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Libero Rassegna Stampa
03.12.2023 Come Israele elimina i terroristi
Analisi di Marco Patricelli

Testata: Libero
Data: 03 dicembre 2023
Pagina: 14
Autore: Marco Patricelli
Titolo: «Le azioni dei commando Una specialità israeliana»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 03/12/2023, a pag.14 con il titolo "Le azioni dei commando Una specialità israeliana", il commento di Marco Patricelli.

Marco Patricelli
Marco Patricelli

Mossad (2019) - IMDb

Quando Steven Spielberg nel 2005 ha raccontato sul grande schermo il massacro degli atleti israeliani durante le olimpiadi di Monaco ’72 e la caccia all’uomo scatenata da Gerusalemme per eliminare i responsabili, lasciò aperti alcuni spiragli sul dubbio e sull’etica della punizione al di sopra e al di là della legge. Il film Munich aveva risollevato il velo sulla vicenda del sequestro e dell’uccisione in più fasi di undici olimpionici che gareggiavano sotto la bandiera israeliana – prime vittime ebree in Germania dopo la Shoah – e sulla vendetta scatenata nei confronti dei palestinesi di Settembre Nero e dell’OLP con omicidi mirati. Quello che era accaduto su grande scala nel Terzo Reich e davanti a una platea mondiale nella Repubblica federale tedesca, quarant’anni dopo la Conferenza di Wannsee a Berlino dove venne decisa la Soluzione finale, non doveva più ripetersi; e in ogni caso gli autori non potevano rimanere impuniti. Degli 8 terroristi che avevano pianificato a realizzato la strage culminata nel conflitto a fuoco all’aeroporto bavarese in una situazione malgestita dalle autorità tedesche, tre erano sopravvissuti. La premier Golda Meier aveva subito costituito il Comitato X, coinvolgendo il Mossad, per pianificare la rappresaglia all’attentato terroristico del 5 settembre al Villaggio olimpico di Monaco, con l’Operazione Ira di Dio. HITLER E HAMAS Oggi, mezzo secolo dopo, si profila uno scenario simile, parallelo o posticipato alle operazioni militari nella Striscia di Gaza, per decapitare l’idra di Hamas a due mesi dalla carneficina di 1.200 israeliani, gli orrori e la presa degli ostaggi. Braccare i terroristi ovunque si trovino e fino alle estreme conseguenze non è un proclama a vuoto. Alla fine della seconda guerra mondiale e dell’ecatombe nei lager nazisti di circa 6 milioni di ebrei, alcune decine di sopravvissuti alla Shoah ritennero che un crimine così mostruoso non dovesse rimanere impunito e diedero vita nel 1945 a Nakam (Vendetta), un’organizzazione clandestina guidata da Abba Kovner che progettò un’azione su grande scala prima contro i civili tedeschi chiamati in correità oggettiva su persecuzione e sterminio, e successivamente sulle SS che ne furono esecutori materiali. Il primo piano prevedeva l’avvelenamento delle acque della rete idrica di Norimberga, la città dove il 15 settembre 1935 erano state promulgate le Leggi razziali. Una serie di ostacoli impedì che il disegno si compisse, e allora Nakam virò nel 1946 sul piano di ripiego, ovvero l’avvelenamento con l’arsenico del pane che veniva distribuito agli oltre diecimila prigionieri nazisti del campo di Langwasser, vicino a Norimberga. Solo circa 3.000 pagnotte ricevettero il trattamento che doveva essere letale, ma le dosi erano pure blande e non si andò oltre a un’intossicazione di massa, senza nessuna vittima, mentre un’analoga azione a Dachau venne bloccata sul nascere. La magistratura tedesca aprirà un’inchiesta penale solo nel 2000, archiviando peraltro nella fase preliminare. Altra cosa, invece, l’Operazione Ira di Dio del 1972, con la compilazione di una lista di terroristi palestinesi (di cui ancora oggi si ignora il numero esatto), sotto l’egida del Mossad, condannati a morte per l’attentato di Monaco ma senza che trapelasse alcun collegamento ufficiale col governo. La serie di omicidi mirati venne aperta a Roma, poco più di un mese dopo la strage degli atleti olimpici. Il 16 ottobre 1972 veniva ucciso nell’androne di casa in piazza Annibaliano, con 12 colpi di pistola, il “bersaglio morbido” Wael Zuaiter, ufficialmente traduttore per l’italiano dell’Ambasciata di Libia e rappresentante dell’OLP, amico di Pier Paolo Pasolini e di Alberto Moravia. Per gli agenti israeliani del gruppo Caesarea che l’avevano freddato nell’agguato mortale, era affiliato a Settembre Nero e tanto bastava. I tre terroristi arrestati dai tedeschi all’aeroporto di Monaco pochi giorni dopo venivano liberati dalle autorità di Bonn cedendo al ricatto di un commando palestinese che il 29 ottobre aveva dirottato un aereo della Lufthansa. Fu questo episodio a far rompere gli indugi a Golda Meier e a scatenare l’Operazione Ira di Dio. A Parigi, l’8 dicembre, una carica esplosiva radiocomandata posizionata nella base del telefono da tavolino della sua abitazione, dilaniava Mahmud Hamshari, anch’egli rappresentante dell’OLP ma per gli 007 israeliani al vertice di Settembre Nero in Francia. E ancora il 24 gennaio 1973, a Cipro, saltava in aria Husayn al-Bashir, rappresentante di al-Fatah, per una carica esplosiva messagli sotto il letto dagli agenti del Mossad. ROMA E PARIGI In Libano venne scatenata una serie di omicidi mirati, in una costola dell’Operazione Ira di Dio, e poi ancora un’esplosione letale che uccise Zaiad Muchasi il quale aveva preso il posto di Bashir a Cipro facendo la stessa fine, due ferimenti a Roma e un agguato mortale a Parigi il 28 giugno con una mina piazzata sotto al sedile dell’auto di Mohammad Boudia. La caccia ad Ali Hassan Salameh sfocerà nell’incidente di Lillehammer, in Norvegia, quando gli agenti del Mossad uccideranno il cameriere marocchino Ahmed Bouchiki per uno scambio di persona. L’onda di indignazione spingerà Golda Meier a frenare sull’Operazione, compromessa dall’arresto degli agenti del Mossad (giudicati e condannati, saranno restituiti a Israele nel 1975) e dalle indagini della polizia norvegese. Ma questo non “grazierà” Salameh: il 22 gennaio 1979 a Beirut un’auto imbottita di esplosivo veniva fatta saltare col radiocomando al passaggio della vettura con a bordo lui e la sua scorta, ma facendo vittime e feriti anche tra i passanti. Dei tre terroristi liberati dai tedeschi, il cui comportamento durante e dopo l’assalto al Villaggio olimpico non fu esente da critiche e opacità, non si conosce esattamente la sorte, anche se si ritiene che almeno due siano stati rintracciati dal Mossad ed eliminati. Il monito era che Israele era determinato a scovare e sopprimere i terroristi ovunque nel mondo avessero trovato rifugio. Lo stesso messaggio mandato e ripetuto ai tagliagole di Hamas, prima e durante l’Operazione Spade di ferro a Gaza.

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