sabato 27 aprile 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






Libero Rassegna Stampa
09.02.2024 Israele procede con la distruzione di Hamas
Cronaca di Mirko Molteni

Testata: Libero
Data: 09 febbraio 2024
Pagina: 15
Autore: Mirko Molteni
Titolo: «Israele non si ferma: attacco a Rafah»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 09/02/2024, a pag. 15 con il titolo "Israele non si ferma: attacco a Rafah" il commento di Mirko Molteni. 

Mirko Molteni
Mirko Molteni


Terroristi di Hamas catturati dall'esercito israeliano. I nostri media pubblicano sempre rovine di palazzi, mentre invece dove non ci sono tunnel, armi, ecc. i terroristi di Hamas vengono presi come prigionieri e non ammazzati, come dicono i media.

L'esercito israeliano non ha ancora preso tutta la città di Khan Yunis, nel Sud della Striscia di Gaza, dove è asserragliato il capo militare di Hamas, Yahya Sinwar, che già il premier Benjamin Netanyahu avverte il segretario di Stato USA Anthony Blinken, in visita in Israele, d’aver messo nel mirino Rafah, città al confine con l'Egitto affollata da un milione di sfollati palestinesi, metà della popolazione di Gaza, accalcati in attesa di aiuti umanitari. Rafah è stata bombardata dall'aviazione israeliana, i cui raid avrebbero ucciso 14 palestinesi, ma non siamo ancora ad attacchi massicci. Si prevede però che le truppe ebraiche la raggiungano via terra.

L’OFFENSIVA

Dal valico, solo ieri sono entrati nella Striscia 80 camion di cibo e 4 autocisterne, più 22 membri di ong, mentre ne sono usciti, diretti in Egitto, 40 feriti con 36 accompagnatori, più 118 cittadini egiziani.
Che Rafah diventi un campo di battaglia, preoccupa il governo del Cairo. Ieri il portavoce del ministero degli Esteri egiziano, Ahmed Abu Zeid, ha detto: «Attacchi israeliani su aree densamente popolate creeranno una realtà invivibile. Siamo contrari a un esodo di massa». L'Egitto teme un'invasione di profughi da una Rafah bombardata. Lo stesso ministro della Difesa ebraico, Yoav Gallant, ha promesso che «presto le nostre truppe arriveranno a Rafah».
Gli ha fatto eco il capo di Stato Maggiore dell'esercito, generale Herzl Halevi, secondo cui l'azione militare è inscindibile dal cercare di riportare a casa gli ostaggi: «La liberazione degli ostaggi non accadrà senza pressione militare».
A Khan Yunis l'esercito ha catturato vari terroristi di Hamas sospettati d'aver partecipato ai massacri del 7 ottobre, fra cui membri delle unità Nukhba. Le forze speciali Maglan hanno ucciso due miliziani a distanza ravvicinata e un terzo scoperto sopra il tetto di una scuola. Unità dei paracadutisti e della Brigata Givati hanno ucciso 20 miliziani nella medesima zona, mentre nel Nord della Striscia la 401° Brigata Corazzata ha annientato una decina di terroristi fra cui alcuni che avevano sparato un missile contro un carro armato. L'intelligence ha invece bloccato con un drone un tentativo di una cellula terroristica di fornire ai compagni “sistemi tecnologici”.
Pur infuriando la guerra, ancora ieri s'è recata al Cairo una delegazione di Hamas, guidata da Halil Al Khaya, ma era atteso anche il capo politico Ismail Haniyeh, per parlare coi mediatori egiziani di negoziati che paiono ridotti al lumicino. NBC News riporta però che Israele potrebbe concedere l'esilio a Sinwar in cambio del rilascio degli ostaggi e della fine del governo di Hamas su Gaza.
Le milizie libanesi filoiraniane Hezbollah hanno sparato missili sulle basi israeliane nel Nord a Kiryat Shmona, Biranit e sul monte Hermon, col ferimento di tre soldati. In risposta, le forze ebraiche hanno compiuto varie incursioni su postazioni nemiche in Libano, specie a Khiam. Soprattutto, Israele ha centrato con un drone a Nabatieh, a 40 km oltre la frontiera, l'automobile su cui viaggiava un capo di Hezbollah, Abbas Al Debs, ucciso insieme a un suo luogotenente. Al Debs gestiva i contatti coi pasdaran iraniani e si occupava dell'organizzazione delle difese antiaeree in Siria. Il capo dell'aviazione israeliana, generale Tomer Bar, ha ammonito Hezbollah: «Abbiamo centinaia di aerei pronti ad attaccarvi».
Sempre in giornata, stando a Times of Israel, sono state filmate e diffuse sui siti web libanesi immagini di caccia israeliani spintisi fin sopra la capitale Beirut.

RAID USA IN IRAQ

Un’altra uccisione mirata è stata compiuta dagli americani in Iraq. Un drone USA ha centrato a Baghdad, nel quartiere a maggioranza sciita di Al-Mashtal, l'auto di uno dei capi della milizia sciita filoiraniana Kataib Hezbollah, tale Wisam Mohammed Saber Al Saedi. Il raid è una reazione di Washington all'attacco delle milizie alla base statunitense in Giordania dover l’8 gennaio rimasero tre militari. Ma il governo di Baghdad ha protestato contro l’«aggressione americana» e la «violazione di sovranità che mina gli accordi Iraq-Stati Uniti». Americani e britannici hanno inoltre bombardato basi di droni degli Huthi in Yemen a Shabaka, vicino Hodeida.

Per inviare a Libero la propria opinione, telefonare: 02/99966200, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@liberoquotidiano.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT