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Informazione Corretta Rassegna Stampa
11.11.2021 Pazzesco: l'Italia si accanisce contro il nonno di Eitan 11/11/2021
Commento di Deborah Fait

Testata: Informazione Corretta
Data: 11 novembre 2021
Pagina: 1
Autore: Deborah Fait
Titolo: «Pazzesco: l'Italia si accanisce contro il nonno di Eitan»
Pazzesco: l'Italia si accanisce contro il nonno di Eitan
Commento di Deborah Fait

A destra: Eitan con la famiglia. Il bambino di 6 anni è l'unico sopravvissuto

Non basta che in Italia, per colpa dei gestori della funivia del Mottarone, tutta la famiglia del piccolo Eitan sia stata cancellata, non basta il dolore provato da un bambino ritrovatosi orfano da un minuto all'altro, adesso l'Italia si accanisce ancora contro di lui e tenta di mettere in galera il nonno cui il bambino è molto affezionato. Non basta che abbiano affidato Eitan alla zia, saltando a piè pari i nonni, senza nemmeno chiedere la loro opinione e conoscere il loro desiderio di avere il piccolo, lasciati all'oscuro di tutto e senza poter capire la sentenza perché nessuno aveva pensato a chiamare un traduttore. Non contenti del male fatto, adesso è stato spiccato un mandato di cattura internazionale contro Shmuel Peleg. . L'ordinanza di custodia è stata firmata dal gip di Pavia Pasquale Villani ed emesso dal procuratore Mario Venditti precisando che l'ordinanza di custodia è già stata trasmessa al ministero della Giustizia. Nonno Peleg aveva effettivamente rapito il nipotino perché la zia paterna e il di lei misterioso marito, non gli permettevano di visitarlo. Ha voluto portarlo in Israele, sua paese di nascita, dove la nonna, gli zii e i cuginetti lo aspettavano per dargli tutto l'amore del mondo. Una delle sorelle della mamma di Eitan vorrebbe adottarlo, è sposata e ha dei bambini più o meno della sua età ma sembra che la zia "italiana" si sia opposta e che abbia denunciato il nonno. Da qui il mandato di cattura per lui e anche per l'autista che aveva guidato la macchina da Pavia fino in Svizzera, Gabriel Abutbul Alon. Shmuel Peleg, attraverso il suo avvocato italiano, ha già presentato ricorso al Tribunale del Riesame contro l'ordinanza cautelare in carcere e, contemporaneamente, ha chiesto che la zia paterna, Aya, venga rimossa dall'incarico di tutrice con sospensione immediata. Insomma, si legge ogni giorno di bambini rapiti da padri arabi o musulmani, ogni giorno bambini vengono tolti alle loro madri e portati in Egitto, in Pakistan, in Marocco, anche in giro per l'Europa ma nessuno mai è stato perseguito con un mandato di cattura internazionale e le madri sanno che difficilmente potranno riavere i loro figli. Ma nessuno protesta, nessun giudice si muove, nessun gip ha mai firmato ordinanze di custodia internazionale, a meno che non si tratti di omicidi. Quando un israeliano che, disperato come tutta la sua famiglia per la morte violenta della figlia, dei vecchi nonni e del nipotino di un anno e mezzo, compie un atto, illegale finché si vuole, ma spinto da un dolore inimmaginabile, ecco che si vuole arrestarlo e metterlo in galera. La notizia del mandato di cattura è appena uscita sui media italiani e israeliani, non resterà quindi che attendere il prosieguo di questa terribile e dolorosa saga che vede lo strazio di due famiglie e il pericolo che al piccolo Eitan vengano portati via anche i nonni materni, le sue radici e la possibilità di crescere nel paese dove è nato e dove i suoi genitori volevano tornare in un prossimo futuro. La maledetta funivia, con i maledetti gestori che, per soldi, hanno fatto accadere la tragedia distruggendo 14 vite , un'intera giovane famiglia i cui parenti non si riprenderanno mai da tanta disperazione, sono i responsabili. I giudici, anziché perseguire e dare l'ergastolo ai delinquenti che hanno provocato tutto questo, si accaniscono contro un uomo che ha perso tutto e che voleva solamente avere vicino l'unico figlio sopravvissuto di sua figlia. Mettano in galera criminali e terroristi, non un nonno che vuole solo avere la possibilità di amare il proprio nipotino rimasto solo al mondo.

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Deborah Fait
"Gerusalemme, capitale unica e indivisibile dello Stato di Israele"


takinut@gmail.com

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