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Agenzia Radicale Rassegna Stampa
25.08.2009 Giornalisti israeliani espulsi dalla IFJ: fortunatamente non tutti sono d'accordo
Cronaca di Elena Lattes

Testata: Agenzia Radicale
Data: 25 agosto 2009
Pagina: 1
Autore: Elena Lattes
Titolo: «Giornalisti israeliani e giornalisti italiani»

Riportiamo da AGENZIA RADICALE, l'articolo di Elena Lattes dal titolo "Giornalisti israeliani e giornalisti italiani ".

 Franco Siddi, segretario della sezione italiana della Federazione internazionale dei giornalisti

La federazione israeliana dei giornalisti (NFIJ) ha accettato l'invito dell'omologa italiana (NFSI) per incontrarsi a Roma o a Gerusalemme per trovare una soluzione al problema dell'esclusione dei giornalisti israeliani dalla Federazione internazionale. Invito che arrivò verso la metà del luglio scorso, quando Lorenzo Del Boca, presidente dell'Ordine nazionale dei giornalisti a Roma, contattò la NFIJ, in seguito all'espulsione avvenuta qualche giorno prima, ufficialmente per motivi economici.

Secondo la Federazione internazionale, infatti, gli israeliani non avrebbero pagato l'iscrizione fin dal 2005, ma, pare anche, che le tasse riservate a loro fossero più alte rispetto a quelle richieste a colleghi degli altri Paesi del Medio Oriente, equiparabili, invece, soltanto agli importi pagati dalle Nazioni europee più ricche.

 Per stessa ammissione del Segretario della sezione italiana della Federazione, Franco Siddi, poi, c'è qualcosa di più delle questioni economiche (per l'iscrizione alla fine si era trovato un compromesso): tra i numerosi esempi, infatti, ricordati da un suo collega israeliano, c'è quello dell'esclusione, dietro pressione dell'Associazione della Stampa giordana (il cui governo è ufficialmente in pace con lo Stato di Gerusalemme), ad un convegno tenutosi recentemente ad Amman.

La Federazione Internazionale, inoltre, aveva preso più volte le difese dei mass media controllati da gruppi terroristici, criticando, per esempio, l'assenza o la scarsità di condanna, da parte della NFIJ, dell'attacco israeliano alla televisione Al Manar di Hezbollah ed aveva evitato accuratamente di intervenire quando i missili sparati dal Libano nel 2006 e da Gaza nel gennaio 2009 ferirono diversi giornalisti israeliani.

In seguito a queste vicende tanti si sono mobilitati. Su Facebook è nato un gruppo "Non in mio nome" che attualmente conta più circa 2700 iscritti, per fare pressione sulla sezione italiana affinché ritiri il voto di esclusione. 

 Il segretario dell'Unione di Tel Aviv, Yossi Bar Moha, ha scritto una lettera al suo collega della Federazione internazionale nella quale lo invitava ad "interrompere l'incitamento ad una politica divisoria e promuovere, invece, il dialogo e la cooperazione all'interno della fratellanza universale tra giornalisti".

Franco Siddi ha offerto il supporto italiano per risolvere tutte le questioni e ha assicurato, in una dichiarazione al Jerusalem Post, di essere appoggiato da diversi Paesi, tra i quali la Danimarca, l'Olanda, gli Usa e l'Australia; ha inoltre sostenuto: "La IFJ ha una struttura democratica e quindi possiamo lavorare tutti insieme. Se Israele abbandona, il blocco anti-israeliano si rafforzerà e noi non vogliamo questo", dichiarandosi anche d'accordo con Bar Moha sulla situazione dei giornalisti israeliani che sono "liberi e aperti" e considera Israele uno dei rari Paesi dove i media possono controbilanciare il potere politico.

"Interessante - ha dichiarato Sergio Stimolo, creatore del gruppo "Non in mio nome" alla notizia postata in Facebook - ma siamo ancora solo alle promesse". E insieme agli altri iscritti già si prepara per rinnovare le domande da porre alla FNSI.

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