venerdi 29 marzo 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






Informazione Corretta Rassegna Stampa
14.11.2021 Il ‘crimine di pensiero’ del rappresentante degli USA Jamaal Bowman su Israele e i palestinesi
Analisi di Ben Cohen

Testata: Informazione Corretta
Data: 14 novembre 2021
Pagina: 1
Autore: Ben Cohen
Titolo: «Il ‘crimine di pensiero’ del rappresentante degli USA Jamaal Bowman su Israele e i palestinesi»
Il ‘crimine di pensiero’ del rappresentante degli USA Jamaal Bowman su Israele e i palestinesi
Analisi di Ben Cohen

(traduzione di Yehudit Weisz)


Jamaal Bowman - Wikipedia
Jamaal Bowman

“Sanzionare.” “Boicottare.” “Annullare.” “Espellere.” “Rifiutare.” Queste cinque parole sintetizzano i metodi e l'approccio del movimento di solidarietà palestinese nei Paesi occidentali. La loro è la politica della ringhiante censura e dell’ incrollabile dottrina, in cui nozioni più morbide come pace, inclusività, compromesso e diversità non hanno posto. Se non condividi che i palestinesi siano vittime di un torto senza precedenti nella storia, se non credi che ogni atto di violenza sia un'espressione positiva della loro lotta nazionale, o se sostieni qualcosa di meno della liberazione della Palestina nella sua interezza – “dal fiume al mare”, come recita lo slogan – allora in quel movimento di solidarietà non c'è posto per te. Ecco un esempio eloquente di quel che voglio dire. Alla fine del mese scorso, la sezione dei Socialisti Democratici Americani (DSA) di Madison, Wisconsin, ha chiesto all'organizzazione nazionale di espellere dai suoi ranghi un deputato progressista perché non è sufficientemente antisionista.

E’ amaramente divertente che il deputato che ha suscitato le ire della sezione del Wisconsin del DSA, il rappresentante democratico di New York, Jamaal Bowman, sia un membro di “The Squad” , il gruppo dei legislatori democratici di sinistra nella Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, ma anche l'uomo che, nelle primarie di giugno 2020, ha ottenuto una vittoria strepitosa su Eliot Engel, il devoto democratico pro Israele, che aveva rappresentato il 16° distretto di New York per più di 30 anni. Durante la sua campagna contro Engel, Bowman ha persino propagandato le sue credenziali filo-palestinesi, dicendo a un giornale locale: “Un netto contrasto tra me e il membro del Congresso Engel consiste nel fatto che io sono stato critico nei confronti dell'occupazione, dell'annessione e della detenzione di bambini palestinesi, mentre il membro del Congresso Engel non lo è stato.” Ma Bowman senza dubbio non è un eliminazionista, ovvero qualcuno che crede nella cancellazione di Israele come entità sovrana. "Ciò non significa che io non sia pro-Israele", ha chiarito nella stessa intervista.

Molti attivisti filo-israeliani potrebbero non essere d'accordo con tale auto-classificazione, dato che Bowman ha accusato Israele di aver abusato dei diritti dei bambini e di aver inghiottito la terra che appartiene di diritto ai palestinesi. Il mese scorso, tuttavia, Bowman ha dimostrato di prendere sul serio il diritto all'esistenza di Israele quando ha votato a favore di ulteriori finanziamenti per l’Iron Dome, il rivoluzionario sistema antimissilistico israeliano che protegge dagli attacchi di razzi e missili le aree abitate dai civili. (All'inizio della primavera, tuttavia, aveva dichiarato pubblicamente che non avrebbe sostenuto quella legge.) Lo ha fatto, ha spiegato, anche perché la sua prima responsabilità è quella di rappresentare le persone che lo hanno votato. "È importante per me assicurarmi di rappresentare tutti all'interno del mio distretto, non solo alcune persone", ha detto in un'intervista ai media. "Questo era un problema molto importante per molte persone nel mio distretto". E in una conversazione separata riportata da un leader della comunità ebraica locale, Bowman ha espresso il timore “che un voto contro l'Iron Dome possa essere interpretato come una licenza per uccidere ebrei.” Bowman ha anche affermato, coerentemente con le sue precedenti dichiarazioni, che il sostegno all’ Iron Dome “non mi impedirà di parlare dei diritti dei palestinesi, per i diritti dei palestinesi e per l’umanità dei palestinesi. C'è un trattamento disumano nei confronti dei palestinesi. Questo è un dato di fatto ed è qualcosa con cui dobbiamo fare i conti per garantire l'autodeterminazione dei palestinesi e la salvaguardia e la sicurezza del popolo di Israele in futuro.”

