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Informazione Corretta Rassegna Stampa
23.11.2023 Le ultime cartucce di Abu Mazen
Analisi di Michelle Mazel

Testata: Informazione Corretta
Data: 23 novembre 2023
Pagina: 1
Autore: Michelle Mazel
Titolo: «Le ultime cartucce di Abu Mazen»
Le ultime cartucce di Abu Mazen
Analisi di Michelle Mazel

(traduzione di Yehudit Weisz)


Hamas non rappresenta i palestinesi”, Abu Mazen rompe il lungo silenzio -  la Repubblica
Abu Mazen

Mahmoud Abbas si sente molto solo nella sua residenza di Mukata'a, dove si aggira ancora il fantasma di Yasser Arafat. Sente il potere scivolargli dalle mani. Il suo mandato presidenziale è terminato da tempo, non può rischiare di organizzare nuove elezioni che sa di non poter vincere, e i territori ancora controllati dall’Autorità Palestinese si stanno riducendo sempre di più.

Ci sono città dove i suoi uomini non possono entrare; e la fedeltà delle sue forze di sicurezza resta da dimostrare. Hamas, il suo nemico mortale, sta estendendo la sua presa su una popolazione disillusa dalla portata della corruzione del suo regime e dal disprezzo per i diritti umani. Quel poco sostegno che gli è rimasto è dovuto al sostanziale reddito che lui paga agli assassini imprigionati in Israele e alle loro famiglie. Un incoraggiamento diretto a commettere degli attentati. Tutto ciò è ben noto e ampiamente documentato. I re e i potentati arabi non se ne curano particolarmente.  Quanto alle grandi cancellerie occidentali, fanno finta di non accorgersi di nulla. Colui che continuano a chiamare “presidente Abu Mazen” viene accolto in Europa con onori ai quali da tempo non ha più diritto. Non solo viene ascoltato con cordialità, ma non ci si offende per i suoi eccessi. Non gli piacciono gli ebrei e non esita a dirlo. Nega loro ogni legame con Gerusalemme e con tutta la terra che secondo lui è palestinese da sessantamila anni. Si scandalizza quando osano contaminare “la spianata santa delle moschee” con “i loro piedi lerci”.                                                                                     Nell'agosto del 2022 in visita a Berlino, ha dichiarato: “Israele ha commesso 50 massacri in 50 villaggi palestinesi, 50 olocausti” durante una conferenza stampa congiunta con il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il quale senza dubbio è stato colto così di sorpresa che ha aspettato fino al giorno successivo per reagire.                                      

Presentandosi davanti al Parlamento europeo a Bruxelles, sostiene che gli ebrei stanno avvelenando i pozzi della Cisgiordania e viene accolto da un fragoroso applauso seguito da una standing ovation.           

Presidenti, capi di governo e ministri degli Esteri si recano regolarmente in pellegrinaggio a Ramallah per conferire con lui. Riportano le sue osservazioni che fingono di prendere sul serio. Stando così le cose, dovremmo sorprenderci che lui si permetta di negare la realtà delle atrocità commesse da Hamas il 7 ottobre? In un messaggio distribuito ai ministeri degli Esteri di tutto il mondo e alle Nazioni Unite, il suo governo afferma che sono stati gli elicotteri israeliani i responsabili della morte dei 364 partecipanti al festival, e che poi gli elicotteri hanno bombardato i kibbutz. Ma a tutto c’è un limite. Il Consiglio di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti ha condannato con esitazione questa distorsione dei fatti ed ha espresso soddisfazione dopo che l'Autorità Palestinese l’aveva rimossa dal suo sito, e aveva chiarito che questa non era la posizione ufficiale. Abu Mazen può dormire sonni tranquilli. Non ha sparato le sue ultime cartucce. Chi mai rischierà di attaccarlo, visto che lui incarna per definizione la legittimità della causa palestinese?

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Michelle Mazel

takinut3@gmail.com

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