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Libero Rassegna Stampa
05.03.2022 La Cgil contro la guerra a Putin
Commento di Pietro Senaldi

Testata: Libero
Data: 05 marzo 2022
Pagina: 1
Autore: Pietro Senaldi
Titolo: «La Cgil non sventola bandiera ucraina»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 05/03/2022, a pag.1, con il titolo 'La Cgil non sventola bandiera ucraina' il commento di Pietro Senaldi.

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Pietro Senaldi

La

Il comunismo è una brutta bestia, una malattia incurabile che, una volta contratta, lascia i suoi segni per sempre e ti rende immune da ogni ragionevolezza. Lo sta dimostrando in questi giorni l'ex capo del Kgb, Vladimir Putin. Lo testimoniano anche i compagni di casa nostra, dall'ex parlamentare Paolo Ferrero, che gira i salotti televisivi spiegando che il presidente russo è un criminale ma che Bush è come lui e le colpe del conflitto ucraino sono della Nato, Troppi "se" e "ma" La Cgil non sventola bandiera ucraina ai sindacalisti rossi della Cgil e della Uil, che sfilano in piazza senza la bandiera di Kiev, come se essere invasi fosse una colpa. C'è del surreale nelle manifestazioni per la pace di oggi. Un esercito di cretinetti sfoggianti vessilli arcobaleno che un minuto prima sostenevano che Putin fosse il novello Hitler e il minuto dopo condannavano l'invio delle armi da parte dell'Occidente ai partigiani ucraini, sostenendo che l'unica via sia la trattativa. Come se con un dittatore si potesse venire a patti senza mostrare i muscoli ma così, per galateo, perché lo suggeriscono la sensibilità del momento e i trattati internazionali. Peccato che Putin non voglia trattare con gli ucraini, e tantomeno con i pacifisti nostrani, e la sola via per poter ottenere qualcosa sia far capire all'autocrate russo che, se va avanti, rischia di fare male al suo popolo, di schiantare economicamente la Russia e forse di perdere anche il posto, allontanato in maniera poco simpatica e definitiva.

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LE RAGIONI DELLA GUERRA Se prima l'Ucraina non combatte e l'Occidente non mostra compattezza, l'unica soluzione possibile è una resa incondizionata all'invasore; il quale, la storia insegna, poi difficilmente si accontenterebbe, perché per chi vince facile il premio alla vittoria non è mai bastante. L'Occidente non è entrato in guerra per divertimento, e forse neppure per difendere la democrazia e la popolazione ucraina, visto che tollera almeno una ventina di altre guerre sanguinose e liberticide in giro per il mondo. Semplicemente, non possiamo permetterci che un Paese importante come la Russia faccia quel che crede nel cuore dell'Europa, a discapito di una nazione con oltre quaranta milioni di abitanti e grande due volte l'Italia. Quanto ai pacifisti, riflettano. Questa guerra, dove non inviamo soldati e continuiamo imperterriti a pagare il nemico per non abbassare i caloriferi neppure di 4-5 gradi malgrado la primavera alle porte e il termometro ampiamente sopra la media stagionale, è già abbastanza insolita. Se si protrarrà ancora a lungo, come ormai sembra sempre più evidente, non sarà per i mitragliatori che mandiamo in Ucraina, dove già c'è un kalashnikov in ogni famiglia, ma perché finanziamo l'invasore con oltre 140 carri armati al giorno pur di starcene con il sedere al caldo.

LE IDIOZIE DEI PACIFISTI I piazzaioli di ieri sostengono che la guerra si sarebbe potuta evitare se gli Usa non avessero avuto un atteggiamento espansionistico, ventilando lo sbarco della Nato nei territori dell'ex Urss. Certo, più di una fesseria le amministrazioni americane in questi anni l'hanno fatta, soprattutto quelle che i pacifisti hanno benedetto maggiormente, insignendole perfino del premio Nobel. Però pensare che un leader che sta bombardando quello che dichiara sentire come il suo popolo, avvelena i rivali politici e minaccia una guerra atomica si sarebbe rivelato un campione di democrazia se solo lo avessimo trattato con i guanti è una idiozia che non era immaginabile ipotizzare neppure da dei pacifisti di sinistra. Se Putin ha una speranza di vittoria, è tutta nell'ottusità ipocrita, buonista, ignorante e vigliacca di chi è in piazza oggi senza la bandiera ucraina.

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