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L'Espresso Rassegna Stampa
14.10.2003 L'inviato speciale Onu punta il dito su Israele
Gigi Riva prende tutto per oro colato

Testata: L'Espresso
Data: 14 ottobre 2003
Pagina: 32
Autore: Gigi Riva
Titolo: «Il Muro della vergogna»
Su L’Espresso di questa settimana troviamo un lungo articolo di Gigi Riva che commenta il rapporto dell’inviato speciale Onu Jean Ziegler sul diritto all’alimentazione nei territori palestinesi.
L’inviato Onu ha stilato un rapporto con il quale dipinge una situazione assai preoccupante sia relativamente alla denutrizione sia relativamente all’autosufficienza alimentare: ovviamente la colpa di qualsiasi male risiede nella presenza dello Stato di Israele.
E’ colpa di Israele se i bambini palestinesi non hanno abbastanza da mangiare, sono anemici o se le famiglie nei territori si alimentano spesso con pane e tè. E’ colpa di Israele se gli aiuti umanitari non arrivano a destinazione. L’inviato Ziegler è molto chiaro nel rapporto nell’attribuire colpe ad Israele e soprattutto a mischiare argomentazioni relative all’alimentazione con argomentazioni di natura politica.
Ad esempio, afferma che

La causa principale della crisi economica palestinese è la chiusura dei territori. La difficoltà di movimento non è solo una restrizione della libertà, ma priva del diritto al cibo e alla salute
E ancora approfitta del rapporto per affermare che anche la creazione del muro viola il rispetto del diritto al cibo dei palestinesi.

La parzialità e le reali finalità del rapporto sono assolutamente evidenti a utti. Ma non per Gigi Riva. Facciamo qualche esempio.

Per l’inviato Ziegler il muro non viene costruito per motivi di sicurezza di Israele: ed il giornalista non commenta in alcun modo le affermazioni faziose precisando le legittime ragioni di sicurezza israeliane.

Per l’inviato Ziegler i palestinesi vengono assoggettati ad un regime di apartheid: ed il giornalista non commenta in alcun modo le affermazioni diffamanti.

Per l’inviato Ziegler i palestinesi sono denutriti anche perché gli aiuti umanitari non arrivano a destinazione: ed il giornalista non precisa che i camion spesso servono per trasportare (insieme ai viveri) armi o altro materiale per i terroristi. Ed inoltre non viene commentata la distrazione quotidiana di fondi (anche Eu) da parte di Arafat (e del suo regime) che potrebbero servire per sfamare tutti i palestinesi e per rendere più accettabili le condizioni di vita nei territori.

Per l’inviato Ziegler le responsabilità sono tutte di Israele anche se con gli accordi di Oslo l’amministrazione (e quindi la responsabilità) era passata all’Autorità palestinese; ed il giornalista non commenta in alcun modo le affermazioni.

Le conclusioni del giornalista sono infine chiarissime:

La lunga disamina include anche un accenno alle difficili condizioni di vita dei prigionieri palestinesi prima di arrivare alle ´conclusioni e raccomandazioni´. La catastrofe umanitaria, provocata dall´occupazione, può facilmente essere evitata. È assurdo che bambini, donne e uomini soffrano la fame visto che abitano in una terra fertile. Il governo di Sharon si assuma immediatamente le proprie responsabilità, rispetti le leggi internazionali e la finisca con un´occupazione che, in questi termini così repressivi, non è giustificata dalle ragioni della sicurezza
Vengono inclusi i prigionieri (ovvero terroristi), vengono indicate le responsabilità del governo israeliano come le uniche. La colpa è di Israele e dell’occupazione dei territori. Vengono quindi pericolosamente mischiate le conseguenze con le cause.

Non rileva quindi l’esigenza di sicurezza di Israele, non rileva la lotta al terrorismo, non rileva la corruzione di Arafat, non rileva la presenza di una amministrazione palestinese che potrebbe fare e non fa.

Vogliamo solo ricordare che omettere la verità, omettere una precisazione, equivale all’affermazione del falso e questo atteggiamento sembra molto grave se riferito a professionisti dell’informazione.

Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare la propria opinione alla redazione dell'Espresso. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.




espresso@espressoedit.it

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