula ripetuta da Netanyahu. Olp e Hamas in effetti esultano. Il presidente Abu Mazen dice però che l'obiettivo è «raggiungere la soluzione a due Stati basata sulle Risoluzioni internazionali e nei confini del 1967», mentre i leader di Hamas, a Teheran per i funerali di Raisi, fanno sponda all’Iran sull’obiettivo di distruggere Israele.
Prima del riconoscimento annunciato ieri da Spagna, Irlanda e Norvegia (che non fa parte dell'Unione Europea), solo un Paese Ue, la Svezia l’Ue aveva compiuto il passo nel 2014. Malta, Cipro, Polonia, Ungheria, Cechia, Slovacchia, Romania e Bulgaria invece lo avevano fatto prima dell’adesione. La Slovenia ora parla di volersi aggiungere.
La Farnesina annuncia un in contro del ministro degli Esteri Antonio Tajani col presidente del Consiglio dell'Autorità palestinese per aprire un percorso «che però non può essere fatto di un riconoscimento della Palestina senza il riconoscimento di Israele dello Stato palestinese e viceversa. Poi bisogna capire cosa sia lo Stato palestinese perché non possiamo riconoscere uno Stato a guida di Hamas». Più sfumato il ministro degli Esteri francese, Stéphane Séjourné, per il quale il riconoscimento dello Stato palestinese «non è un tabù» ma ora non è il momento giusto. Anche la Germania dice che «il riconoscimento della Palestina sarà l'esito di una soluzione a due Stati». «Mentre ci sono ostaggi sequestrati a Gaza dei quali non si sa nulla, riconoscere lo Stato palestinese presuppone un premio per l'organizzazione terrorista Hamas», protesta la Federazione delle Comunità ebraiche in Spagna. Il preidente degli Stati Uniti Joe Biden pure si dice contro «riconoscimenti unilaterali».
«La decisione presa da Spagna, Irlanda e Norvegia di riconoscere lo Stato di Palestina rappresenta un’ottima iniziativa che apprezziamo enormemente», ha commentato l’ambasciatrice palestinese in Italia Abeer Odeh. L’ambasciatore israeliano Alon Bar, in un incontro informale con la stampa ha chiarito che il suo governo non giudica l'operato della Cpi in generale, non fa accuse di antisemitismo e non contesta sue altre decisioni. Ha però spiegato che la decisione su Israele sembra esagerata, perché non preceduta da indagini. Ha pure osservato che il bilancio delle vittime, depurato delle manipolazioni di Hamas, indica un rapporto di circa un combattente per ogni civile: deplorevole, ma tenendo conto di come Hamas si rifugia tra i civili non è altissimo, e comunque non evidenzia una volontà deliberata di uccidere civili.

OBIETTIVI MANCATI

Anche l’accusa di provocare la fame non tiene conto del fatto che Israele i convogli li ha fatti passare, e che non è responsabile della difficile distribuzione all’interno di Gaza.
Ha poi osservato che se l'obiettivo era indebolire Netanyahu, lo hanno invece rafforzato. Sarà ora più difficile per l'opposizione attaccarlo. Ed ha concluso come la formula secondo cui «la Norvegia dice che riconosce la Palestina come Stato per aiutarla a diventare Stato» fotografa la chiara contraddizione per cui in realtà né l’Anp né Hamas al momento hanno le caratteristiche distintive essenziali della statualità.

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