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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Informazione Corretta Rassegna Stampa
21.11.2023 Il teatro dell'assurdo e dell'ipocrisia
Diario di guerra di Deborah Fait

Testata: Informazione Corretta
Data: 21 novembre 2023
Pagina: 1
Autore: Deborah Fait
Titolo: «Il teatro dell'assurdo e dell'ipocrisia»
Il teatro dell'assurdo e dell'ipocrisia
Diario di guerra di Deborah Fait

Dal 7 ottobre una domanda mi frulla in testa. Dove sono tutte le organizzazioni per i diritti umani, per la difesa dei bambini e delle donne? Quel sabato dell’orrore è stato compiuto un massacro di civili di tutte le età, dai neonati, a vecchi pluriottantenni. Sono stati commessi stupri di gruppo, giovani sanguinanti sono state portate in trionfo a Gaza per ricevere sputi e calci dopo quello che avevano subito nelle loro case e al concerto nel Neghev. Sono stati rapiti 51 bambini sotto gli 11 anni. Questo lo scrivo da più di un mese il che significa che, nello stesso periodo, nessuna delle organizzazioni umanitarie si è fatta viva. Save The Children? Meetoo? Unicef? Croce Rossa? Alle partite di calcio la Uefa ha proibito persino un minuto di silenzio per le vittime del 7 ottobre. In che razza di mondo viviamo? Perché tanta ignobile indifferenza? Ah, ho capito. Tutte queste organizzazioni aspettavano in silenzio la reazione di Israele sapendo che sarebbe stato impossibile restare fermi dinnanzi a tale macelleria, e si stavano preparando, affilavano le armi dell’odio. Al primo bombardamento si sono svegliati tutti. Cortei infiniti, attivisti e femministe si sono messi a filare per Gaza, urlando oscenità verso Israele colpevole di difendersi da un attacco barbaro mai visto nel mondo cosiddetto civile. La Croce Rossa non è mai pervenuta, non ha mai chiesto di poter visitare almeno i bambini, niente, silenzio totale. Quasi dimenticavo Amnesty International! Loro si che si sono dati da fare girando per le città italiane a strappare le foto degli ostaggi israeliani in mano a Hamas. Con che cuore si possono strappare le immagini di bambini prigionieri chissà dove e in che mani bestiali. Questo è peggio che odiare, è augurarsi che muoiano per non vedere più i loro volti sorridenti. In molti si dicono preoccupati per questa folle ondata di odio antisemita ma nessuno osa accusare le organizzazioni umanitarie che si sono svegliate solo per urlare Free Palestine e per cancellare persino il ricordo di quello che ha subito Israele. Quello che le masse, sobillate dalla propaganda filo palestinese di alcuni media, politici, attori di Hollywood, e le più varie ONG, provano per questo mio paese è un odio implacabile che spaventa per la sua violenza. Quale genitore al mondo è costretto a dire ai figli che partono per l’Europa “Ricordatevi di non parlare ebraico, parlate sempre solo in inglese”? È una cosa bestiale, disumana, ingiusta, essere un ebreo, un israeliano e doverlo nascondere per non essere pestato o peggio. E poi, come se non bastasse l’odio urlato delle masse, abbiamo anche l’odio subdolo di alcuni personaggi della Chiesa. All’inguardabile La7 era ospite di Massimo Gramellini Monsignor Gianfranco Ravasi il quale si è lanciato, con estrema gentilezza e delicatezza (leggi viscidume) a parlare della legge del Taglione “occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede, ecc.” riferendosi a chi? Indovinate! Ma si è spinto più in là, sempre sorridendo di un sorriso angelico, ha detto che questa legge sarebbe anche giusta ed equilibrata ma che (l’innominato Israele) si è spinto più in là, addirittura a praticare la legge di Lamech (discendente di Caino), quello del “settantavoltesette” e della vendetta senza pietà. Alla domanda finale e soddisfatta di Gramellini che tratteneva a stento il suo entusiasmo: “Si riferisce naturalmente a Israele?” il Monsignore ha risposto sempre con un sorriso untuoso da far venire i brividi:“Si”. L’antico antigiudaismo della Chiesa era tutto là, in quelle parole inqualificabili, in cui non ha avuto spazio il minimo accenno al dolore e alla disperazione di Israele. Non vedo più nessuna luce in fondo al tunnel, solo la nostra forza e la nostra resistenza al dolore potrà salvarci, come è sempre stato nel corso della storia.

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Deborah Fait

takinut3@gmail.com

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