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Libero Rassegna Stampa
20.03.2024 Nuovi schiaffi di Biden a Netanyahu
Analisi di Amedeo Ardenza

Testata: Libero
Data: 20 marzo 2024
Pagina: 17
Autore: Amedeo Ardenza
Titolo: «Nuovi schiaffi di Biden a Netanyahu»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 20/03/2024, a pag. 17, con il titolo "Nuovi schiaffi di Biden a Netanyahu", l'analisi di Amedeo Ardenza

Joe Biden e Benjamin Netanyahu, solo apparentemente alleati. In realtà il presidente americano è veramente ostile al governo israeliano. Adesso manda il segretario di Stato Antony Blinken per la settima volta in Medio Oriente... ma senza farlo passare da Israele

È sempre più braccio di ferro tra l’amministrazione Usa targata Joe Biden e il governo israeliano guidato da Benjamin Netanyahu. Sono almeno tre i segnali che indicano una crescente divergenza di vedute tra i due alleati. Il primo: il segretario di Stato Usa Antony Blinken è partito per la sesta missione in Medio Oriente dal 7 ottobre, data del pogrom di civili israeliani per mano di Hamas. Perla prima volta in cinque mesi, il capo della diplomazia a stelle e strisce, atteso in Egitto e in Arabia Saudita, non passerà da Israele per concentrarsi invece sulla fine del conflitto: «Il segretario discuterà gli sforzi per raggiungere un accordo di cessate il fuoco immediato che garantisca il rilascio di tutti gli ostaggi rimanenti, gli sforzi internazionali intensificati per aumentare l'assistenza umanitaria a Gaza e il coordinamento sulla pianificazione post-conflitto per Gaza, compresa la garanzia che Hamas non possa più governare o ripetere gli attacchi di ottobre», ha annunciato il portavoce del Dipartimento di Stato, Mathhew Miller.
Secondo segnale: lunedì, nel loro primo colloquio telefonico da un mese a questa parte, Biden e Netanyahu hanno espresso vedute opposte sul conflitto. Se il capo delle Casa Bianca ha chiesto all’alleato di frenare su Gaza, Bibi ha ribadito al presidente «nel modo più chiaro, che siamo determinati a completare l'eliminazione di questi battaglioni (di Hamas) a Rafah. E non c’è modo di farlo se non con un intervento via terre delle forze armate d’Israele».
Terzo segnale: dal Dipartimento di Stato ieri è partito un siluro contro Gerusalemme: «La nostra convinzione è che i funzionari dell’Unrwa dovrebbero essere in grado di visitare il campo operativo dell’Unrwa incluso a Gaza, e continueremo a lavorare con il governo israeliano per approvare rapidamente tutti i visti richiesti per i lavoratori delle Nazioni Unite e delle Ong».
Le parole del vice portavoce del Dipartimento di Stato, Vedant Patel, criticano la decisione di lunedì del governo israeliano di vietare l’ingresso nella Striscia al diplomatico svizzero Philippe Lazzarini, il capo dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi. Lazzarini si era lamentato lunedì della decisione d’Israele, il cui governo è in rotta di collisione con l’Unrwa. Israele accusa da anni l’agenzia Onu di dare copertura indiretta alle operazioni di Hamas ospitando nelle proprie strutture gli arsenali del gruppo terrorista. Nel passato recente alcuni insegnanti di scuole Unrwa sono stati licenziati dopo aver inneggiato alla morte di israeliani ed ebrei mentre alcuni dipendenti, accusa ancora Israele, avrebbero partecipato in prima persone alla mattanza del 7 ottobre.
Martedì Hiller Neuer, il direttore della ong UN Watch dedicata a mettere in luce il comportamento anti-israeliano dell’Onu, ha scritto che un gruppo di eurodeputati rossi e verdi ha cercato ieri di imbavagliare la sua audizione all’Europarlamento dedicata proprio a esporre l’adesione dell’Unrwa alla narrativa anti-israeliana.

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