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Informazione Corretta Rassegna Stampa
19.03.2020 11 libri per vincere il virus
A cura di Giorgia Greco

Testata: Informazione Corretta
Data: 19 marzo 2020
Pagina: 1
Autore: Giorgia Greco
Titolo: «11 libri per vincere il virus»
11 libri per vincere il virus
A cura di Giorgia Greco

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Per non arrendermi ai momenti più difficili continuo a cercare la forza dove l’ho sempre trovata: fra le pagine dei libri che sin da bambina e poi da adolescente mi hanno guidato, illuminando il cammino della vita. E sempre nei libri cerco e trovo la bellezza di un sorriso, il fascino di uno sguardo, la potenza di una storia. E’ vero, le parole non possono sconfiggere questo terribile virus che ha invaso il mondo e reso fragili le nostre esistenze ma possono aiutarci a sopravvivere alla sua diffusione e all’effetto che provoca sulle nostre abitudini scardinate da un giorno all’altro, offrendoci una preziosa occasione per ripensare la nostra esistenza e per ritrovare quel nucleo intimo e segreto che alberga in ciascuno di noi. Perlustrando la mia libreria ho ritrovato alcuni romanzi e saggi di grande interesse che il trascorrere del tempo non ha archiviato nell’oblio, anzi una seconda lettura può offrire l’occasione per una riflessione più approfondita o per scoprire un dettaglio che avevamo trascurato. Dalla lunga pila che ho sfilato dagli scaffali ne ho scelti alcuni da proporvi per le lunghe giornate di forzato riposo che è giusto trascorrere a casa. E nei momenti in cui la preoccupazione sembra prendere il sopravvento sono proprio i personaggi che fanno capolino fra le pagine di un libro a farci sorridere, riflettere e sperare che insieme ce la faremo!

Ricordi in macerie
Luis S. Krausz
Giuntina

E’ un vero scrigno di ricordi intrisi di nostalgia quello che ci regala l’autore che, nato a San Paolo da una famiglia ebraica fuggita da Vienna prima di rimanere vittima delle persecuzioni naziste, ripercorre in pagine poetiche pervase da una tenue ironia. Scandisce il racconto di questi frammenti di memoria una costante e inestinguibile nostalgia fra un mondo perduto di cui si rimpiange l’ordine, la meticolosità, la cultura e una realtà disarmonica, chiassosa, poco incline all’introspezione che accentua la solitudine dell’ebreo cacciato dalla sua heimat e riduce a dimensione angusta lo spazio riservato alla memoria. I ricordi che l’autore salva dall’oblio si dispiegano in quindici capitoli dove accanto a poetiche descrizioni della città di San Paolo si incontrano oggetti e personaggi in un continuo rimando fra passato e presente. Come tessere di un puzzle i ricordi di Luis Krausz danno vita ad un’opera di qualità dallo stile semplice, levigato che emoziona il lettore e lo rende partecipe dell’omaggio che l’autore rende ad un mondo irrimediabilmente perduto perché in ognuno di noi alberga sempre un pizzico di nostalgia per ciò che ci siamo lasciati alle spalle.

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La tentazione del rabbino Fix
Jacquot Grunewald
Giuntina

Coniugare suspense, umorismo e argute disquisizioni talmudiche dando vita ad un romanzo dalla trama avvincente è impresa per pochi scrittori talentuosi. Fra questi spicca Jacquot Grunewald che ci allieta con l’esilarante figura del rabbino Théodor Fix. E quando un rabbino esperto di Talmud si dà alla letteratura poliziesca, il lettore entra in un universo familiare e allo stesso tempo sorprendente: familiare nel contesto, sorprendente per il procedimento del ragionamento. Il rabbino Fix accorre a Gerusalemme al capezzale del nipotino ferito in un attentato. Il medico che lo cura viene trovato morto nella sua auto crivellata di colpi in zona araba. Siamo in piena seconda intifada e la polizia israeliana attribuisce l’omicidio a terroristi. Tornato a Parigi, Fix è assillato dalle sue intuizioni che contraddicono la versione ufficiale di quella vicenda. Un giallo originale e un protagonista decisamente simpatico nella sua testarda determinazione di perseguire la giustizia e salvare una vita umana anche a costo di trasformarsi da saggio rabbino di una comunità parigina in avventuroso detective armato solo di logica talmudica.

