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Shalom Rassegna Stampa
30.09.2023 Ritrovato in Israele uno specchio ellenistico in bronzo
Commento di Michelle Zarfati

Testata: Shalom
Data: 30 settembre 2023
Pagina: 1
Autore: Michelle Zarfati
Titolo: «Ritrovato in Israele uno specchio ellenistico in bronzo»
Riprendiamo da SHALOM online l'analisi di Michelle Zarfati dal titolo "Ritrovato in Israele uno specchio ellenistico in bronzo".

Michelle Zarfati - Comunicazioni pubbliche relazioni - Museo Ebraico |  LinkedIn
Michelle Zarfati

Ritrovato in Israele uno specchio ellenistico in bronzo

Gli scavi condotti a Gerusalemme dall'Autorità israeliana per le antichità (IAA) hanno recentemente portato alla luce una grotta sepolcrale appartenuta ad una donna che, con molta probabilità, accompagnava gli eserciti greci che arrivarono in Israele durante il IV e il III secolo a.C. La squadra dell'IAA ha trovato i suoi resti bruciati e uno specchio di bronzo sorprendentemente ben conservato. Il dottor Yossi Nagar, un antropologo dell'IAA, ha identificato i resti di ossa trovati nella tomba come appartenenti senza dubbio ad un soggetto di sesso femminile. Il dottor Guy Stiebel del Dipartimento di Archeologia dell'Università di Tel Aviv ha spiegato che il ritrovamento segna "la prima prova di cremazione nella regione, risalente al periodo ellenistico". Accanto alle ossa, i ricercatori hanno scoperto diversi chiodi di ferro piegati e, con loro sorpresa, anche lo specchio di bronzo che fu probabilmente un'offerta funeraria. "E’ il secondo specchio di questo tipo trovato in Israele fino ad oggi. Sono 63 gli specchi di questo tipo, risalenti al periodo ellenistico in tutto il mondo", ha detto Liat Oz, direttore degli scavi presso l'IAA. "Il livello di lavorazione di questo specchio è così elevato che è rimasto eccezionalmente ben conservato nonostante il tempo". In uno studio congiunto tra l'Università di Tel Aviv e l'IAA, i ricercatori ritengono che questo raro specchio appartenesse a una donna sepolta in giovane età. I ricercatori hanno sottolineato che specchi di questo genere, trovati in tombe e santuari, sono conosciuti dal mondo greco-ellenistico e sono un indicatore distinto associato alle donne nell'antica Grecia. Questi specchi erano spesso decorati con intricate incisioni di figure femminili, in particolare quella di Afrodite, la dea greca dell'amore. "Questa scoperta solleva la questione del perché una donna greca fu sepolta su una strada che portava a Gerusalemme e lontano da qualsiasi insediamento greco nella zona. Il luogo di sepoltura ci ha particolarmente incuriosito, soprattutto considerando che le informazioni archeologiche su Gerusalemme e i suoi dintorni durante il primo periodo ellenistico sono quasi inesistenti” ha detto Stiebel. "Gli specchi di bronzo come quello ritrovato erano considerati oggetti di valore e potevano arrivare nelle mani delle donne greche in due modi: come parte della loro dote prima del matrimonio o come doni offerti dagli uomini alle etere (compagni o cortigiane). Tali specchi simboleggiavano le relazioni intime tra uomo e donna”, hanno spiegato i ricercatori. “Le etere facevano parte dell'istituzione sociale greca, dove le donne, simili alle geishe in Giappone, fornivano servizi di compagnia sociale agli uomini (che non avevano a che fare con rapporti sessuali). Alcuni divennero famose tre le élite del mondo ellenistico. Mantenevano salotti letterari e fungevano da muse per le sculture e i dipinti dei più famosi artisti del loro tempo” hanno spiegato i ricercatori. "È ragionevole supporre che questa sia la tomba di una donna greca che aveva affiliazioni con figure militari e governative ellenistiche di alto rango durante il periodo delle spedizioni di Alessandro Magno o, più probabilmente, durante le Guerre dei Diadochi” ha aggiunto Eli Eskozido, direttore dell'Autorità israeliana per le antichità. “La ricerca su quello che sembra un semplice manufatto ci fornisce nuove informazioni, aprendo una finestra sul mondo antico. Oggi, i ricercatori stanno utilizzando le nuove tecnologie per trovare ulteriori dettagli che potrebbero aiutare a conoscere meglio questa donna e la sua cultura” ha concluso Eskozido.

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redazione@shalom.it

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