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Informazione Corretta Rassegna Stampa
04.03.2023 Analisi in favore del governo Netanyahu - parte 1
di David Israel

Testata: Informazione Corretta
Data: 04 marzo 2023
Pagina: 1
Autore: David Israel
Titolo: «Analisi in favore del governo Netanyahu»
Analisi in favore del governo Netanyahu
di David Israel

A destra: Benjamin Netanyahu

La rivista Olam Katan questa settimana ha pubblicato le risposte dettagliate dell'avvocato Zeev Lev alle argomentazioni della sinistra e di altri oppositori al ministro della Giustizia Yariv Levin. Lev è il consulente legale del Movimento per il Governo e la Democrazia che è stato istituito dieci anni fa dall'alleato di Levin, presidente del comitato per la costituzione, la legge e la giustizia, il parlamentare Simcha Rothman. La Jewish Press ha ricevuto il permesso di tradurre l'intero articolo, quindi eccolo qui. Mi sono preso la libertà di espandere e spiegare alcuni dei termini che l'autore riteneva noti ai lettori israeliani.


LA CLAUSOLA DI SUPERAMENTO


1. La clausola di superamento è comune nel mondo?


La clausola di superamento è uno strumento piuttosto raro. Di solito si utilizzano due metodi per gestire i rapporti tra parlamento e tribunali: uno è tipico dei Paesi in cui il tribunale non ha la competenza di invalidare le leggi (come Gran Bretagna, Nuova Zelanda, Paesi Bassi, Danimarca, Svizzera, Svezia e Finlandia); l'altro è tipico dei Paesi che hanno una costituzione adottata con ampio consenso e in base alla quale il tribunale invalida le leggi ordinarie. Pertanto in questo caso l'unico modo per superare una sentenza del tribunale è cambiare la costituzione. Poiché lo Stato di Israele non ha una costituzione, e certamente non c'è un ampio consenso a riguardo, la soluzione appropriata sarebbe quella di non invalidare affatto le leggi. Il compromesso offerto dalla riforma giudiziaria è quello di consentire al tribunale di invalidare le leggi, ma di creare anche un meccanismo di superamento di tali decisioni per via parlamentare.


2. Qual è il processo della clausola di superamento proposto dalla riforma?


Nell'attuale proposta (che è già stata modificata due volte dall'annuncio della riforma, e potrebbe cambiare ancora), il superamento dovrebbe essere anticipato: se la Knesset vuole proteggere una legge dall’annullamento per via giudiziale, deve includere una clausola espressa secondo la quale la legge si applicherebbe nonostante la sua incompatibilità con una Legge Fondamentale, con l’approvazione di una maggioranza di sessantuno deputati in tre votazioni. Tuttavia, questa forma di protezione reca in sé un termine: scadrebbe automaticamente un anno dopo l'elezione della legislatura successiva. In effetti, questa proposta di annullamento conferisce alla Corte un vantaggio che non aveva mai avuto prima, riconoscendo formalmente il potere di invalidare le leggi. Tutte le 22 invalidazioni di leggi da parte della Corte sono state adottate in passato senza una base legislativa.


3. Quale significato rimane per la revisione giudiziale delle leggi della Knesset se è possibile annullare immediatamente la squalifica dei testi di legge con la maggioranza minima di sessantuno parlamentari? Perché non chiedere almeno una maggioranza più ampia per il superamento?


Cominciamo dal fatto che in termini di prassi internazionale, poiché Israele non ha una costituzione, non vi è alcuna reale giustificazione per invalidare le leggi da parte della Corte. In effetti, la riforma giudiziaria conferisce alla Corte un potere senza precedenti di invalidare le leggi in modo che la stessa Knesset possa chiarire quali principi sono importanti a suo avviso, in modo che se una futura Knesset volesse modificarne il contenuto, la Xorte alzerebbe bandiera rossa.


Richiedere una maggioranza superiore a sessantuno voti significherebbe che la maggioranza in una legislatura (che promulga la riforma) è più importante della maggioranza nella legislatura successiva che desidera annullare una sentenza dell'Alta Corte, il che sarebbe inappropriato. Ma la cosa più importante è mantenere il principio fondamentale contenuto nell'affermazione che una maggioranza alla Knesset è più qualificata e più degna di una maggioranza tra i giudici della Corte, motivo per cui la Knesset dovrebbe poter prevalere con la maggioranza minima assoluta.


4. Dopo tutte le affermazioni sull'attivismo giudiziario, l'Alta Corte ha annullato un totale di ventidue leggi dalla nascita di Israele, quindi di cosa si tratta?


Ci sono tre punti da sottolineare a questo riguardo:


A. L'invalidazione di ventidue leggi in ventotto anni (fino al 1995 c'era un accordo per cui la Corte non è autorizzata a invalidare le leggi) è significativo. Alcune leggi annullate hanno portato a crisi politiche: la legge sull’arruolamento, la legge sulla regolamentazione e le leggi contro le infiltrazioni clandestine.


B. La stessa competenza della Corte di invalidare le leggi crea una minaccia che porta all'abbandono di molte proposte di legge prima ancora che nascano perché il consulente legale del governo minaccia che non le difenderà in tribunale e che verrebbero respinte dall'Alta Corte. In realtà, questo costituisce un problema ancora più grande dell'invalidazione delle leggi esistenti, poiché comporta l'intimidazione dei rappresentanti eletti da parte delle persone che dovrebbero aiutarli a portare avanti una determinata politica.


