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Libero Rassegna Stampa
07.12.2021 Parigi: mercatini vietati ai 'prodotti bianchi'
Commento di Mauro Zanon

Testata: Libero
Data: 07 dicembre 2021
Pagina: 13
Autore: Mauro Zanon
Titolo: «Mercatini vietati ai 'prodotti bianchi'»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 07/12/2021 a pag.13, con il titolo "Mercatini vietati ai 'prodotti bianchi' ", il commento di Mauro Zanon.

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Mauro Zanon

Parigi, troppe donne nella giunta della
La sindaca di Parigi Anne Hidalgo

Col patrocinio del Comune, guidato dalla socialista Anne Hidalgo e della Regione Ile-de-France, presieduta da Valérie Pécresse, la gollista che piace anche alla gauche, sabato 4 e domenica 5 dicembre è andato in scena il mercatino natalizio "Je Consomme Noir", io consumo nero, riservato esclusivamente ai «creatori africani o afro-discendenti», come specificato dagli organizzatori. Cibo, libri, oggetti, decorazioni, prodotti di bellezza e per la casa sono stati esposti nelle varie bancarelle sistemate nel centro culturale Hasard Ludique, nel Diciottesimo arrondissement di Parigi, dove i commercianti bianchi non erano benvenuti. Fa discutere in Francia il "marché de Noël" comunitario sponsorizzato dalla sinistra parigina in collaborazione con la Regione, al quale sono state invitate soltanto le imprese francofone gestite da neri. «Che sorpresa arrivare al mercatino natalizio dell'Hasard Ludique e trovarsi di fronte a un mercatino comunitario! Siamo ben lontani dalla mia visione dello spirito del Natale», ha twittato polemico Amaury Hoymans, assistente parlamentare di Stanislas Guerini, presidente della République en marche.

OSSESSIONATI DALLE RAZZE «Non penso che sia stata una buona idea, nel clima attuale, organizzare un mercatino natalizio che si intitola in questo modo», ha commentato Charles Consigny, opinionista di Rmc, prima di aggiungere: «È fuori luogo e razzialista. Sogno un Paese in cui si smetterà di essere ossessionati dal colore della pelle delle persone». Contattata dal Figaro, l'associazione "Je Consomme Noir" all'origine del mercatino vietato agli espositori bianchi, ha dichiarato di non voler entrare nel dibattito attualmente in corso: «Non facciamo politica, vogliamo trasmettere un messaggio positivo, organizzando cose per la nostra comunità». Su Twitter, molti utenti hanno sottolineato il carattere «discriminatorio» dell'iniziativa, aggiungendo che se si fosse chiamata "Je Consomme Blanc", io consumo bianco, ci sarebbero state le barricate da parte della sinistra progressista e di tutte le associazioni antirazziste di Francia, con paginate su Libération e speciali televisivi. Per Lukas Jakubowicz, vicedirettore del magazine Decideurs, il 4 e il 5 dicembre si è tenuto «un mercatino di Natale riservato ai commercianti neri a Parigi in nome dell'antirazzismo woke». Quella di quest'anno è stata la prima edizione di "Je Consomme Noir".

«IO CONSUMO NERO» L'associazione, creata nel giugno 2020 con l'obiettivo di «aiutare le aziende della comunità (nera) a migliorare il loro modo di comunicare», organizza anche atelier e masterclass, oltre a fare la promozione delle creatrici e dei creatori neri sui social. La pagina Instagram di Je Consomme Noir vanta quasi 60mila followers e le marche messe in risalto dal collettivo, secondo quanto dichiarato da un volontario al Figaro, vengono selezionate «con molta cura» e un'attenzione particolare all'etica e al rispetto dell'ambiente. Benjamin Cauchy, ex portavoce del partito sovranista Debout la France, ha spiegato che «tutte le imprese segmentano e cercano delle parti di mercato differenti. Ci sono dunque dei prodotti specifici che fanno comodo a persone che hanno la pelle nera. È il lato marketing». Tuttavia, ha precisato Cauchy, «se ci fosse stato un mercatino "Je Consomme Blanc", SOS Racisme sarebbe sicuramente venuta davanti all'entrata indossando delle t-shirt con scritto "No al razzismo". Perché no, se si tratta di business. Se invece dietro l'iniziativa si nasconde un discorso politico, non sono d'accordo». Difficile che non ci sia anche una volontà politica dietro l'evento promosso da Je Consomme Noir, nonostante le smentite dei responsabili. Iniziative di questo tipo, e anche peggiori, hanno già avuto luogo in Francia. Nel 2016 e del 2017, vicino a Reims, sono stati organizzati dei "campi estivi decoloniali" vietati ai bianchi. Le "menti" dell'evento erano alcune figure degli Indigènes de la République, movimento «di protesta anticolonialista» e «antisionista». Più recentemente, nel marzo di quest'anno, ha suscitato una grande polemica la tenuta di "riunioni non-miste", ossia proibite ai bianchi, da parte dell'Unef, il principale sindacato studentesco di sinistra. «Se un bianco si presenta, non c'è motivo di escluderlo, però gli si può chiedere di stare zitto, di essere uno spettatore silenzioso», commentò la socialista Audrey Pulvar, oggi consigliera regionale dell'Île-de-France.

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