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Libero Rassegna Stampa
30.06.2021 Tasnim Ali, l'influencer antisemita
Commento di Fabio Rubini

Testata: Libero
Data: 30 giugno 2021
Pagina: 1
Autore: Fabio Rubini
Titolo: «La 'donna moderna' è antisemita»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 30/06/2021, a pag. 1, con il titolo "La 'donna moderna' è antisemita", il commento di Fabio Rubini.

Tasnim Ali, l'influencer che racconta l'Islam sui social - 361magazine
Tasnim Ali

Tasnim Ali è una 21enne spigliata, dal forte accento romano ed è una stella di Tik Tok, il social network per giovani e giovanissimi. Una influencer, insomma, seguita da più di 400mila follower. Tasnim è musulmana, figlia dell'imam della moschea della Magliana a Roma, Sami Salem (pure lui avvezzo alle comparsate televisive nelle trasmissioni di politica), e con i suoi video, che fanno milioni di visualizzazioni, prova a spiegare con leggerezza e ironia le basi dell'Islam («Le cose che dico sono cose semplici, quelle che qualsiasi musulmano conosce»). Il suo successo è stato così fulmineo da convincere Sky a farle un contratto da inviata e il resto del mondo a eleggerla come "volto rassicurante" dell'islam. Una sorta di eroina capace di tranquillizzare anche i più scettici che la sua è una religione di pace e integrazione. Perfino la rivista Donna Moderna, recentemente, le ha addirittura dedicato la copertina.

GESTO CLAMOROSO Perché vi parliamo di lei? Per uno degli ultimi video (già rimosso dalla sua pagina social) che ha indignato la comunità ebraica milanese (e non solo quella) e che rischia di incrinare quella purezza che l'ammanta da tempo. Nel video incriminato Tasnim è a Milano, all'esterno dell'Arena Civica. Il cellulare che riprende è in mano a un'amica che non si vede. Le immagini partono, si scorge Tasnim di spalle che cammina. Una voce fuori campo dal forte accento romano dice: «Oh, hai schiacciato la cacca?». A questo punto Tasnim alza la gamba destra per guardarsi sotto la suola e dice «Dove?» e poi «Ah, Dio», e striscia la scarpa più volte sull'asfalto come per pulirsi. Fin qui tutto normale, il fatto è che a guardare con più attenzione, sulla suola della scarpa di Tasnim Ali è disegnata a penna una Stella di Davide, simbolo non solo della nazione israeliana, ma anche della religione ebraica. Quella è la "cacca" in questione. E quello dell'influencer romana è un gesto antisemita senza se e senza ma. Una grave caduta di stile che si commenta da sola. E che, come detto, ha fatto infuriare più di una persona. «Quando ho visto quel video sono rimasto basito - spiega Filippo Jarach, consigliere del Municipio 1 ed esponente della comunità ebraica milanese -. Il suo gesto va contro uno Stato e contro una religione. Il fatto che nessuno in Comune abbia detto una parola su questo episodio è sconcertante». Jarach se la prende soprattutto con Sumaya Abdel Qader (che, va detto con chiarezza, col video incriminato non c'entra nulla) che recentemente ha ospitato Tasnim Ali in una diretta video nella quale presentava l'influencer romana ai suoi follower. «Sono schifato da quello che ho visto - prosegue -, soprattutto perché questo video è stato girato in un momento dove si stanno portando avanti determinati discorsi interreligiosi».

PIOGGIA DI CRITICHE Discorsi di cui ci parla Alan Rizzi, sottosegretario di Regione Lombardia, con delega ai Rapporti con le Delegazioni Internazionali e da poco "ambasciatore" del governatore Attilio Fontana al tavolo regionale della consulta delle religioni: «Dopo aver visto quei 14 secondi di video sono rimasto senza parole. In prima persona sto facendo il possibile per il dialogo interreligioso, ma davanti a queste immagini sono rimasto davvero contrariato». Rizzi infine ci tiene a «confermare la mia vicinanza alla comunità ebraica colpita da un gesto così scellerato». Anche la Lega, con il consigliere regionale Gianmarco Senna ha duramente condannato il video dell'influencer romana. Senna in particolare chiede a Donna Moderna e all'agenzia che rappresenta Tasnim Ali di «prendere le distanze da questo gesto antisemita. È necessario combattere il razzismo in qualsiasi forma esso si manifesti - spiega il leghista -, altrimenti l'attivismo contro comportamenti razzisti diventa solo una banale apparenza».

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