Ma ciò non è stato sufficiente per placare la determinazione del DSA del Wisconsin di privare la propria organizzazione di uno dei suoi sostenitori più noti e influenti. Una dichiarazione del 30 ottobre intitolata “Espellere Jamaal Bowman” affermava che “Bowman ha dimostrato di non essere idoneo a essere un membro del DSA e un portavoce della nostra organizzazione.” A quanto pare, dato che il “ruolo di un funzionario socialista eletto è quello di essere una tribuna per la classe operaia e gli oppressi, per portare avanti la politica del nostro movimento e attirare ampi strati della nostra classe”, Bowman aveva tradito questa missione quando aveva votato a favore sia del finanziamento dell’Iron Dome che di un precedente pacchetto di aiuti militari ad Israele a luglio. Non solo, ma Bowman era colpevole di pensare in modo errato più in generale. Il DSA del Wisconsin sogghignò incredulo mentre citava il tributo di Bowman al defunto Segretario di Stato americano Colin Powell. Bowman scrisse che “come uomo di colore che cercava solo di capire il mondo, Colin Powell è stato un'ispirazione. Era di New York, è andato al City College ed è salito ai ranghi più alti della nostra nazione.” Lodando Powell in questo modo, Bowman aveva agito per “legittimare uno dei massimi artefici dell'invasione criminale dell'Iraq e dell'Afghanistan, che a sua volta è responsabile della morte di centinaia di migliaia di afgani e iracheni, della difficile situazione di innumerevoli rifugiati e dei molti veterani appartenenti alla classe operaia uccisi, resi disabili o spinti al suicidio”, ha affermato il DSA del Wisconsin. C'era, quindi, una sola opzione rimasta: sbarazzarsi di lui.

"L'ulteriore appartenenza di Bowman all’associazione, servirebbe solo a travisare la nostra politica come socialisti democratici e ad allontanarci dai nostri obiettivi politici", ha concluso la dichiarazione. Il proseguimento dell’appartenenza a un'organizzazione politica è, ovviamente, sempre subordinato a ciò che un membro dice o fa in relazione ai principi e ai valori fondamentali di quell'organizzazione. Tuttavia, raccomandare l'espulsione di qualcuno perché non crede che sostenere le aspirazioni palestinesi richieda l'approvazione della distruzione di Israele, fa venire in mente le peggiori tendenze staliniste della sinistra. Bowman non è stato accusato di corruzione o di molestie. Di certo non ha abbandonato la sua agenda interna progressista. La sua unica colpa è stata la sua deviazione dalla linea di partito sui palestinesi, e questo è sufficiente per il DSA del Wisconsin. Il loro mondo è quello in cui Israele conduce deliberatamente “campagne di bombardamento” contro i civili a Gaza, dove non ci sono razzi di Hamas lanciati contro le scuole elementari in Israele, dove gli islamisti palestinesi che combattono il sionismo sono accolti con entusiasmo. Tuttavia, i curdi che in altre parti della regione combattono l'islamismo, spesso in nome del socialismo, vengono ignorati o liquidati come alleati reazionari degli Stati Uniti. È un mondo in cui la dottrina e la mitologia prevalgono anche quando i fatti dicono il contrario.

Ora a Bowman e ad altri attivisti di sinistra viene detto senza mezzi termini, che non è sufficiente sostenere i palestinesi promuovendo il loro diritto all'autodeterminazione. La solidarietà è degna di questo nome solo se, in primo luogo, presenta i palestinesi come i sudditi colonizzati oppressi di un regime di apartheid che non ha diritto di esistere. Descrivere la loro situazione in qualsiasi altro modo – come ad esempio suggerire, il cielo non voglia, che i palestinesi potrebbero aver esacerbato il conflitto attraverso le loro stesse decisioni per più di un secolo! - è un segno di pensiero politico corrotto. Come gli stessi sionisti, coloro che deviano saranno soggetti alle stesse misure. Saranno sanzionati, boicottati, cancellati, espulsi e respinti. La causa della Palestina, a quanto pare, non esige nulla di meno.

Ben Cohen Writer - JNS.org
Ben Cohen, esperto di antisemitismo, scrive sul Jewish News Syndicate

takinut@gmail.com

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT