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Libero Rassegna Stampa
07.12.2023 La bufala di Hamas sui morti a Gaza
Commento di Amedeo Ardenza

Testata: Libero
Data: 07 dicembre 2023
Pagina: 17
Autore: Amedeo Ardenza
Titolo: «La bufala di Hamas sui morti a Gaza»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 07/03/2016, a pag. 17, con il titolo "La bufala di Hamas sui morti a Gaza", il commento di Amedeo Ardenza.

La conta dei morti è l’attività più triste legata a ogni guerra o atto di terrore. Gli israeliani ci hanno messo quasi un mese a stabilire che le persone, in larga maggioranza civili, assassinate durante il pogrom del 7 ottobre commesso da Hamas erano 1.200 e non 1.400. La ricomposizione dei cadaveri è un dovere nell’ebraismo e così gruppi di volontari hanno aiutato le autorità a individuare i corpi – oltre 300 solo al famigerato rave party di Re’im – e a stabilire il numero dei morti.
Da quando hanno iniziato l’operazione di terra contro Gaza, le Israeli Defense Forces (Idf) snocciolano quotidianamente il numero dei caduti sotto ai colpi di Hamas – a oggi 82 effettivi.
A Gaza tutto questo non è possibile. Nei giorni scorsi l’AP ha ricordato che tutti quelli che muoiono nella Striscia vengono conteggiati come «vittime dell’aggressione israeliana». Non importa se hanno perso la vita in un bombardamento delle Idf o se è crollata loro la casa addosso a causa di un missile sparato da Hamas contro Israele e caduto nei confini della Striscia.
Come, per esempio, quello che ha provocato un numero imprecisato di vittime dentro al cortile dell’ospedale Al-Ahli Arabi Baptist nel centro di Gaza City.

Fonti inaffidabili

A complicare ulteriormente il quadro c’è la questione delle fonti. Al netto di pochissimi giornalisti e di volontari di alcune ong, l’informazione a Gaza è tenuta sotto controllo da Hamas: i numeri sono diffusi dal ministero della Sanità palestinese la cui sede ufficiale è peraltro a Ramallah, in Cisgiordania. Ricapitolando: i dirigenti del ministero sono persone di fiducia del Movimento islamico di resistenza al potere a Gaza mentre tanti impiegati sono fedeli alla vecchia guardia laica del presidente palestinese Mahmoud Abbas. Non foss’altro perché è sempre l’Autorità palestinese con sede a Ramallah a pagare gli stipendi. Il ministero si fida delle cifre delle vittime a Gaza – sarebbero oltre 15 mila dallo scorso 7 ottobre – e a garantire sulla veridicità dei numeri c’è anche la professionalità del personale medico degli ospedali gazawi, come ricordato alla stessa AP da Ahmed al-Kahlot, direttore dell'ospedale Kamal Adwan nel nord della Striscia.
I numeri in arrivo da un teatro di guerra dominato da un’organizzazione che ha trasformato scuole e ospedali in centrali del terrore e depositi di munizioni, in sostanza, non si discutono.
Su X, però, qualcuno ha fatto le pulci a questi numeri, rilevando delle incongruità degne di nota. Il 3 dicembre, scrive Aizenberg85 sul social già noto come Twitter, il ministero palestinese conta 15.523 morti, il 70% dei quali sarebbero donne (4.257) e bambini (6.387). «È subito ovvio che Hamas non riporta alcuna morte di combattenti e i numeri sembrano indicare che le bombe e i proiettili dell'Idf hanno colpito in modo sproporzionato donne, bambini e anziani. L'Idf a quanto pare non sembra capace di colpire uomini in età di combattimento». Questo è solo un indizio, ovviamente. Secondo Aizenberg85 i numeri del ministero sono falsi, e spiega perché.
«Questo è apparso con evidenza per la prima volta nel rapporto del 19 ottobre in cui Hamas riporta 3.785 morti contro 3.478 il giorno precedente». Una differenza di +307. Eppure l’indomani il numero dei bambini uccisi «passa da 853 a 1.524» ovvero cresce di 671 unità. In termini percentuali il 18 ottobre i bambini morti erano il 25% e il giorno dopo il 40%. Questi balzi in avanti si ripetono: il 26 ottobre Hamas riporta 7.028 morti contro 6.547 il giorno prima (+481) ma di nuovo il numero di donne e bambini aumenta di 626 unità. Il meccanismo si ripete più volte.
Poi ci sono altri numeri che attirano l’attenzione: il 31 ottobre sono riportati 8.525 morti, 216 in più del giorno precedente. Del totale, donne e bambini sarebbero 210 mentre i maschi adulti sei. Lo stesso succede il 20 novembre: quel giorno Hamas denuncia la perdita di 306 persone fra le quali donne e bambini sarebbero 302 mentre i maschi adulti quattro, pari all’1,3% del totale. Numeri che non fanno pensare a una caccia ai terroristi nei tunnel e che non riescono a giustificare le perdite da parte di Israele. Anche il lavoro di Aizenberg85 va preso con beneficio d’inventario né va dimenticato che la perdita di ogni singola vita innocente è un dramma. L’utente di X ne ricava però delle considerazioni politiche, e si domanda: «Perché le ong e l’Onu non sollevano dubbio quesiti?». La risposta, il cinico Aizenberg85, se la dà solo segnalando che a partire dal 20 novembre la conta dei caduti palestinesi è passata dal ministero della Salute a quello per i Media. «Hamas non sta nemmeno facendo finta che questi numeri siano affidabili, si tratta solo di pubbliche relazioni».

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