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La luce è là 

Agata Bazzi
Mondadori

Disegnata e costruita tra il 1884 e il 1890 da Albert Ahrens, patriarca della famiglia, che dalla Germania si era trasferito a Palermo diventando un imprenditore di successo, Villa Ahrens sorta nella Borgata San Lorenzo Colli è sempre stata un luogo di accoglienza, un rifugio per la famiglia e un approdo per amici di passaggio. E’ in questo scenario che Agata Bazzi, discendente di questa grande dinastia di imprenditori, dispiega una potente saga familiare. Attingendo ai ricordi di famiglia e al diario tenuto dal bisnonno Albert l’autrice ci narra con uno stile raffinato le vicende degli Ahrens che si intrecciano fra gioie e dolori agli eventi storici: la Belle Époque, il terremoto di Messina, la Prima Guerra Mondiale, l’avvento del fascismo fino alle leggi razziali del 1938 che costringono Albert Ahrens a fare i conti con la propria identità ebraica. In questa storia tumultuosa, dai molteplici risvolti le figure femminili rappresentano la vera forza del romanzo. Donne tenaci che hanno sfidato le consuetudini dell’epoca, rivoluzionato le idee, difeso i diritti dei deboli e combattuto le ingiustizie per diventare custodi della memoria e dei valori che hanno ispirato la famiglia: coraggio, speranza, dignità e rigore.

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Mosè ci ha portato nell’unico posto senza petrolio 

A cura di Angelo Pezzana

Bollati Boringhieri

C’è un libro sul mio comodino di cui amo rileggere ogni tanto qualche pagina ma che negli ultimi giorni ho sfogliato spesso per alleggerire momenti di tensione, con la consapevolezza però che un’ottima strada per avvicinarsi alla cultura ebraica è cominciare dalle storielle e dalle barzellette. In questo libro di agile lettura Angelo Pezzana, cofondatore del Salone del Libro di Torino oltre che direttore editoriale di Informazione Corretta, si concentra sull’umorismo ebraico, raccogliendo divertenti storielle inedite. «L’umorismo non è rassegnato ma ribelle», scriveva Sigmund Freud nel suo celebre Motto di spirito e la sua relazione con l’inconscio (1905). È la definizione più sintetica e precisa del Witz, del motto di spirito. Sarcastico e sfrontato, molto spesso provocatorio, spesso travolgente. E quasi sempre di argomento ebraico. Il Witz, spiega Freud, «rappresenta anche il principio del piacere, che sa affermarsi contro le avversità delle circostanze reali». Ed è proprio vero che dove non c’è umorismo, non c’è umanità. Una raccolta di storielle ebraiche imperdibile da leggere per divertirsi e imparare. Un libro quanto mai utile!

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Sulla scrittura, sull’amore, sulla colpa e altri piaceri
Amos Oz con Shira Hadad
Feltrinelli

Dialogo a due voci sulla scrittura e sulla vita fra Amos Oz, scomparso nel dicembre 2018, e la sua editor Shira Hadad, il libro è uno straordinario resoconto degli incontri a casa dello scrittore israeliano iniziati nella primavera del 2014 in occasione della preparazione del romanzo “Giuda” e proseguiti nei mesi successivi per parlare “di libri e scrittori, di ispirazione e influenze, di abitudini dello scrivere e sensi di colpa, di matrimonio e dell’essere genitori”. In quest’opera biografica e personale molti sono i temi e gli argomenti toccati: la violenza di genere e le donne, la scrittura (“Cosa muove la sua mano quando scrive”?), la lettura, la vita nel kibbutz dove aveva scelto di andare a vivere a quattordici anni, i rapporti con l’altro sesso, gli esordi letterari. “I capitoli di questo libro non sono interviste giornalistiche, bensì il frutto di un lungo dialogo, la voce di un affetto e una confidenza creatasi nel tempo. Il risultato è una sorta di testamento spirituale e artistico di uno dei più grandi autori israeliani.

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Prima del buio
Hans Joachim Schädlich 

Guanda

Il libro di Schädlich, uno dei più grandi autori della letteratura contemporanea tedesca, è un omaggio a tutti gli artisti ebrei che durante la Seconda guerra mondiale sono stati perseguitati, deportati e uccisi nei campi di sterminio dal regime nazista. E’ la storia vera di due pittori, Felix Nussbaum tedesco e Felka Platek polacca, entrambi di origini ebraiche costretti a nascondersi dalla furia nazista in rifugi di fortuna fino al tragico epilogo nel luglio 1944. Con una prosa essenziale e scarna l’autore coinvolge il lettore con il passo narrativo di un diario in cui, come un osservatore esterno, ripercorre gli spostamenti dei Nussbaum per l’Europa, i dialoghi e i pensieri che scandiscono le loro giornate, l’amore che li unisce a dispetto di tutto, per restituire con delicatezza la storia vera di due artisti di grande talento travolti dall’impeto di follia di quegli anni.

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1938 Storia, racconto memoria 

Antologia a cura di Simon Levis Sullam 

Giuntina

Chi potrà raccogliere l’eredità dei sopravvissuti e veicolarla alle nuove generazioni? A questo quesito offre una possibile risposta l’antologia curata dallo storico Simon Levis Sullam, che si è cimentato in un progetto di non semplice realizzazione: “far raccontare la storia – o almeno i suoi contenuti – attraverso le storie, cioè i racconti, le narrazioni”. Per far questo si è affidato a un gruppo di scrittori professionisti e di storici chiedendo loro, attraverso l’ausilio di documenti, di trasmettere il senso dell’esperienza delle persecuzioni antiebraiche in Italia tra il 1938 e il 1945, servendosi del registro narrativo. In questo esperimento perfettamente riuscito, Sullam riflette sul ruolo della narrazione, del racconto nel fare storia e senza ipotizzare la sostituzione del saggio o della ricostruzione storica con il racconto non si può che concordare con lui quando afferma che “accanto all’opera più tradizionalmente intesa degli storici, la trasmissione della storia e memoria delle persecuzioni, avverrà crescentemente in forme narrative”.

