sabato 18 maggio 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






Libero Rassegna Stampa
27.01.2024 La decisione Onu fa godere i terroristi

Cronaca di Carlo Nicolato

Testata: Libero
Data: 27 gennaio 2024
Pagina: 2
Autore: Carlo Nicolato
Titolo: ««Israele ha un mese per scagionarsi» La decisione Onu fa godere i terroristi»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 25/01/2024, pag.2, con il titolo "«Israele ha un mese per scagionarsi» La decisione Onu fa godere i terroristi.", la cronaca di Carlo Nicolato. 

Carlo Nicolato
Carlo Nicolato

Israele si difende alla Corte di Giustizia Onu all'Aja per l'accusa di  genocidio - Politica - Ansa.it
L'Aja asservita ad Hamas 

L’Aja delibera, Hamas esulta. E con i terroristi, oltre ovviamente al Sudafrica che ha portato le accuse in tribunale, esultano l’Iran, il presidente turco Erdogan, nonché il premier spagnolo Sanchez. Insomma il fronte internazionale schierato contro Israele. È già sufficiente questo per capire che le «misure urgenti» decretate dalla Corte delle Nazioni Unite, sebbene non abbiano per il momento accolto le accuse di genocidio e nemmeno abbiano incluso una aperta richiesta per cessate il fuoco, nascondano un trappola per lo Stato ebraico costretto di fatto a fermarsi e a fornire le prove che effettivamente non sta compiendo stragi deliberate. E rappresentano l’alibi giuridico per giustificare qualsiasi azione di protesta contro Israele, come sanzioni commerciali e boicottaggi di armi. D’altronde l’Aja non ha fatto altro che accogliere la richiesta di Pretoria che chiedeva «misure provvisorie», simili a un’ingiunzione temporanea, per proteggere i palestinesi. Il Sudafrica ha chiesto in sostanza alla Corte di ordinare a Israele di sospendere immediatamente le sue operazioni militari, di consentire ulteriori aiuti nel territorio e di garantire altre protezioni contro il genocidio e il suo incitamento. Chiesto e ottenuto. Il presidente della Corte, la giudice americana Joan Donoghue, ha per prima cosa respinto la richiesta di archiviazione avanzata da Israele, sostenendo che effettivamente «alcuni atti sembrano in grado di rientrare nella convenzione sul genocidio». Quindi ha riconosciuto i palestinesi di Gaza quale gruppo protetto dalla Convenzione sullo stesso crimine e ha ordinato a Israele di prendere tutte le misure in suo potere per prevenirlo. Entro un mese il governo israeliano dovrà riferire alla Corte su cosa sta facendo per rispettare l'ordine. Israele dovrebbe poi prendere provvedimenti per prevenire e punire coloro che incitano al genocidio e «misure immediate per consentire aiuti umanitari e beni di prima necessità alla Striscia di Gaza». L’Aja d’altro canto ha anche chiesto il rilascio immediato e incondizionato degli ostaggi israeliani a Gaza. Esulta Hamas che ha fatto sapere attraverso il suo portavoce che la decisione della Corte è un importante sviluppo che contribuisce a isolare Israele e a smascherare i suoi crimini. Esulta il governo sudafricano, secondo il quale la sentenza “storica” della Corte «ha stabilito che le azioni di Israele a Gaza sono plausibilmente genocidio e ha indicato misure provvisorie su questa base». Secondo la ministra degli Esteri Grace Naledi Mandisa Pandor la sentenza implica un implicito cessate il fuoco. Ma soprattutto dà adito alla cerchia antisionista internazionale di attaccare, aizzando l’opinione pubblica schierata contro Israele e il suo diritto all’autodifesa. In Europa ad esempio il governo spagnolo si è detto soddisfatto delle decisioni della Corte confidando che «le parti attuino le misure provvisorie da esse decretate». Perfino l’Unione Europea ha reagito positivamente, sottolineando però che le misure devono essere rispettate da entrambe le parti. Nel mondo islamico il presidente turco Erdogan l’ha invece definita una «sentenza preziosa» e ha assicurato che il suo governo «continuerà a seguire il processo per garantire che i crimini di guerra commessi contro civili palestinesi innocenti non rimangano impuniti». Mentre il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian ha auspicato che «le autorità del falso regime israeliano» siano «portate immediatamente di fronte alla giustizia per aver commesso un genocidio e crimini di guerra senza precedenti contro i palestinesi».
I giornali israeliani hanno citato fonti del governo secondo cui le decisioni della corte rappresenterebbero il «meglio che Israele potesse ottenere, in quanto il Sudafrica non è riuscito a fermare la guerra». Tali fonti hanno aggiunto che «tutte le richieste» della Corte «sono cose su cui Israele è già impegnato» e che «i combattimenti continueranno come al solito». Mala delusione dei vertici è palpabile, specie perché tali diktat arrivano alla vigilia del Giorno della Memoria. «La stessa affermazione che Israele compia un genocidio del popolo palestinese è non solo menzognera ma anche oltraggiosa. La disponibilità della Corte di prenderla in esame è un marchio di vergogna che non sarà cancellato per generazioni» ha detto il premier Netanyahu, mentre il ministro della sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir ha apertamente definito la Corte dell’Aja “antisemita”, sottolineando che tale tribunale «non cerca la giustizia ma solo di perseguitare il popolo ebraico». 

Per inviare a Libero la propria opinione, telefonare: 02/99966200, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@liberoquotidiano.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT