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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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L'Espresso Rassegna Stampa
01.01.2003 Israele, il nemico da battere
Per Ben Jelloun non esistono errori o colpe palestinesi,solo israeliane

Testata: L'Espresso
Data: 01 gennaio 2003
Pagina: 38
Autore: Tahar Ben Jelloun
Titolo: «I falsi profeti»
Davvero straordinaria, addirittura sublime, oseremmo dire, l'arte mistificatoria di Ben Jelloun. Arte che si fa di giorno in giorno più raffinata, ammantandosi di buon senso, ragionevolezza, moderazione: veleno nascosto in un dolcissimo e nutriente zabaione. Lo zabaione, in questo caso, è la fermissima condanna non solo del terrorismo, ma anche dell'estremismo religioso in sé, che vorrebbe tornare indietro di quattordici secoli. E dopo una lunga introduzione, ecco la prima goccia di veleno:

Nel libro che gli ha consacrato l'orientalista francese Maxime Rodinson, si parla di un "profeta armato". Armato per difendersi contro i suoi nemici, ma non per andare a uccidere gli innocenti.

Falso, naturalmente: sappiamo benissimo come il profeta abbia sterminato tutte le pacifiche tribù ebraiche che vivevano nella penisola arabica da ben prima che vi giungessero gli arabi, ma forse non tutti i lettori dell'Espresso lo sanno, e così il veleno farà sicuramente il suo effetto.
Prosegue spiegando che cosa si deve fare per sconfiggere il terrorismo: eliminarne le cause, naturalmente.

Per mettere fine al terrorismo, bisogna prima di tutto rendere giustizia al popolo palestinese. Non è certo sostenendo in modo sistematico la politica di Ariel Sharon che si apre verso la giustizia, giustizia per due popoli, israeliano e palestinese. Detto questo occorre ricordare che l'Autorità palestinese non vuole avere niente a che fare con Bin Laden ed i suoi complici di cui ha sempre condannato organizzazione e crimini.

Poco importa che a Bin Laden, fino a poco tempo fa, non fosse mai venuta l'idea di occuparsi del popolo palestinese, poco importa che il terrorismo palestinese sia cominciato quando Sharon non era ancora nato, poco importa la presenza di cellule di Al Qaeda nei territori: la causa del terrorismo resta sempre la politica israeliana nei confronti degli innocenti palestinesi. Ci ricorda anche che causa del terrorismo, inoltre

è il persistere del'analfabetismo, è lo stato della salute e dell'educazione.

Peccato che tutti i terroristi che conosciamo siano forniti di diploma, se non addirittura di laurea, nonché di eccellente salute. E, a parte questo, che cosa dovremmo fare noi, europei e americani, contro l'analfabetismo presente nei Paesi arabi? Ma naturalmente la lista delle responsabilità americane non è finita:

L'America ha sempre messo davanti a tutto i propri interessi. Il resto non gli importa. Detto questo, dobbiamo constatare che con la politica del presidente Bush il terrorismo si allargherà a macchia d'olio. In questa strana guerra fra simboli della libertà e terrorismo internazionale, Bush sta facendo male i suoi calcoli e sta commettendo un grave errore di valutazione: preparandosi ad attaccare l'Iraq, commette la stessa ingiustizia che comporta l'appoggiare sistematicamente la politica di Ariel Sharon. Non fa che esacerbare le tensioni e gli odi. Fornisce argomentazioni ai capi del terrorismo e gli facilita il compito.

Potremmo chiedere al signor Ben Jelloun come possa "allargarsi a macchia d'olio" un terrorismo che ha già un'estensione planetaria. Potremmo chiedergli come mai abbia raggiunto queste dimensioni in tempi in cui nessun Bush faceva guerre e calcoli sbagliati. Potremmo chiedergli come mai quest'ultima ondata di terrorismo palestinese sia esplosa (e gli attacchi di Al Qaeda siano stati preparati) proprio nel momento in cui l'America stava costringendo Israele a concedere anche più del ragionevole. Ma per le risposte a queste domande non c'è spazio nel suo zabaione. Ed ecco una goccia di veleno ancora più subdola:

Certo è, e non occorre essere un veggente né un mago per dirlo, che se l'America attacca il popolo iracheno (...). Ma non è attaccando un popolo già martoriato da un embargo perverso (...)

Anche l'ultimo degli imbecilli sa che l'America attaccherà - se attaccherà - il dittatore Saddam, e non certo il popolo iracheno. Anche l'ultimo degli imbecilli sa che il programma "oil for food" sarebbe più che sufficiente a nutrire e curare l'intera popolazione irachena, se quel denaro non fosse usato per la produzione di armi sporche. E poiché non abbiamo ragione di sospettare che il signor Ben Jelloun sia al di sotto dell'ultimo degli imbecilli, ne dobbiamo inevitabilmente concludere che è un consapevole mistificatore in malafede. Un mistificatore per il quale non esistono errori, né tanto meno colpe, da parte palestinese; esistono forse errori, ma ben nutriti dagli americani, e in ogni caso non vere colpe, da parte del terrorismo internazionale. E il nemico da battere è sempre lo stesso: Israele, vaso di Pandora di tutti i mali della terra.
Buono lo zabaione, ma che mal di pancia dopo averlo gustato!

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