venerdi 06 dicembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Libero Rassegna Stampa
19.05.2024 La Georgia sfida Putin
Cronaca di Mirko Molteni

Testata: Libero
Data: 19 maggio 2024
Pagina: 17
Autore: Mirko Molteni
Titolo: «Georgia, la presidente sfida Putin»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 19/05/2024, a pag. 17 con il titolo "Georgia, la presidente sfida Putin" la cronaca di Mirko Molteni. 

Mirko Molteni
Mirko Molteni

Salomé Zourabichvili. La presidente della Georgia pone il veto sulla "legge russa" che impedisce finanziamenti stranieri alle associazioni e ai media georgiani. E lancia una sfida alla Russia, che già occupa dal 2008 due regioni del suo paese e minaccia di invaderlo di nuovo. L'Europa impari da lei invece di dormire.

Da settimane la Georgia, lo Stato ex-sovietico ai confini meridionali della Russia, è spaccata, anche con proteste e scontri di piazza, tra filo-occidentali e filo-russi e il suo destino rischia di ricalcare quello dell’Ucraina. Dopo che, martedì scorso, al parlamento di Tbilisi, la maggioranza guidata dal partito di governo Sogno Georgiano ha approvato in terza lettura una legge sugli “agenti stranieri” ricalcata su quella in vigore in Russia, la presidente della repubblica, la filo-UE Salome Zourabichvili, ha ieri annunciato che porrà il veto alla nuova legge, nel tentativo, forse vano, dati i suoi limitati poteri, di cassare il provvedimento. «Oggi – ha annunciato la Zourabichvili – ho posto il veto a una legge russa. Questa legge è russa nella sua essenza e nel suo spirito. Contraddice la nostra costituzione e tutti gli standard europei, inoltre rappresenta un ostacolo per la nostra adesione all’Unione Europea». La presidente, 72 anni, nata francese da rifugiati georgiani a Parigi, è un’indipendente liberale che, forse, teme essa stessa che alcuni georgiani la considerino “straniera”. È chiaro che se il suo veto potrà essere annullato dal parlamento, il Paese caucasico incontrerà difficoltà maggiori ad essere accettato da Bruxelles. La legge voluta dal governo del giovane primo ministro Irakli Kobakhidze, 45 anni, espressione di Sogno Georgiano, prevede che tutti gli enti, media o associazioni, per esempio giornali, televisioni, radio od organizzazioni non governative, che ricevono più del 20% dei loro fondi da istituzioni straniere debbano registrarsi come “organizzazioni portatrici degli interessi di una potenza straniera”.

CONTRO I DISSIDENTI

Devono quindi condividere con le autorità informazioni riservate, altrimenti pagheranno multe fino a 10.000 dollari. È una legge simile a quella che Vladimir Putin ha voluto fin dal 2012 per la Russia, allo scopo di soffocare il sostegno occidentale agli oppositori del regime. Il veto presidenziale potrebbe essere superato da un nuovo voto in Parlamento, dove il governo ha una salda maggioranza. L'aula di Tbilisi, infatti, è controllata da una coalizione di 84 seggi di cui 75 di Sogno Georgiano, il cui vero uomo forte resta il miliardario fondatore, Bidzina Ivanishvili, e 9 del partito alleato Potere del Popolo. La minoranza conta 55 seggi, frazionati in ben 20 piccoli partiti, poi ci sono 10 seggi “vacanti”.

UNIONE EUROPEA E NATO

Le proteste di piazza dei filoeuropei proseguono e molti manifestanti parlano di “rischio Putinistan”, cioè la trasformazione della Georgia in un Paese satellite della Russia. Del resto, l’ammissione come candidato ufficiale all’adesione all’UE, nel dicembre 2023, viene vista come l’anticamera di un possibile ingresso nella Nato, cosa che rischia di aprire un nuovo fronte di frizione sul versante Sud della Russia. La presidente si appella all'UE evocando perfino il rischio di una guerra civile, in un Paese già spaccato poiché due regioni settentrionali, Abkhazia e Ossezia del Sud, sono di fatto indipendenti sotto la protezione di Mosca: «La guerra in Georgia può scoppiare solo se ci lasciate soli davanti alla Russia. Il mio veto è aggirabile dalla maggioranza ma, se le pressioni europee aumenteranno, il governo potrebbe essere costretto a prendere tempo. Il mio è un messaggio all’opinione pubblica. Uso questo veto come simbolo. È un no a questa legge, ma anche a qualsiasi ostacolo che sia messo sul nostro cammino verso l’Europa».
Parla di «deriva autoritaria» e afferma di aver chiesto ai governi UE di mantenere l'attenzione: «In questo modo la popolazione, che dimostra di essere europeista, sentirà di non essere isolata».
I suoi poteri sono però limitati poiché, da repubblica presidenziale, ai tempi in cui nel 2008 il leader Saakashvili guidò il Paese nella disastrosa guerra contro la Russia, la Georgia è stata trasformata in repubblica parlamentare. Perciò i filo-UE sperano molto dalle azioni di piazza.

Per inviare a Libero la propria opinione, telefonare: 02/99966200, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@liberoquotidiano.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT