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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Panorama Rassegna Stampa
21.03.2003 Israele: verso la guerra in Iraq
Maschere, rifugi, farmaci, strategie per sopravvivere in Israele in caso di un attacco chimico

Testata: Panorama
Data: 21 marzo 2003
Pagina: 43
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «Prove tecniche di difesa chimica»
Riportiamo un articolo di Fiamma Nirenstein pubblicato su Panorama il 21 marzo 2003.
Non mettete la maschera antigas al vostro cane quando la sirena suonerà. Potrebbe innervosirsi fino a soffocare. Conducetelo dolcemente con voi dentro il rifugio. Se ha paura abbracciatelo, carezzatelo; semmai, potete dargli pillole calmanti, ma che siano adatte, leggere». L'esperto veterinario parla alla radio con voce da psicoanalista, lento, distaccato. La giornalista incalza: «Lo si deve trattare proprio come se fosse un bambino?». «Proprio così» conferma il dottore «state calmi e infondetegli la vostra calma, proprio come fate con i bambini».
Calma, precisione nei particolari, understatement, quieto coraggio civile: è la tecnica generalizzata che Israele cerca di usare nella probabile imminenza della guerra contro Saddam Hussein. Certamente questo è il paese più in pericolo del mondo, un autentico avamposto di frontiera: Saddam, anche se è in possesso di un numero limitato di missili, può cercare di recapitare in vari modi in Israele le sue armi di distruzione di massa. Una bottiglia di botulinus, uno spray di vaiolo o di antrace possono essere trasportati da terroristi suicidi di cui l'area abbonda e di cui Saddam è scoperto finanziatore (i suoi 25 mila dollari per ogni famiglia dei «martiri» palestinesi sono solo la punta visibile di un'attività molto più ampia, bene organizzata e complessa): essi sono la vera, nuova arma strategica rispetto al 1991. Saddam può colpire Israele sia per suscitare un movimento solidale in tutto il Medio Oriente, come cercò di fare nel 1991 lanciando 40 missili su Tel Aviv, sia per provocare un grande fuoco d'artificio finale all'approssimarsi della propria fine.

Shaul Mofaz, ministro della Difesa israeliano, qualche giorno fa alla cerimonia finale di ammissione dei cadetti piloti dell'aviazione militare ha detto: «La nostra gente non deve perdere il sonno sull'Iraq». Molto elegante, e probabilmente Mofaz, da ex capo di stato maggiore, si riferisce al successo del sistema antimissilistico Arrow che, sperimentato, ha dato buoni risultati. Inoltre sa che l'esercito sta sperimentando tutti gli scenari possibili, compreso quello di una risposta massiccia a qualsiasi tentativo di colpire Israele. Come dice Mofaz: «Israele è lo stato più preparato del mondo all'eventualità di una guerra con l'Iraq». Ciò non toglie che tutti gli esperti lascino aperta la possibilità che Saddam aggredisca lo stato ebraico.
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rossella@mondadori.it

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