mercoledi` 24 aprile 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






L'Espresso Rassegna Stampa
14.06.2020 Il giardino di Meir Shalev
Recensione di Sabina Minardi

Testata: L'Espresso
Data: 14 giugno 2020
Pagina: 79
Autore: Sabina Minardi
Titolo: «Giardiniere Shalev»
Riprendiamo dall'ESPRESSO di oggi, 14/06/2020, a pag.79, con il titolo "Giardiniere Shalev" la recensione diSabina Minardi.

Il mio giardino selvatico - Bompiani
La copertina (Bompiani ed.)

Un giorno, una coppia di neo sposi, con le rispettive mamme, fotografi e amici invade il giardino di uno scrittore. Lui esce di casa e arrabbiato caccia via gli intrusi. Ora, in ebraico il giardino si dice Gan mentre il Paradiso è Gan Eden e quindi la scena allude alla cacciata dal Paradiso, con l'autore del magnifico libro "Il mio giardino selvatico" nel ruolo di Dio. Le sembianze divine sono quelle di Meir Shalev, romanziere israeliano che esordì a fine anni Ottanta con "La montagna blu", grande successo di pubblico e di critica, ambientato all'epoca dei primi pionieri ebrei (fra cui i suoi nonni) nella Bassa Galilea, non lontano da Megiddo, la biblica Armageddon, il luogo della lotta finale fra la Luce e la Tenebra.

Intervista a Meir Shalev/Interview with Meir Shalev | La ...
Meir Shalev

Ecco, il fascino della letteratura israeliana deriva anche dall'intreccio naturale fra mito e lingua, ambedue ancorati nell'Antico Testamento, pure quando si tratta di un libro, come quello di cui stiamo parlando, incantevole nella sua apparente spensieratezza e nella saggia leggerezza. Shalev ha un giardino che ama e coltiva, in una regione, la Galilea dove abitano ebrei e arabi. Così, grazie a questo libro veniamo a sapere che i fichi d'India, una pianta che è sinonimo del nativo israeliano (sabra) sono stati importati dal Messico e servono a tracciare i confini, ma impariamo pure come coglierli. Siamo informati sulla vita e sulle abitudini dei piccoli rettili. Seguiamo le spiegazioni sulle fioriture delle scille. Ci viene detto che i buchetti che troviamo nei tubi d'irrigazione di gomma sono fatti dai picchi, e fino a essere informati, per tornare al mito, quanto i primi contadini ebrei immigrati dall'Ucraina piantassero alberi citati nelle sacre scritture. Questa enciclopedia della vita rurale ha una sola pecca. Quando Shalev racconta gli ulivi, chi vive in Toscana e cura queste piante resta deluso. Ma il resto è quasi perfetto, comprese le illustrazioni di Refaella Shir.

Per inviare all'Espresso la propria opinione, telefonare: 06/84781, oppure cliccare sulla e-mail sottostante

letterealdirettore@espressoedit.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT