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Libero Rassegna Stampa
12.02.2024 Sanremo: i palestinesi e la sinistra esultano
Cronaca di Alessandro Gonzato

Testata: Libero
Data: 12 febbraio 2024
Pagina: 2
Autore: Alessandro Gonzato
Titolo: «Spot anti-Israele dal palco di Sanremo. I palestinesi esultano e la sinistra applaude»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 12/02/2024, a pag.2, l'articolo "Spot anti-Israele dal palco di Sanremo. I palestinesi esultano e la sinistra applaude" di Alessandro Gonzato.


Alessandro Gonzato


Tutti contro Israele, a Sanremo. Ma una parola che sia una contro Hamas che tortura e uccide i propri cittadini? Una parola per ricordare gli ostaggi israeliani? Non possono dirla, è ovvio. Perché altrimenti cadrebbe tutta la loro demonizzazione di Israele

Dal Big Mac all’Intifada canora. Bei tempi quando Ghali, il musulmano anti-capitalista Ghali, spopolava con la pubblicità di McDonald’s: farfugliava e finiva con «Lo capisci solo se provi». Col corno che si capiva!
Ma la polemica, almeno – pur rilevante – era limitata ai “fratelli islamici” che lo accusavano prima di aver sponsorizzato una carne vietata da Allah, e poi di essersi venduto agli odiati Usa per un pugno di dollari, che in realtà erano una montagna di euro. Mica scemo ‘sto Ghali, trentun anni, all’anagrafe Ghali Amdouni, italo-tunisino di professione cantante di rap e trap che poi ha prestato volto e voce a tanti altri “padroni” al ritmo dei soldi.

NUOVO RUOLO

Ora Ghali è il profeta della rivolta anti-Israele, per fortuna solo a parole. Ma col microfono mitraglia a ripetizione. Ha chiuso l’ultima serata a Sanremo urlando «Stop al genocidio», ultima per quest’edizione - si capisce - perché tra i giovani soprattutto di sinistra la sua musica va come un treno. Con gli appelli dal palco deraglia, ma è soprattutto questo che eccita i manifestanti “anti-fascisti” dei sabato pomeriggio, gli avventori dei centri sociali, i “maranza”, tanti stranieri di seconda-terza generazione. Ghali alimenta e aumenta i suoi “follower”. Dagli all’occidente.
Fa moda.
Nel 2020 il rapper l’aveva detto: «Voglio tornare all’Ariston e cantare in arabo». L’ha fatto.
L’altra sera, all’inizio, ha salutato così: «Ciao, Salam-aleikum». Poi ha cantato una delle sue hit, “Cara Italia”, e cara polemica: Devo stare attento, mannaggia/Se la metto incinta poi mia madre mi, ah/Perché sono ancora un bambino/Un po’ italiano, un po’ tunisino/Lei di Portorico, se succede per Trump è un casino...
e almeno stavolta la Meloni non c’entra. Ghali, al Festival, ha cantato anche “Bayna” (in arabo “vederci chiaro”), brano d’apertura dell’album “Sensazione Ultra” che ha ispirato il nome della “nave da salvataggio” donata alla Ong Mediterranea Saving Humans. Altro polverone l’ha sollevato la sua “Casa Mia” con cui furbescamente, senza citarlo, ha attaccato Israele: Ma, come fate a dire che qui è tutto normale/Per tracciare un confine/Con linee immaginarie bombardate un ospedale/Per un pezzo di terra o per un pezzo di pane/Non c’è mai pace...
Sui social ha acceso i giovani pro-Palestina, che magari la Palestina neanche sanno cos’è, e figuriamoci dove. Gli ha risposto a muso duro il presidente della comunità ebraica di Milano, ma non solo.

ARRIVA SOUMAHORO

Prima ancora Ghali si era prodigato in un pistolotto pro-ius soli e tra i primi sostenitori ha trovato l’immarcescibile Aboubakar Soumahoro: «È davvero assurdo che nel 2024 serva ribadire la nostra italianità. Utilizzare la diversità per diffondere odio e disprezzo è pura miopia», ha continuato l’ex prediletto di Bonelli e Fratoianni. Soumahoro in Italia ha trovato l’America ma non smette di criticare gli italiani. Se vada anche lui da McDonald’s non lo sappiamo.
Irrompe il presidente dell’associazione palestinesi d’Italia, Mohammad Hannoun: «Applaudiamo Ghali per le sue parole contro lo sterminio». Alcuni palestinesi ieri si sono radunati davanti alla stazione centrale di Milano. Per la giovane attivista Falastin «Sanremo è stato un buon segnale per il risveglio delle coscienze». Andiamo avanti. Tra i colonnelli dell’esercito canoro contro Israele si è distinto anche Dargen D’Amico, braccialetto della Palestina e appelli a «cessare il fuoco». Conoscevamo Vincenzo D’Amico, bandiera della Lazio, e la conduttrice Ilaria.
Ora anche Dargen.
Il “compagno” Ghali ha scatenato l’ira dell’ambasciatore israeliano a Roma. Il deputato dem Scotto si è schierato col rapper: «Che l’ambasciatore intervenga sulle cose dette da un cantante mi sembra incredibile. Così si trasforma una tragedia in farsa». A proposito, ecco Bonelli e Fratoianni. Il primo: «Chi attacca Ghali dovrebbe interrogare la propria coscienza.
Ghali deve essere applaudito.
A Gaza c’è un genocidio che si sta compiendo nel silenzio colpevole di Europa e Italia. Come capita sempre più spesso con questo governo», ha proseguito Bonelli, «le parole sono usate a proprio uso e consumo per scopi di propaganda. Noi stiamo con Ghali». In pochi però - cantano le percentuali stanno col Verde Bonelli. Idem per il rosso Fratoianni, che a sua volta s’è lanciato in un’intemerata anti-Gerusalemme. Al coro si è unita Fiorella Mannoia. Bei tempi quando cantava “Il cielo d’Irlanda”.

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