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Libero Rassegna Stampa
19.03.2024 Croce Rossa, Agenzie Onu: pro Hamas, filo Putin
Analisi di Mauro Zanon

Testata: Libero
Data: 19 marzo 2024
Pagina: 12
Autore: Mauro Zanon
Titolo: «Croce Rossa filo-Putin, agenzie ONU pro-Hamas: quante Ong accusate di amare i dittatori»

Riprendiamo LIBERO di oggi, 19/03/2024, pag. 12, con il titolo "Croce Rossa filo-Putin, agenzie ONU pro-Hamas: quante Ong accusate di amare i dittatori", l'analisi di Mauro Zanon

Mauro Zanon
Mauro Zanon

Non sparare sulla Croce Rossa! Ma se è la Croce Rossa che spara? Il caso della sezione russa dell'organizzazione internazionale per curare i feriti: da un'inchiesta del Guardian, il suo dirigente è un politico nazionalista e addestra anche i bambini al combattimento

Un presidente attivo in un’organizzazione nazionalista pro-Putin, le dichiarazioni di alcuni dirigenti che parlano dell’impossibilità di una pace con i “nazisti ucraini” e dei campi di “rieducazione” per i bambini rapiti in Ucraina e deportati illegalmente in Russia. La Federazione internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa (Ifrc) è al centro di una tempesta mediatica in seguito a un’inchiesta del Guardian che mette in luce le liaisons dangeureuses della Croce Rossa Russa (Rrc) e la macchina della guerra e della propaganda del Cremlino contro l’Ucraina.
In risposta alle accuse del quotidiano britannico, l’Ifrc, che riunisce 191 società nazionali di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, ha fatto sapere che sta «esaminando attentamente le affermazioni».
L’Ifrc, che lavora a stretto contatto con il Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr), ha il potere di intraprendere azioni disciplinari o sospendere l’adesione alle società nazionali che violano i princìpi della Croce Rossa, ossia «neutralità, imparzialità e indipendenza».
Stando alle informazioni del Guardian, il capo della sezione russa della Croce Rossa, il 29enne Pavel Savchuk, era esponente del Fronte Popolare Panrusso, una coalizione di partiti politici a sostegno di Putin che detiene il marchio della “Z”, il simbolo militare della guerra della Russia contro l’Ucraina (figura sui carri armati russi, sui muri delle città e sulle divise dei soldati da quando Mosca ha invaso l’Ucraina). Il Cicr sostiene che Savchuk, «per quanto ne sappiamo», non era attivo nel Fronte Popolare Panrusso (Fpp) dal marzo 2022 e non ne faceva più parte. Ma lo scorso febbraio è scomparsa dal sito web dell’Fpp una fotografia che lo identificava come membro dello staff centrale dell’organizzazione, stando a quanto riportato dal Guardian.
Sempre secondo il quotidiano britannico, a gennaio di quest’anno, Savchuk ha firmato un memorandum d’intesa tra la Rrc e Artek, un campo per bambini in Crimea che è stato colpito da sanzioni da parte dei Paesi occidentali per il suo coinvolgimento nella “rieducazione patriottica” dei bambini ucraini rapiti. Ci sono anche prove fotografiche del personale della Rrc con addosso i giubbotti col simbolo della Croce Rossa durante eventi di addestramento militare per giovani russi, dove ai bambini di otto anni viene insegnato come usare le armi.
Il caso della Croce Rossa Russa è soltanto l’ultimo esempio dei legami sulfurei intrattenuti da alcune Ong e associazioni umanitarie con leader autoritari, dittatori e associazioni terroristiche.
Tra queste viene in mente il recente caso dell’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni unite per i rifugiati palestinesi, affiliata a Hamas e alla Jihad islamica palestinese. A inizio 2024, in seguito alle dichiarazioni del ministro della difesa di Israele, Yoav Gallant, si è scoperto che almeno 12 membri del personale dell’Agenzia onusiana hanno partecipato attivamente all’attacco guidato dal movimento islamista palestinese Hamas lo scorso 7 ottobre contro lo Stato ebraico. E che tra il personale che avrebbe preso parte agli attacchi c’erano insegnanti che lavorano nelle scuole dell’Unrwa.
Andando più indietro nel tempo, vengono in mente le relazioni torbide tra l’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) e la Cina, che hanno portato la prima a coprire a lungo le magagne del regime di Xi Jinping sulla gestione del coronavirus. Relazioni che spinsero l’allora presidente americano Donald Trump ad affermare che «l’Oms è un burattino di Pechino».

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