C. Infine, sorge la domanda fondamentale: chi è il sovrano nel nostro Paese, chi ha l'ultima parola - il pubblico attraverso i suoi legislatori eletti, o un gruppo di giudici non eletti che non devono rendere conto a nessuno?


5. Quale potere rimane alla Corte?


La Corte ha ancora il potere di criticare il governo come ha fatto in tutti i suoi anni, e certamente fino al 1995, quando il Presidente della Corte Aharon Barak ha lanciato la sua rivoluzione giudiziaria. Questo potere rimane intatto per la maggior parte. Alla Corte è inoltre conferito il potere di invalidare le leggi ordinarie, di sensibilizzare l'opinione pubblica, di avvertire la Knesset e, nella maggior parte dei casi, di impedire la legislazione.


LA NOMINA DEI GIUDICI


1. Qual è l'attuale difficoltà nella procedura di nomina dei giudici?


Il sistema attuale è molto diverso da quello accettato nel resto del mondo: i giudici della Corte Suprema hanno un veto automatico sulle nomine dei propri membri. Nel corso della storia dello Stato di Israele, i tre giudici della Corte Suprema nella commissione di nomina dei giudici hanno votato all’unanimità, anche se un tale allineamento dei loro voti contraddice il testo della legge. Poiché la nomina di un giudice della Corte Suprema richiede il consenso di sette dei nove membri del comitato, i rappresentanti della Corte possono bloccare qualsiasi nomina non sia di loro gradimento (inclusa, ad esempio, la nomina di un attivista per i diritti civili che era stata pubblicata dallo Yale Law Journal e Oxford University, Prof. Ruth Gavison, sulla base del fatto che avrebbe avuto una propria “agenda", come ha affermato l’allora Presidente Barak).


Il risultato è stata una Corte monolitica, che rappresenta le opinioni di un gruppo molto piccolo nel pubblico israeliano e difficilmente rappresenta la grande maggioranza: israeliani che votano Likud, Shas e United Torah Judaism, coloni religiosi nazionali e arabi. La Corte annulla le leggi, il che significa che emette giudizi di valore, quindi è ovvio che i suoi giudici rappresentino tutti i vari segmenti della società israeliana.


2. Cosa offre la riforma?


L'attuale versione della riforma giudiziaria propone che ognuno dei tre poteri abbia tre membri nella commissione (tre ministri, tre parlamentari – uno dei quali dell'opposizione e tre giudici). Tuttavia, le nomine giudiziarie richiederebbero una maggioranza semplice, in modo che nessuno dei tre poteri possa porre il veto a una determinata nomina. Sarebbe comunque inusuale nel mondo occidentale in cui la maggior parte delle nomine giudiziarie avviene senza alcun coinvolgimento giudiziario, ma ci avvicinerebbe a un sistema di nomina normale e aiuterebbe a diversificare la composizione dei giudici.


3. Se la maggioranza nella commissione per la nomina dei giudici fosse data ai partiti di coalizione, le nomine giudiziarie sarebbero politiche.


Ciò è abbastanza vero, ma “politico” nel senso migliore del termine, cioè nel senso che le nomine giudiziarie sarebbero il risultato di negoziati tra rappresentanti di diversi gruppi della popolazione israeliana, in modo che alla fine i giudici scelti rappresentino una gamma più ampia dell'opinione pubblica.


4. Quali sono i metodi usati nel mondo per nominare i giudici?


Nel mondo occidentale, i giudici sono nominati alla Corte costituzionale da funzionari eletti del sistema politico. Un esame di una quarantina dei principali Paesi occidentali mostra che in circa il 25% dei paesi il governo nomina da solo i giudici; nel 25% circa lo fa solo il parlamento; in circa il 35% dei Paesi, i giudici sono nominati congiuntamente dai ministri del governo e dal Parlamento; e solo il 15% dei Paesi prevede un coinvolgimento giudiziario nella nomina.


A eccezione dell'India, non ci sono però grandi democrazie in cui i giudici hanno diritto di veto sul processo di nomina.


RAGIONEVOLEZZA


1. Qual è il problema della ragionevolezza e come lo risolverà la riforma giudiziaria?


La Corte non ha competenze per esaminare la ragionevolezza di una decisione che sia meglio di qualsiasi comune cittadino. Valutare la ragionevolezza delle decisioni del governo significa che l'opinione personale del giudice prevale sull'opinione dei ministri. Questo è stato il caso della consegna dei corpi dei terroristi e della demolizione delle case dei terroristi, per citare solo due casi, in cui la Corte si è posta al di sopra del governo e dei suoi esperti. In realtà, la  Corte non ha l'autorità, le conoscenze o gli strumenti per prendere decisioni che siano migliori del governo.


2. Se la questione della ragionevolezza venisse respinta dalla riforma giudiziaria, ogni ministro non potrebbe quindi fare ciò che vuole senza controllo giurisdizionale?


Certamente no. In primo luogo, le decisioni illegali saranno comunque invalidate. Allo stesso modo, le decisioni prese con una procedura illegittima – senza ascoltare tutte le parti o senza concedere un tempo sufficiente per il dibattito – sarebbero anch'esse annullate dalla Corte. D'altra parte, le decisioni che non violano la legge e sono state prese attraverso una procedura adeguata, ma sembrano irragionevoli alla Corte, non saranno invalidate.


(continua)

takinut3@gmail.com

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