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Informazione Corretta Rassegna Stampa
15.04.2024 Sirene, droni e missili su tutto Israele ma la calma e il coraggio sono la nostra forza
Diario di guerra di Deborah Fait

Testata: Informazione Corretta
Data: 15 aprile 2024
Pagina: 1
Autore: Deborah Fait
Titolo: «Sirene, droni e missili su tutto Israele ma la calma e il coraggio sono la nostra forza»

Sirene, droni e missili su tutto Israele ma la calma e il coraggio sono la nostra forza
Diario di guerra di Deborah Fait

Battaglia di missili sui cieli di Gerusalemme. Oggi a Parigi ebrei e persiani insieme, sventolando le bandiere dei rispettivi paesi, hanno dimostrato per la libertà cantando Am Israel Chai. Il Popolo di Israele vive e, se lo volesse, anche quello persiano.

Una notte come quella passata la auguro solo ai nostri peggiori nemici ma Israele ne è uscito vittorioso e ha vanificato lo sforzo iraniano di spaventarci e colpirci a morte. Più di 400 droni kamikaze, missili balistici e missili terra terra sono stati sparati contro Israele con la chiara volontà di fare morti, tanti morti. Se Israele, il suo meraviglioso esercito non avesse distrutto il 99,99% del bombardamento, anche con l’aiuto dei paesi che si sono scoperti improvvisamente suoi alleati pur di fermare gli ayatollah, qui avremmo avuto un bagno di sangue.

Invece abbiamo dovuto salvare anche le loro moschee sul Monte del Tempio dove l’Iron Dome ha distrutto due missili che le stavano colpendo. Il piccolo Satana, come chiamano Israele, non solo si è salvato ma ha fatto sì che fossero risparmiate persino le loro “sacre” moschee che,  se fossero state colpite, avrebbero distrutto metà Gerusalemme, tanto sono piene di armi. La vittoria di ieri sera passerà alla storia anche perché ha ricompattato Israele con quelli che avrebbero dovuto essere i suoi alleati, soprattutto dopo il 7 Ottobre, e che, a causa della propaganda palestinese e delle sinistre mondiali e antisemite, si erano schierati contro l’unica democrazia del Medio Oriente. Ieri notte Usa, Inghilterra, Giordania, Arabia Saudita, Francia ed Egitto hanno dato supporto a Israele che si è guadagnato il rispetto di buona parte del mondo, meno i soliti comunisti. Adesso Israele dovrà rispondere al micidiale attacco iraniano ma a tempo debito, colpendo dove farà veramente male, cioè gli impianti atomici e nucleari in modo da impedire che un domani gli ayatollah tentino per davvero di spazzare Israele dalla mappa del mondo come ripetono dal 1980. Dal mio punto di vista, Israele deve approfittare della vittoria per concentrarsi su Gaza, entrare a Rafah, distruggere i quattro battaglioni che restano a Hamas, liberare gli ostaggi, sia vivi che morti, e, soprattutto, non deve ascoltare i diktat di Biden. Se l’Iran non ha ancora la bomba è solo merito di Donald Trump e Benjamin Netanyahu. Fosse dipeso da Obama e Biden, Israele non esisterebbe più. L’amministrazione Obama è riuscita a distruggere buona parte dei paesi del Nord Africa, trasformando dittature come la Libia in un ammasso di bande criminali l’una contro l’altra, dopo aver impalato Ghedddafi e, di conseguenza,  aver invaso l’Europa con milioni di migranti misti a terroristi. A Gerusalemme è in corso il Gabinetto di Guerra e le ultime notizie dicono che Netanyahu ha annullato l’attacco immediato come ritorsione a quello subito dall’Iran. Le guerre si vincono anche con l’intelligenza, non con la furia auspicata da qualcuno che fortunatamente non ha voce in capitolo. Il 7 Ottobre Israele ha subito un attacco che più tragico non avrebbe potuto essere. L’attacco più terribile dopo la Shoah, sferrato da Hamas, finanziato dall’Iran che paga e addestra i palestinesi, Hezbollah, tutti i terroristi del mondo, e, per ultimi, quei guerrieri barbuti in gonna e infradito, che rispondono al nome di Huti, e che sparano missili contro tutte le navi che tentano di entrare nel Canale di Suez. Israele ha la forza della sua esperienza, del suo stupendo e compatto esercito, del suo popolo che non perde mai la testa di fronte al pericolo. Questo è il momento per approfittarne e stravincere a Gaza, nonostante Biden, e poi, con calma, prepararsi per colpire a morte gli ayatollah. Avrebbe dalla sua l’80% del popolo iraniano e del principe Reza Ciro Pahlevi, figlio del deposto e defunto Shah di Persia. Oggi a Parigi ebrei e persiani insieme, sventolando le bandiere dei rispettivi paesi, hanno dimostrato per la libertà cantando Am Israel Chai. Il Popolo di Israele vive e, se lo volesse, anche quello persiano.

Deborah Fait
Deborah Fait


takinut3@gmail.com

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