lunedi` 06 maggio 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






Libero Rassegna Stampa
26.04.2024 25 Aprile, giorno dell’odio
Editoriale di Mario Sechi

Testata: Libero
Data: 26 aprile 2024
Pagina: 1
Autore: Mario Sechi
Titolo: «Non una liberazione, ma una prigione»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 26/04/2024, a pag.1 con il titolo "Non una liberazione, ma una prigione" l'editoriale di Mario Sechi.


Mario Sechi

Lo scrittore Antonio Scurati legge il suo monologo al 25 aprile di Milano. Il governo Meloni viene visto come nemico fascista, in due anni media e movimenti di sinistra hanno caricato l'odio, provocando la saldatura fra antifascismo militante, anti-americanismo e anti-sionismo. La sinistra ha distrutto il significato del giorno della Liberazione: è diventata la prigione della libertà. 

La sinistra ha distrutto il significato del 25 aprile. Il brillante risultato è stato ottenuto con un sistematico lavoro di demolizione del (fu) messaggio comune, con l’espulsione dell’avversario dal momento simbolico. Opera scritta, musicata e accompagnata dalla zelante propaganda dei gazzettieri e dei salonisti del libro. Gli intellettuali, sono loro i responsabili del delitto, l’uccisione della Giornata della Liberazione, hanno lasciato impronte digitali dappertutto.
L’ignorante colto, ossessionato dal nemico, in cerca di cinque minuti di notorietà e se va bene di una svolta con diritti d’autore, prima ha trasformato l’appuntamento in un rito tribale contro Silvio Berlusconi, poi è arrivata la metamorfosi in creatura mostruosa con la caccia all’ebreo in piazza, anno 2024, Italia. Trent’anni di guerra civile, con la rotativa caricata a pallettoni, la storia è maestra di vita: quando il 25 aprile 2009 il Cavaliere si presentò a Onna con il fazzoletto tricolore dei partigiani, scattò l’ordine di affondare il colpo, un Berlusconi che fa (anche) sua la Resistenza diventa imbattibile. Sappiamo com’è andata a finire. Il governo di Giorgia Meloni, considerata dagli zibaldonisti una nipotina del Duce, ha innescato un Big Bang, un’altra ondata di pulsioni distruttive. In meno di due anni i redattori della Nuova Storia hanno mandato in tipografia un racconto che salda il ritorno del fascismo in Italia con l’odio anti-americano, l’anti-semitismo e il vade retro a Israele con l’appoggio acrobatico ai tagliagole islamisti e alla Russia.
Le farneticazioni delle piazze di Roma, Milano, Torino e altre città, sono il distillato dei social media, ornato con la parrucca e la cipria dei pensosi articoli sui giornali. Il «cane ebreo» che si è sentito ieri nelle piazze italiane è gemello di quello che il 7 ottobre scorso le belve di Hamas urlavano mentre scannavano uomini, donne, bambini. Non è la Liberazione, è la prigione della libertà.

Per inviare a Libero la propria opinione, telefonare: 02/99966200, oppure cliccare sulla e-mail sottostante

 


lettere@liberoquotidiano.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT