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Informazione Corretta Rassegna Stampa
01.05.2023 L’Iran tra mire egemoniche e crisi interna
Commento di Giovanni Quer

Testata: Informazione Corretta
Data: 01 maggio 2023
Pagina: 1
Autore: Giovanni Quer
Titolo: «L’Iran tra mire egemoniche e crisi interna»

L’Iran tra mire egemoniche e crisi interna
Commento di Giovanni Quer

In Iran si sta per iniziare la campagna elettorale per le elezioni parlamentari che si terranno nel febbraio 2024. La politica dell’ultra-conservatore Raisi, la corruzione, la crisi economica e le violenze del regime contro i protestanti fanno temere che i partiti conservatori non avranno molti voti alle prossime elezioni - sempre che qualcuno si presenterà alle urne.

Iran committing crimes against humanity by concealing fate of thousands of  slaughtered political dissidents - Amnesty International
Alcune delle tante vittime del regime iraniano

Le violenze contro le proteste, le condanne a morte, e la repressione della ribellione contro il velo hanno creato profonde divisioni all’interno dei conservatori. Mohammed Mohajeri, ex-direttore del quotidiano conservatore Kayhan, ha detto in un’intervista al giornale Eqtesadi che l’attuale presidenza ha arrecato danni ai conservatori tanto da temere che vinceranno i riformisti, anche se il loro bacino elettorale è talmente disilluso che non si presenta più alle urne. Due piccoli partiti, Paydari e Sharian, fanaticamente anti-occidentali e ciecamente allineati con Khamenei, sembrano essere più popolari tra i giovani ultra-conservatori, mentre l’attuale parlamento, pur dominato dai rivoluzionari islamici, è sempre più critico della presidenza.

L’impopolarità dei conservatori e del regime si nota anche nelle espressioni contro Presidente e Guida Suprema. In una recente visita nella provincia del Khuzestan, che confine con l’Iraq e si affaccia sul Golfo Persico, il Presidente Raisi è stato accolto da campagne di oppositori sulle reti sociali, mentre si riporta che il regime abbia dovuto travestire le Guardie della Rivoluzione da festanti visitatori perché altrimenti non ci sarebbe stato nessuno ad accoglierlo.

Alla repressione interna seguono anche le nuove ondate di scioperi dei settori petrolchimici e delle acciaierie, in protesta alle condizioni di lavoro e ai salari minimi o arretrati nei pagamenti. Gli scioperi sono anche una dimostrazione di coraggio se si tiene conto  che molte delle imprese soprattutto nel settore petrolifero sono legate alle Guardie della Rivoluzione.

Forse anche in risposta alla crisi interna, l’Iran cerca un nuovo ruolo nel Medio Oriente, che risponda alle mire egemoniche ma che proietti al contempo un’immagine di “paciere”. La pace con l’Arabia Saudita e la prospettiva di una distensione delle relazioni con il Bahrain rispondono a questa nuova linea, con un futuro progetto di nuove relazioni con la Giordania.

Il regime vuole dipingere una propria immagine di benefattore regionale anche con i propri alleati, compreso Hezbollah. Venerdì 28 aprile il Ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian ha visitato Beirut, dove ha detto che Teheran non ha intenzione di intromettersi nei processi politici libanesi - soprattutto in vista della nomina di un Presidente dello Stato, carica vacante da ormai otto mesi. Abdollahian si è recato anche in visita al confine israeliano, dove ha detto che “l’entità sionista” è prossima al collasso e che la Repubblica Islamica continua a sostenere la resistenza contro il nemico sionista.

Il sostegno alla resistenza significa armare Hezbollah e le milizie pro-iraniane in Siria, colpite da sempre più numerosi attacchi attribuiti a Israele. Nella notte tra domenica e lunedì scorsi un altro attacco attribuito a Israele ha colpito una postazione di Hezbollah al confine siriano, operata dalle milizie pro iraniane. La stampa siriana ha parlato anche anche di volantini lanciati dagli aerei con il messaggio “La cooperazione con Hezbollah reca danno”.

Israele si è sempre preoccupata di mantenere buoni rapporti con la Russia per avere libertà di azione in Siria, ma ora che il regime di Assad sta normalizzando i rapporti con i Paesi arabi assieme all’Iran, sarà da capire come Israele potrà agire in Siria senza incrinare i rapporti con gli alleati nella regione.


Giovanni Quer

takinut@gmail.com

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