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Agenzia Radicale Rassegna Stampa
10.09.2008 Drusi israeliani e drusi libanesi
un confronto di Elena Lattes

Testata: Agenzia Radicale
Data: 10 settembre 2008
Pagina: 1
Autore: Elena Lattes
Titolo: «Samir Kuntar, Mahdi Hassan e i drusi israeliani»

Dal sito  AGENZIA RADICALE:

Recentemente, in occasione dello scambio tra le due salme israeliane e i terroristi libanesi, abbiamo sentito parlare molto del druso Samir Kuntar, assassino di una bambina di quattro anni, di suo padre e di alcuni agenti di polizia e spesso chi segue le vicende del Medio Oriente sente parlare degli esponenti drusi nel Paese dei cedri, in particolare della famiglia Jumblatt, che ha visto uccidere dai siriani, nel 1977, uno dei suoi membri, Kamal, il cui figlio, Walid, è ora presidente del Partito socialista, nonché leader della sua comunità e soprattutto del fronte antisiriano del "14 marzo".

Ma chi sono i drusi?

Questo termine deriva dal nome dell'egiziano al-Darazi che sosteneva l'identificazione dell'Imam Fatimide al-Hakim (996-1021) con Dio e con esso viene indicato un gruppo religioso seguace di questa filosofia. Dopo le persecuzioni subite in Egitto da parte dei sunniti, i Drusi cercarono e trovarono rifugio nella regione corrispondente attualmente alla Giordania, Libano, Siria meridionale dove risiedono tuttora, così come in Israele. Ad oggi si contano circa 700mila seguaci di cui 18milla nella Galilea settentrionale. Qui si sono stabiliti organizzandosi politicamente in maniera indipendente dal governo centrale, prevedendo un proprio Parlamento e una leadership spirituale.

Durante l'Impero Ottomano i Drusi erano governati da emiri, come comunità semi-autonoma. Nel 1921 i Francesi tentarono, senza successo, la creazione di uno Stato Druso sotto il loro Mandato. Neutrali tra arabi ed ebrei fino al 1948, durante la Guerra di indipendenza, iniziarono a militare attivamente al fianco di Israele, fino ad arrivare all'accordo siglato nel 1956 che li vincola a prestare regolare servizio militare nelle file nazionali.

I Drusi si considerano musulmani e rientrano ufficialmente in questo gruppo religioso, sebbene sia sunniti che sciiti, li definiscano non-musulmani.

La loro dottrina teologica raccoglie vari elementi da diverse religioni e filosofie: dall'Induismo ed Ebraismo, al Cristianesimo, Islam, Gnosticismo e Neo-platonismo. E' una religione chiusa, i testi sacri sono accessibili solo agli iniziati e non accettano conversioni perché credono che tutti coloro che vivono oggi sono reincarnazioni di chi ha vissuto nei tempi in cui la fede è stata rivelata e che è stato invitato a seguirla. Non ci sono rituali o cerimonie, non sono contemplati i pellegrinaggi e non esiste una giornata particolare dedicata alla preghiera o a qualunque festa.

A parlarci di questa comunità e della sua esperienza come Maggiore nell'esercito israeliano è venuto in Italia Mahdi Hassan. 33 anni, sposato con due figli e con una lunga esperienza come responsabile di una zona di Gaza, egli  è fiero di essere un cittadino del suo Stato e la sua identità drusa viene soltanto al secondo posto.

Sostiene che la minoranza a cui appartiene si ritiene diretta discendente di Ithro', suocero di Mosè, e la sua religione si basa sull'anima e sulla reincarnazione. "Per questo i drusi sono i migliori soldati d'Israele, perché sanno che se moriranno avranno la possibilità di rinascere".

Mahdi è entusiasta dei suoi concittadini che abitano nella zona vicino a Gaza, "sono persone meravigliose che danno coraggio e la forza di andare avanti ai soldati che vengono lì a proteggerli dai missili palestinesi. Nonostante le difficoltà non hanno abbandonato le loro case e nonostante la minaccia dei missili e del terrorismo, non cedono all'idea di un rifugio più tranquillo in un'altra zona del Paese".

E' grato al Keren Kayemet (il fondo Nazionale ebraico che da poco più di un secolo ha reso verdi e fertili  la maggior parte delle terre israeliane), i cui dirigenti collaborano con l'esercito e vengono considerati colleghi dai militari".

Quando si è parlato di pace e gli è stato chiesto di esprimere giudizi sulle scelte dei vari governi israeliani è stato diplomatico e non ha espresso nessuna opinione riguardo i colloqui tra Olmert e Mahmud Abbas, deludendo così, diversi suoi ascoltatori. Ha preferito, invece, parlare della sua esperienza, descrivendo la sua opinione sulle azioni e la mentalità palestinesi, il ruolo della barriera difensiva e il tipo di educazione che si impartisce ai giovani soldati di leva.

A proposito di Gaza, Mahdi racconta che nonostante la presenza di Hamas, i palestinesi mantengono i contatti con Israele, per ottenere aiuto in campo sanitario e sociale. Hanno nominato una commissione apposita di cui nessun membro fa parte dell'organizzazione fondamentalistico-terrorista.

Insomma, un vero abisso tra i drusi israeliani che tanto danno al loro Stato e Samir Kuntar, ma anche Jumblatt che, nonostante abbia subito gravi lutti a causa dei siriani e dei suoi sicari Hezbollah, ha accolto l'assassino con tutti gli onori unendosi nei festeggiamenti anti-israeliani.

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agenziaradicale@inwind.it

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