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Informazione Corretta Rassegna Stampa
09.05.2022 IC7 - il commento di Marco Paganoni: Terroristi come modelli da imitare sui libri di scuola palestinesi
Dal 1° all'8 maggio 2022

Testata: Informazione Corretta
Data: 09 maggio 2022
Pagina: 1
Autore: Marco Paganoni
Titolo: «IC7 - il commento di Marco Paganoni: Terroristi come modelli da imitare sui libri di scuola palestinesi»
IC7 - il commento di Marco Paganoni
Dal 1° all'8 maggio 2022

Terroristi come modelli da imitare sui libri di scuola palestinesi

Institute for Monitoring Peace and Cultural Tolerance in School Education  IMPACT-se | The Times of Israel

“Nizza, Savoia, Corsica fatal / Malta, baluardo di romanità / Tunisi nostra: sponde, monti, mar/… Vinceremo, Duce, vinceremo / Tu sei la gloria e l’avvenir”. Con questi versi gli scolari del Ventennio mandavano a memoria l’elenco delle terre irredente da liberare. Sappiamo com’è andata a finire. Oggi, il sistema educativo dell’Autorità Palestinese va persino oltre. Non solo inculca negli alunni la granitica convinzione che tutto ciò che è Israele dovrà essere strappato agli ebrei, ma accompagna l’indottrinamento con la martellante celebrazione degli attentati anche più efferati, insegnando odio imperituro per “il nemico” e totale indifferenza per ogni scrupolo morale. I libri di testo usati nelle scuole palestinesi sono strumenti al servizio di questa propaganda. Sappiamo quali sono i risultati: da Gerusalemme, a Tel Aviv, a Elad. Trascurare o minimizzare il fenomeno significa non voler vedere uno dei meccanismi più micidiali di perpetuazione del conflitto.

La Commissione Europea | Italia UE Blog

Ai primi di aprile, la Commissione del Parlamento europeo per il controllo di bilancio ha approvato una mozione in cui si “deplora che il materiale problematico e carico di odio nei libri di testo delle scuole palestinesi non sia stato ancora rimosso” e si esprime preoccupazione “per la perdurante incapacità di agire efficacemente contro l'incitamento all'odio e alla violenza nei libri di testo" prodotti con i finanziamenti dell’Unione Europea. La mozione ha congelato i finanziamenti all’Autorità Palestinese, chiedendo alla Commissione Europea di “esaminare scrupolosamente” la questione e ai responsabili di “modificare speditamente i programmi di studio” palestinesi. La mozione fa riferimento a un rapporto pubblicato nel gennaio 2022 dall'Institute for Monitoring Peace and Cultural Tolerance in School Education (IMPACT-se), e presentato alla Commissione parlamentare europea in una serie di incontri tra febbraio e marzo. Sulla base dell’esame di migliaia di pagine, il rapporto IMPACT-se attesta che i nuovi materiali didattici, confezionati da funzionari dall'Autorità Palestinese stipendiati coi soldi dei contribuenti europei, sono per molti aspetti persino peggiori di quelli prodotti in precedenza, con incoraggiamenti al pregiudizio antisemita ed esortazioni alla violenza contro ebrei e Israele.

"La mozione ha ricevuto sostegno bipartisan – ha spiegato al Jerusalem Post Marcus Sheff, CEO di IMPACT-se – I parlamentari europei di sinistra sono preoccupati quanto i loro colleghi di destra per il fatto che l'Autorità Palestinese insegni l'odio. Ora la questione passa ai ministri dei paesi UE e alla presidenza della Commissione. Ma la dirigenza dell'Autorità Palestinese rimane della incrollabile convinzione che valga la pena subire un blocco degli aiuti per centinaia di milioni di euro pur di proporre come modello agli scolari una terrorista come Dalal al-Mughrabi” (1978, strage dell’autobus costiero: 38 uccisi, tra cui 13 bambini). Se questo è il contesto, è abbastanza sconcertante che Paolo Lepri, in un corsivo sul Corriere della Sera del 5 maggio intitolato “Il veto di Orbán”, prendendo le mosse dalla abituale descrizione di una angosciante “situazione di emergenza nel settore sanitario” palestinese, attribuisca il congelamento dei fondi alla “ostinazione” del commissario ungherese Olivér Várhelyi, spendendo persino la parola “ricatto” per dire quanto la battaglia che sta combattendo quest’uomo “molto legato al capo del governo di Budapest” sia “diventata un problema per la presidente Ursula von der Leyen”. La quale, aggiunge Lepri, “dovrebbe convincerlo a desistere”. Secondo Lepri, infatti, “la tesi secondo cui i finanziamenti europei devono essere legati al contenuto dei manuali scolastici” palestinesi “appare sostanzialmente un pretesto”. E’ vero, concede, che il problema dell’incitamento alla violenza esiste. Ma “è altrettanto vero – si affretta ad aggiungere – che recentemente sono stati compiuti grossi sforzi nella giusta direzione, come ha indicato un rapporto dell’istituto tedesco Georg Eckert”. Davvero? E come mai, non Viktor Orbán, ma la Commissione parlamentare di bilancio non si è accorta di questi grossi progressi nella giusta direzione? L’articolo del Corriere non ci aiuta a capirlo.

Sarebbe stato utile ricordare che una prima versione del rapporto del Georg Eckert Institute, commissionata nel 2019 dall’allora rappresentante esteri della UE Federica Mogherini e pubblicata dopo molti tentennamenti nell’agosto 2020, è risultata zeppa di pecche imbarazzanti: oltre a grossolani errori di interpretazione e traduzione dall’arabo, i ricercatori avevano persino sbagliato libri: avevano esaminato testi delle scuole arabe di Gerusalemme supervisionati da Israele presentandoli come testi dell'Autorità Palestinese. Per scoprire – pensa un po’ – che “non solo non incitano contro lo stato ebraico, ma in realtà promuovono la convivenza tra palestinesi e israeliani”. (https://www.jns.org/eu-study-examines-wrong-textbooks-concludes-palestinian-authority-promotes-peace-with-israel/).

Un secondo rapporto del Georg Eckert Institute pubblicato nell’agosto 2021 è stato esaminato da IMPACT-se, che gli ha dedicato un’accurata recensione. (https://www.impact-se.org/wp-content/uploads/IMPACT-se-Review_GEI-Report-on-PA-Curriculum.pdf). IMPACT-se apprezza il notevole sforzo “sia in termini di compilazione dei materiali che di metodologia” fatto dall’Istituto tedesco, che di per sé “non è specializzato in istruzione palestinese e mediorientale”. E non si sorprende che tale sforzo “abbia prodotto risultati perlopiù in linea con le precedenti ricerche in questo campo”, individuando “libri di testo palestinesi con contenuti che promuovono la glorificazione del terrorismo e del martirio, la violenza, l'antisemitismo e l'odio”. Tuttavia, aggiunge IMPACT-se, il rapporto del Georg Eckert Institute “non fornisce un quadro completo e accurato, enfatizza le caratteristiche positive e minimizza gli aspetti negativi” ed è generalmente minato da “carenze, errori e omissioni che danno al lettore non informato un’idea non realistica dei libri di testo dell'Autorità Palestinese”. Ecco appunto, “il lettore non informato”: come quello del Corriere.


Marco Paganoni, direttore di Israele.net


takinut@gmail.com

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