'Arrestate Shmuel Peleg, nonno di Eitan' Cronaca di Andrea Cappelli
Testata: Libero Data: 11 novembre 2021 Pagina: 17 Autore: Andrea Cappelli Titolo: «'Arrestare il nonno di Eitan'. Ma Israele non ci sta»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 11/11/2021 a pag.17, con il titolo " 'Arrestare il nonno di Eitan'. Ma Israele non ci sta", la cronaca di Andrea Cappelli.
Shmuel Peleg
Il piccolo Eitan, unico sopravvissuto alla strage del Mottarone del 23 maggio scorso, è stato trattato dal nonno materno "come un oggetto da trasbordare", senza tenere conto della sua condizione di "indicibile fragilità". L'ordinanza vergata ieri dal gip di Pavia Pasquale Villani - in cui si chiede l'arresto e l'estradizione di Shmuel Peleg, nonno materno del bambino indagato per rapimento - ha il tono di un atto d'accusa, tanto che nel descrivere il suo atteggiamento si parla di "mancanza di discernimento e di pietà" nei confronti del nipote. Analizzando le azioni di Peleg, il gip fa riferimento alle sue "capacità criminali" e al sodalizio stretto con Gabriel Abutbul Alon, 50enne israeliano alla guida della vettura con cui il piccolo, prelevato 1'11 settembre scorso dalla sua abitazione nel pavese, fu portato a Lugano e successivamente imbarcato in un volo privato per Israele. Dopo la batosta del 25 ottobre - quando il Tribunale dei minori di Tel Aviv ha disposto il rimpatrio in Italia di Eitan sulla base della Convenzione dell'Aja - la posizione di Shmuel Peleg si complica ulteriormente. La Procura di Pavia ha infatti chiesto due mandati di cattura internazionale: uno per Peleg e uno per l'uomo che il giorno del rapimento guidava la vettura, in realtà un ex soldato di ventura arruolato dalla BlackWater, compagnia militare privata tra le più note al mondo. All'interno dell'ordinanza la figura dell'autista assume un grande rilievo, alla luce del fatto che "le sue esperienze gli consentono di muoversi sottotraccia nel più assoluto disprezzo delle leggi e della sovranità di stati esteri". Non solo: il giudice ritiene anche che per superare i controlli alla frontiera e in aeroporto siano state "impiegate tecniche d'intelligence parallela". Ora, per capire se il mandato di estradizione avrà seguito potrebbe volerci diverso tempo e le cose potrebbero essere più complicate del previsto. Secondo quanto trapelato ieri dai corridoi del Viminale, la materia è disciplinata dalla Convenzione europea del 1957 di Parigi. Documento al quale Israele ha sempre opposto una riserva, non intendendo estradare i propri cittadini. Se l'impostazione dovesse rimanere questa, il rischio di un'impasse potrebbe essere concreto. Breve passo indietro: Shmuel Peleg dopo il tragico crollo di una cabina della funivia dell'impianto Stresa-Mottarone, dalla scorsa primavera Eitan Biran - 6 anni, unico sopravvissuto alla strage dove hanno perso la vita i genitori, il fratellino e i bisnonni - è al centro di una lunga contesa tra i due rami della famiglia per la sua custodia. Mesi fa il Tribunale di Torino ha affidato il piccolo alla zia paterna, residente a Travacò Siccomario (Pavia). Una decisione che i Peleg non hanno mai digerito, desiderando che Eitan tornasse a vivere in Israele assieme a loro per non dimenticare le proprie origini. I dissidi sono culminati nel famoso rapimento dello scorso 11 settembre. Da li la battaglia giudiziaria si è inasprita e poche settimane fa il Tribunale dei minori di Tel Aviv ha disposto il rientro in Italia del bambino. Sempre a Tel Aviv, questa mattina si svolgerà la prima udienza del processo d'appello che dovrà stabilire se il bambino deve tomare in Italia. la notizia del mandato di cattura a carico del nonno, rilanciata dai media israeliani, sarà un'ulteriore elemento di cui i giudici dovranno tenere conto nel districare la matassa di questa triste saga familiare di cui l'ultimo dei Biran è sfortunato protagonista, in balia degli eventi.
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