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L’ultimo discorso di Mosè
Micah Goodman
Giuntina

Prima di morire Mosè pronuncia il suo discorso più importante, che contiene una riflessione politica rivoluzionaria, incentrata sul rapporto tra religione, potere e forza. L’ultimo discorso è l’eredità che lascia al popolo d’Israele per affrontare il futuro in assenza della sua voce profetica; un messaggio etico che indica la via per gestire quelle responsabilità politiche di cui un leader e un popolo dovranno farsi carico. Sulla scia di grandi pensatori come Freud e Buber l’autore, una voce di punta nel panorama letterario israeliano capace di affrontare in modo originale tematiche complesse sull’ebraismo, il Sionismo e la Bibbia, affronta il personaggio Mosè da una prospettiva inedita, basata su una sorprendente conoscenza delle fonti e un’ispirata vicinanza emotiva, costruendo così un testo originale e profondo nel quale l’esegesi biblica diventa un messaggio politico, un monito quanto mai attuale per chi ha responsabilità di governo.

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Israel J. Singer
Da un mondo che non c’è più
Newton Compton Editori

Joshua cresce nel villaggio ebraico di Leoncin, nell’odierna Polonia: la sua vita scorre tra estenuanti studi ebraici, regole severe e voglia di ribellione. Suo padre ha un animo ingenuo, è convinto che «Con l’aiuto di Dio, tutto andrà bene»; la madre, intelligente e brontolona, deve rimediare alle sue catastrofi. E poi c’è il nonno che passa la vita a scovare nuovi divieti; c’è il rabbino che cerca i derelitti più poveri e sporchi per accoglierli nella sua casa; ubriaconi e santi, cristiani che un giorno minacciano di sterminare tutti i figli di Israele e il giorno dopo vanno da loro alla ricerca di un buon affare; insomma, c’è tutta la vita di un mondo che per noi è perduto per sempre. Da un mondo che non c’è più è un’opera diversa dalle precedenti di I.J. Singer, in questo testo, più che negli altri, l’autore ci fa sentire il peso opprimente e confortante della Torah; ci presenta le superstizioni delle donne, il coraggio e le piccole meschinità degli uomini. Personaggi che restano impressi nella memoria, episodi semplici e indimenticabili, racconti di vita privatissima e universale: è il testamento poetico di un maestro della letteratura.

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Il mare di Gerusalemme 18 scrittori israeliani raccontano
Stampa Alternativa

Per ricordare Ofra Eligon, “giornalista effervescente e poliedrica” e onorarne la memoria è stata pubblicata questa raccolta di racconti brevi a cura della figlia Telma Eligon-Roz. Nata a Varsavia e immigrata in Israele nel 1933, Ofra ha lasciato circa 1500 racconti in parte tramandati oralmente e in parte pubblicati su riviste e antologie. E’ un mosaico variegato quello che appare nel volume “Il mare di Gerusalemme” sapientemente selezionato con una varietà di stili e di intuizioni letterarie, in cui a fianco di scrittori famosi come Sami Michael o Savyon Liebrecht appaiono giovani autori come Maya Arad o Iddo Gefen ancora poco conosciuto nel nostro Paese. Ci sono storie diverse per stile, struttura e cifra narrativa accomunati però da un’assenza dei temi politici o di guerra e con un particolare focus sui valori familiari e sui sentimenti universali, ritratti sullo sfondo della complessa quotidianità israeliana. Squarci improvvisi di luce che si aprono dinanzi al lettore i racconti brevi di questa antologia ci riportano alla dolcezza di un tempo antico, quello della nostra infanzia per ammaliarci con la loro magia e la loro saggezza.

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E infine un libro per far sognare e sperare i bambini...

Il matrimonio che salvò una città
Jenya Prosmitsky
Giuntina

È rimasto solo un modo per salvare la città di Pinsk dall’epidemia di colera: celebrare un matrimonio tra due orfani nel cimitero della città. La leggenda yiddish dice che un matrimonio simile porterebbe una tale gioia alle anime dei genitori che anche un’epidemia svanirebbe in un attimo. Ci penserà Yiske, invitato a suonare al matrimonio dal rabbino Yamferd, a trovare il giusto sposo per la bella Sheyndl-Rivke e a riportare la serenità a Pinsk. Come un romanzo di Singer per bambini, questo libro dalle illustrazioni vivaci stimolerà la curiosità dei piccoli lettori ma anche degli adulti perché è un libro incantevole e sorprendente che regala la speranza di immaginare un futuro nuovo e migliore.


Giorgia Greco

takinut3@gmail.com

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