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L'Espresso Rassegna Stampa
13.07.2007 La "presenza d'Israele" è una causa del terrorismo
è la tesi di Giorgio Bocca

Testata: L'Espresso
Data: 13 luglio 2007
Pagina: 0
Autore: Giorgio Bocca
Titolo: «A pugni nudi contro i terroristi»
Le ragioni del terrorismo islamico ? Secondo Giorgio Bocca tra esse si contano: "l'occupazione dell'Iraq; la presenza di Israele; la repressione dei talebani in Afghanistan".
Sull'Iraq e l'Afghainistan giova ricordare l'11 settembre, avvenuto prima dell'abbattimento dei regimi baathista e talebano. Sulla "repressione" dei talebani, sarebbe opportuno ricordarsi della repressione effettuata dai talebani contro chiunque non si conformasse ai rigidi dettami della loro interpretazione dell'islam, quando erano al potere.
Sulla "presenza d'Israele", possiamo solo ribadire che la realtà è l'esatto contrario di quanto ipotizzato da Bocca. E' il fondamentalsmo islamico jihadista, che del terrorismo costituisce l'deologia, a produrre il rifiuto dell'esistenza di Israele. Non è questa esistenza a produrre fondamentalisti e terroristi.
I terroristi islamici rifiutano la "presenza" di qualsiasi società libera.

Ecco il testo dell'articolo:


Bisognerebbe incominciare a capire che cosa è il terrorismo islamico, il terrorismo che cresce nel mondo musulmano contro l'Occidente. Si direbbe un rifiuto della democrazia da parte della teocrazia, delle società governate dal dio Onnipotente, di quelle rette dalle leggi e dalla ragione umane.

E allora di fronte a manifestazioni di terrorismo quali quelle per fortuna abortite in Inghilterra, l'unica reazione possibile è quella di non capire, di non accettare, di continuare nella vita normale. Come se fosse normale che nelle strade della tua città ci siano persone che progettano di ucciderti, che desiderano ucciderti, che considerano il tuo assassinio come un successo civile e religioso. È una scelta per la fermezza che ha profonde tradizioni civili e patriottiche, che ricorda il modo inglese di sopportare i bombardamenti nazisti di Londra.

Se è difficile capire il terrorismo lo è altrettanto combatterlo. La polizia inglese deve sorvegliare 1.100 individui, liberi di circolare nel Regno Unito che sono possibili terroristi, sia per le loro storie personali sia per gli ambienti che frequentano.

E nelle due grandi democrazie occidentali, l'americana e l'inglese, i grandi obbiettivi di possibile terrorismo islamico, grosso modo quello che fa capo ad Al Qaeda, ha già ottenuto un grande risultato strategico, quello di impegnare una gran parte degli apparati di polizia occidentali.

Si è avuta la conferma, nei casi di Scozia e Inghilterra, che il terrorismo che semina morte e distruzione non è un terrorismo importato per una operazione speciale, ma il 'terrorismo della porta accanto' dello studente, dell'impiegato, del nato e cresciuto in Inghilterra che sente l'insopportabile bisogno di rischiare la vita per colpire gli infedeli, i satana.

È stato trovato un documento che progettava un attacco a un locale di danze, il Tiger Tiger, il cui obiettivo era di far saltare in aria "tutte quelle peccatrici dalle gambe nude".

Ci sono delle ragioni precise, storiche, attuali che provochino la crescita del terrorismo islamico? Tutti ci proviamo a elencarle: l'occupazione dell'Iraq; la presenza di Israele; la repressione dei talebani in Afghanistan, della rivoluzione islamica in Somalia, dopo quella in Algeria; le repressioni degli islamici in Indonesia; le scuole coraniche del Pakistan; l'imperialismo iraniano e tutto ciò che ci riporta ai tempi in cui i guerrieri dell'Islam "passaro il mar e in Francia nocquer tanto", ai tempi cioè in cui tutte le coste del mare latino erano fortificate contro i feroci saraceni.

Si potrebbe dire che l'unica nota positiva di questo nuovo scontro di civiltà è che stavolta i 'mori', i guerrieri di Allah, spesso e volentieri falliscono i loro attacchi, spesso mancano le miracolose combinazioni che hanno provocato la strage di New York.

In Scozia si sono visti questi terroristi andare a cozzare con la loro Jeep contro l'ingresso dell'aeroporto. Erano più esperti quelli dell'Ira che provavano il percorso, e alcuni di questi che andavano all'assalto al grido di Allah venivano messi al tappeto dai pugni dai coraggiosi e robusti viaggiatori.

Mi auguro che noi italiani non dobbiamo affrontare simili prove, direi che sarebbero pochi i viaggiatori coraggiosi pronti ad affrontare terroristi armati di molotov che occupano sale d'aspetto minacciando stragi, a pugni nudi come nella noble art.

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